Ragazzoni, chi era costui? di Ernesto Ragazzoni

Ragazzoni, chi era costui? Domani la città* di Orta gli dedica una lapide Ragazzoni, chi era costui? Frequentava l'allegra compagnia di artisti del Menabrea, ma chi ha parlato con i suoi amici o ha fatto ricerche sulle sue opere, come il professor Bonola, ex direttore della Negroni e il professor Aspesi di Galliate, lo giudicano uno spirito inquieto, insoddisfatto e ancora tutto da scoprire - Si dedicò anche alla magia e all'occultismo (Nostro servizio particolare) Orta, 24 settembre. Domenica gran festa a Orta per lo scoprimento di una lapide al poeta - giornalista Ernesto Ragazzoni. L'opera, firmata da Antonio Calderara, è stata collocata nei giardini di villa Bossi e vorrebbe dare l'avvio a una «riscoperta» di Ragazzoni. Chi era veramente questo singolare personaggio? Nel Novarese c'è chi si è occupato del bizzarro e geniale poeta conosciuto attraverso confidenze raccolte dai suoi amici più cari. Il professor Nino Bonola, 82 anni, direttore della Biblioteca Civica Negroni di Novara dal 1946 al 1968, gli ha dedicato alcuni scritti pubblicati nel 1956 su n Corriere di Novara. Bonola aveva anche fornito ad Arrigo Cafumi molte poesie inedite del Ragazzoni per quell'edizione in mille copie ormai introvabile edita nel 1956 da Aldo Martello di Milano. «Non ho conosciuto il poeta Ragazzoni personalmente — spiega — ma di lui sentii parlare di frequente gli amici. Erano l'avvocato Colli Lanzi, il signor Calderoni ed altri: frequentando Ragazzoni ebbero modo di ascoltare alcune composizioni poetiche mai rese pubbliche. Erano particolarmente quelle più spregiudicate». Gli appassionati della poesia del Ragazzoni, amici di vita bobémienne novarese, erano usi declamarle a tavola. Ed è così che il Bonola potè raccogliere quel materiale prezioso. «In realtà io non trattavo con il Cajumi; ma con Cesare Branduani, decano dei librai milanesi. Tutto quanto di inedito riuscivo ad apprendere, lo passavo a lui. Ed è stato cosi — spiega — che l'edizione del 1956 delle poesie di Ernesto Ragazzoni rappresenta l'opera più completa del poeta d'Orta». Esistono immagini fotografiche del Ragazzoni? «Credo di si — risponde —. Quando Arrigo Cajumi suggerì di fare uscire dalla leggenda il Ragaraoni; se non un monumento o un busto, almeno con ima lapide sulle rive del suo bel lago d'Orta, io commentai che del Ragazzoni si conosceva solo una caricatura giovanile apparsa sul giornale satirico - umoristico novarese "La Vespa", in data 27 ottobre 1901, precisa, il libraio milanese Branduani mi corresse, ricordandomi che una fotografia del Ragazzoni era apparsa su una rivista romana anni addietro». Che tipo era Ragazzoni? Pina BaUario, la scrittrice ne varese scomparsa pochi anni or sono, nel 1960, riferì quanto le raccontò suo padre nella rivista dell'Istituto Mossotti di Novara: «Mio padre lo nominava tra quei giudiziosi scapigliati novaresi, scultori, pittori, musicisti che frequentavano il Menabrea e furono suoi compagni di fame, sogni, burle geniali per le quali restaro¬ no famosi i fratelli Sorniani». La Ballano lo considerava l'ultimo degli scapigliatii «Uno scontento, un inquieto cui probabilmente la vita non sorrise e di cui egli bruciò le tappe, consumato da un'ansia angosciosa, malata di finirla, una febbre di autodistruzione». Ma non tutti ? novaresi la pensavano allo stesso modo. C'era chi non aveva dimenticato il suo articolo «Il paese della muffa» a -firma per este- \ so del direttore Ernesto Ra- gazzoni, apparso nel febbraio I del 1901 su «La Gazzetta dilNovara». Da quell'articolo I nacque un pandemonio: molti si sentirono offesi personalmente intravvedendo allusioni specifiche. Si chiese al Ragazzoni una ritrattazione scritta; e non gli si credette quando spiegò che si era equivocato sulle sue parole. «Il mio articolo non è diretto contro qualcuno, in special modo-— disse —. Era più che altro uno studio psicologico sul burocrate in generale». Questa spiegazione parve una nuova provocazione; e il gior naie dovette dichiarare che il famoso articolo «Il paese della muffa» non concordava con la linea politica del gior¬ nale. Ernesto Ragazzoni lasciò la direzione del giornale, e a chi gli ribatté di avere fatto una cosa seria, rispose: «Io trattò seriamente soltanto con la gente seria... Ma siccome non ne trovo mai, così rido sul muso a tutti... a cominciare da chi mi fa la morale». Eppure Ragazzoni fu solo in apparenza un umorista gaudente. Il professor Alessandro Aspesi, 79 anni, galliatese, direttore del Bollettino storico per la provincia di Novara, che fu preside per 18 armi del «Mossotti» (l'istituto novarese che licenziò «ragioniere» Ernesto Ragazzoni nel 1889), fece ricerche su di lui per conto della società storica «Nell'apparenza gaia, quasi scherzosa — spiega — aveva, tuttavia una vita interiore turbata da insistenti inquietudini religiose, filosofiche, fino ad arrivare alla cabala, all'occultismo, alla magia,'Si diede allo studio della magia, per quel bisogno che c'era In lui di penetrare nei più reconditi recessi delle cose, di svelarne l'inconoscibile, per la sua ansia dì sapere, di voler sapere. Il suo desiderio di credere era condensato nella frase che soleva ripetere: "Sono una fede in cerca di Dio"». In terza pagina un articolo su Ernesto Ragazzoni di Lorenzo Mondo. Umberto GottardéUò In terza pagina un articolo di Lorenzo Mondo. H professor Mino Bonola e il professor Alessandro Aspesi di Galliate: due ammiratori del poeta Ernesto Ragazzoni

Luoghi citati: Galliate, Milano, Novara