Forse teme una vendetta e non parla lo zio del giovone assassinato a Preglia

Forse teme una vendetta e non parla lo zio del giovone assassinato a Preglia E* in carcere accusato di "concorso in omicìdio,, Forse teme una vendetta e non parla lo zio del giovone assassinato a Preglia Con il suo mutismo cerca di coprire qualcuno invischiato nel delitto? - Gli inquirenti indagano sul passato della vittima: il suo bar era la base di materiale con provenienza sospetta (Dal nostro corrispondente) Domodossola, 26 ottobre. Nella doppia vita della vittima sta forse la soluzione dello spietato delitto di Preglia. Gli inquirenti ne sono sempre'più convinti e continuano a scavare nel passato del giovane, Rocco Malgeri, assassinato sotto la porta di casa da due killer? che gli hanno sparato quasi a bruciapelo con la lupara e lo hanno poi finito a colpi di pistola. Par il delitto, l'autista Giovanni Corso, 36 anni, zio acquisito della vittima, è già in -carcere. Dice che la sera del deUtto era a letto, nella sua abitatine di Tocogna, e cita la moglie come testimone. Ma sarebbe stato inchiodato alle sue responsabilità dall'auto, una «500», ebe è stata usata nella spietata esecuzione. L'utilitaria era intestata a un detenuto attualmente rìn- chiuso nelle carceri di Reggio Calabria che l'avrebbe affidata al Corso. L'autista, che non ha presentato una denuncia di furto, non ha saputo spiegare come mai la «500» è stata vista sulla statale del Sempione la notte del delitto. Non si esclude che il Corso, che comunque è accusato di «concorso in omicidio», stia cercando di coprire qualcuno. Con il suo mutismo,-intervallato da una lunga serie di «non so», avrebbe fatto capire agli inquirenti che, a suo giudizio, è meglio correre il rischio di essere condannato a trent 'anni di galera che finire i propri giorni sotto i colpi della lupara. Ogni giorno continuano ad affiorare comunque nuovi particolari sulla multiforme attività del Malgeri. Dietro la facciata del bar nel centro di Domodossola che ha gestito fino a pochi giorni prima di essere ucciso, il giovane trafficava in tutto: dalle stoffe al materiale edile. Naturalmente gli inquirenti non hanno trovato l'ombra di una fattura e hanno cominciato a chiedersi da-dove proveniva tutta quella roba. Sotto questo aspetto, le indagini potrebbero avere sviluppi clamorosi, portando alla luce un vasta organizzazione che si occupava di riciclare merce di provenienza sospetta. Anche le tre auto che il Maigeri usava per i suoi frequenti viaggi, che avevano come meta soprattutto le regioni del Sud, non sono state ritenute del tutto «rego¬ lari» e sono state poste sotto sequestro. «Una cosa è certa — commentavano stasera gli inquirenti — il Màlgerì si era messo probabilmente in un giro più grosso di lui e per questa ragione è stato ucciso». Per arrivare a qualche risultato, carabinieri e polizia dovranno comunque superare il muro di omertà che dalla sera del delitto sembra circondare la figura del giovane. Parenti, amici e conoscenti fanno a gara a chi ricorda di meno. Il loro puntuale ritornello è che nessuno ha mai saputo o visto niente, che potrebbe avere attinenza con il delitto. Oggi pomeriggio, dopo che l'autorità giudiziaria ha dato l'autorizzazione alla sepoltura della sauna, si' sono svolti i funerali del giovane. a. v. VIGEVANO — Oggi sciopero a carattere provinciale programmato dai sindacati nel quadro delle azioni anU-provvedfntenti del governo Andreotti. Alle 9,30; in piazza Ducale, Raffaele Sandolo, segretario provinciale della federazione unitaria. Illustrerà i motivi della vertenza.

Persone citate: Andreotti, Malgeri, Raffaele Sandolo, Rocco Malgeri

Luoghi citati: Domodossola, Reggio Calabria