Il 2-4-5 Tp, il "diserbante che uccide" viene tuttora impiegato nelle risaie
Il 2-4-5 Tp, il "diserbante che uccide" viene tuttora impiegato nelle risaie Dopo la tragedia di Seveso allarme in tutto il Novarese Il 2-4-5 Tp, il "diserbante che uccide" viene tuttora impiegato nelle risaie Dopo il decreto ministeriale che l'ha messo fuori legge viene venduto a borsa nera, in confezioni camuffate e anonime - I viticoltori di Fara erano stati i primi sei anni fa a denunciare il pericolo • Prima veniva sparso con l'elicottero, ora si usa il nebulizzatore attaccato all'aratro - Vigne bruciate e strane malattie (Nostro servizio particolare) Fara, 10 agosto. La tragedia di Seveso ha avuto vasta eco nel Novarese dove contro «il diserbante che uccide» i viticoltori hanno da anni levato un grido di allarme per la verità minore con risultati modesti. D'improvviso il discorso si è ripresentato con una drammatica attualità: il famigerato 2-4-5-Tp vietato da un decreto ministeriale è scomparso dalle campagne o viene ancora usato alla chetichella? A quanto pare, purtroppo il diserbante viene ancora comunemente adoperato in molte risaie. Ne sanno qualcosa i viticultori di Fara Novarese dove l'allarme è costante, li « 2-4-5 Tp ». infatti, rappresenta un terribile pericolo per le viti delle colline novaresi che stanno al confine con la zona delle risaie che va dalia provincia di Novara a quella di Vercelli. In passato i danni provocati dal « diserbante maledetto » sono stati sensibili, ed è pienamente giustificata l'apprensione dei faresL » . C'è un decreto ministeriale, vecchio di sei anni (11 agosto 1970), che ha vietato i'uso del «2-4-5-TP»; malgrado ciò il diserbante può essere ancora acquistato con una certa facilità. Si trova in confezioni camuffate e si può comprare a volontà. E' però indispensabile essere risicoltori ben noti, perché in caso contrario i «borsaneristi» non si espongono. A Novara basta rivolgersi alle persone « giuste ». Il «2-4-5-TP» viene consegnato in confezioni anonime, e risalire alle origini è pressoché impossibile anche per la logica omertà che vige ira compratori e venditóri, interessati a proteggersi a vicenda. La lotta al pericoloso diserbante era partita proprio dai viticoltori di Fara. Alla fine- degli Armi 60 cons una clamorosa presa di posizioni, i coltivatori della vite novaresi lanciarono l'accusa contro il pericoloso prodotto già al bando in altre nazioni. L'azione dei viticoltori fu coronata dal successo: il decreto di legge che proibiva l'uso del « 2-4-5-TP ». « Purtroppo anche dopo il decreto — dice il presidente della Cantina sociale di Fara, Italo Porzio — abbiamo dovuto lamentare dei danni. Quel terribile diserbante che bruciava le viti è stato usato ancora e sono convinto che è stato adoperato anche in questa stagione». < « Il periodo critico — prosegue — è per la vite quello che va dall'inizio alla metà di giugno quando le piante danno il tralcio nuovo. Questo periodo coincide con il trattamento a base di diserbante della risaia. Quest'anno siamo stati fortunati perché l'annata dell'uva ha registra¬ to un anticipo di tre settimane. In pratica quando i risicoltori hanno dato il «2-4-5TP» le nostre piante erano già robuste e hanno sofferto poco ». Stando a quanto ci è stato possibile sapere, i risicultori che adoperano ancora il « 2. 4.5. TP »' (assai meno costoso e più efficace degli altri diserbanti) sarebbero molti. Naturalmente non adoperano I più gli elicotteri per spanderlo sulle piantagioni; usano, invece, pompe a mano o nebulizzatori applicati ai trattori. « IVoi ci accorgiamo che è stato dato il "diserbante proibito — dice sempre Italo Porzio — perché accusiamo un forte bruciore agli occhi. I risicultori. per evitare che il "2.4.5. TP" si volatilizzi, lo mescolano al sale. Malgrado ciò una parte viene ugualmente trasportata dal vento. Non conosciamo i pericoli ai quali tutti andiamo incontro anche se l'esperienza di Seveso dovrebbe essere un am| movimento per tutti ». e Naturalmente non parlo solo per noi — dice il presidente della cantina sociale di Fara — ma per i risicultori stessi che sono ovviamente i più esposti. Nei paraggi si parla a\t molti casi di strane malattie. Questo è un piccolo centro, e, anche se si cerca di nascondere i fatti, alia fine tutto viene a galla. Si racconta del caso di un risicultore al quale la bottiglia di "2.4.5. TP" si è rotta in tasca con gravi conseguenze per le parti del corpo venute a contatto con il diserbante ». ' Da dove arriva questo « 24-5 TP? ». rMfflcUe dirlo. C'è in giro molta, reticenza; chi sa ha interesse a non parlare. Si 'compra a Novara, questo è certo, e pare provenga da Bergamo. Stupisce però il fatto che i borsaneristi riescano a farlo passare. E i controlli? « Siamo riusciti ad ottenere il decreto — conclude amaramente Italo Porzio — ma bisognerebbe farlo rispettare. Io spero che la situazione migliori al più presto anche per il senso di responsabilità dei risicultori. Il "2-4-5 TP" non deve essere più usato. Non basta mischiarlo al sale. Anche quest'anno gli aceri al confine della risaia, per un raggio di cento metri, hanno avuto danni e in più si è notato che in alcune zone della risaia stessa le piante hanno sofferto: si sono viste delle macchie rosse nelle quali il riso risulta ingiallito e rado. A lungo andare l'uso di questo diserbante potrebbe finire col ritorcersi a danno degli stessi risicultori ». Marcello Sanzo | presidente della Cantina sociale. Italo Porzio
Persone citate: Fara, Italo Porzio, Marcello Sanzo
Luoghi citati: Bergamo, Fara Novarese, Novara, Seveso, Vercelli
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