Carnevale con "Perù" appiedato che per farsi capire parla italiano

Carnevale con "Perù" appiedato che per farsi capire parla italiano Borgosesia: austerità anche per le maschere valsesiane Carnevale con "Perù" appiedato che per farsi capire parla italiano Nella frazione Aranco, quartiere di immigrati, ha invitato tutti a gettare i guai nell'inceneritore • Con una "trippata" per seicento alla Pro Loco è cominciato un periodo di festa che si protrarrà per 3 settimane (Dal nostro inviato speciale) Borgosesia, 7 febbraio. Carnevale austero, un occhio ai festeggiamenti, uno ai bilanci familiari che stentano a chiudersi in pareggio. Nel 1886 Perù, la centenaria maschera valsesiano, arrivò a Borgosesia in treno. La ferrovia, richiamata dalle piccole industrie che cominciavano a sorgere nella zona, era stata appena inaugurata. I tecnici avevano sleso i bi¬ nari alla periferia della cittadina, lontano dalle case, ma non avevano fatto ancora a tempo a costruire biglietterie, sale d'aspetto, la stazione e la strada. Perù, «re del carnevale», arguto e saggio, già allora spietato contestatore delle lungaggini amministrative, si affacciò al porcellone del treno e, investito da una nuvola di vapore gettatagli contro dallo stantuffo della locomotiva, constatò: « L'è riva la ferrovia: Quell è sucess — gh'è mia la strà d'access» (E' arrivata la ferrovia: cos'è successo, non c'è la strala per accedervi). Da allora Peni e la sua compagna. Gin. sono arrivati con automobili di tutte le marche e di tutti i tipi, a cavallo, su carri o carrozzelle. Una volta si era persino tentato di farli scendere da un elicottero. Ieri i due personaggi — Alice Freschi e Mario Casagrande — sono arrivati a piedi: un esempio di austerità e un invito al risparmio. Le maschere si sono incontrate davanti al forno inceneritore nel rione di Aranco dove Perù ha esclamato, questa volta in italiano, per farsi comprendere anche dagli immigrati: «In questa bocca che distrugge i rifiuti riusciremo a buttare, aìme- no per qualche giorno, anche tutti i dispiaceri e le preoccupazioni che ci angustiano». Un augurio di Carnevale sereno e spensierato, nonostante i «guai» che travagliano le famiglie. Mario Casagrande, commerciante di «carta, cartoni e sacchetti» (come ama definirsi), poeta, tenore fra i «Canlores». ex assessore, sindaco mancato ma solo per i giochi politici e ora capogruppo della minoranza democristiana, indossa parrucca e abito settecentesco di Perù per la diciottesima volta. Dal 1959 è il personaggio più popolare della «piazza» borgosesiana. Alice Freschi, consulente di ricerche geografiche, archeologo, direttrice di museo, è Gin per la seconda volta. - Ieri zi sindaco ha invitato la coppia in municipio dove ha consegnato loro, simbolicamente, le chiavi della città. La gente di Borgosesia, quella autentica, che considera il «carnevalone» un simbolo e un impegno civico cui nessuno può sottrarsi, hanno preferito festeggiare i loro beniamini nel salone della .Pro loco, trasformato in ristorante, fra boccali di vino che si sono toccati in ripetuti brindisi e davanti a piatti fumanti di trippa. Si sono ritrovati in seicento: i «cilindrati» del Comitato di carnevale si sono trasformati in cuochi e camerieri. Gianni Zanni, «grosso» industriale, presidente del gruppo degli organizzatori, ha rinunciato alle lumache preferite del «Rino del Tre Re» per servire un gruppo di dipendenti delle lamiere Agnona in vena di festeggiare l'inizio del carnevale a 'avola. Ma anche i suoi vice, Giacomo Baldo e Luigi Podmi; Luigi Cappellaro. il re delle assicurazioni, «Nanni» Batter, U popolare «Fafioca» delle seggiovie di Mera, «Nigi» Angeli, ex consigliere provinciale, hanno dovuto prodigarsi con piatti alla mano per accontentare i loro ospiti e fare gli onori di casa. E a tavola, fra compagnie chiassose, Casagrande, , inguaribile romantico, ha riproposto il suo messaggio che è quello di invitare tutti a scordarsi i rancori covati per mesi per rinsaldare i vincoli di una amicizia paciosa fra gente che l'allegria e la baraonda spontanea accomuna. Dietro un paio di baffi finti, un nasone od un paio di occhiali giganti è più facile, al di fuori di ogni etichetta, scoprirsi amici e trascorrere insieme giorni di allegria. Con questa «trippata» collettiva è cominciato a Borgosesia il carnevale che si concluderà dopo tre sfilate di carri allegorici (la prima già domenica prossima) con una ultima, altrettanto proverbiale ubriacatura, il giorno del «mercu scurot». Luigi Beacapè Borgoscaia. Mario Casagrande, « Peni » per la diciottesima volta inaugura il carnevalone valsesiano in compagnia della Gin, Altee Treschi. « I guai, ha detto, gettiamoli via (almeno per qualche giorno) nell'inceneritore» (f. Renato - Ghemme)

Persone citate: Alice Freschi, Casagrande, Giacomo Baldo, Luigi Cappellaro, Luigi Podmi, Mario Casagrande

Luoghi citati: Borgosesia, Perù