E' solo una pedina iI giovane finito in carcere per ricatto?

E' solo una pedina iI giovane finito in carcere per ricatto? La tentata estorsione ai fratelli Cerutti E' solo una pedina iI giovane finito in carcere per ricatto? I carabinieri stanno cercando eventuali complici • Gli industriali di Borgomanero dicono; "E* finito un incubo che durava da cinque mesi" (Dal nostro corrispondente) Borgomanero, 9 agosto. . eE' finito un incubo che durava da cinque mesi», dicono oggi i Cerutti, gl'industriali borgomaneresi coinvolti nel tentativo di estorsione fallito l'altra notte per l'intervento dei carabinieri. «£* stata, quella dei. carabinieri — aggiungono — un'operazione brillantissima: in nessun modo i malviventi avrebbero potuto sfuggire». I tutori dell'ordine quasi si schermiscono: «Ci eroismo preparati — affermano — per affrontare una banda di specialisti, e ci siamo trovati di fronte, a quanto pare, a un dilettante del crimine». Nonostante le dichiarazioni ufficiali e il comprensibile riserbo, pare accertato tuttavia che le ireggini proseguano, nel tentativo di scoprire se l'arrestato, il quale sostiene di avere agito da solo, avesse dei complici o fosse addirittura solamente l'autore materiale d'una trama ordita da altri. 7 L'arrestato è, com'è noto, Francesco D'Elia, un immigrato di 27 anni, attualmente senza occupazione, che risulta incensurato ; un suo fratello lavora dai Cerutti e un altro è stato licenziato per insubordinazione. La vicenda è la seguente: sotto un cappelletto d'entrata della Trascernenti, in via Bel trami a Briga Novarese, che è una dipendenza della San Marco, fabbrica di gru di Borgomanero, viene rinvenuta una lettera in cui si avverte V«illustrissimo cavatier Cerutti» che «se non si atterrà scrupolosamente a quanto le chiediamo di fare, suo nipote farà una comparsa nel regno dei cieli a braccia aperte». L'avvertimento sembra essere rivolto a Car letto Cerutti, presidente ^'tp b«w Marco, e in tal caso il nipote avrebbe potuto essere un figlio del fratello Giulio, perché fl terzo e più giovane dei Cerutti, Mario, ha i bambini piccoli. Ma il particolare non è chiaro, perché anche Carletto ha figli, e la lettera poteva dunque essere per Giulio o Mario. «Probabilmente — dicono gl'inquirenti —si è volu¬ to coinvolgere in qualche modo l'intera famiglia, confondendo volutamente le cose per spaventare tutti». In ogni modo, l'autore della missiva perla chiaro: mettere 200 milioni in un sacco della spazzatura e depositarlo sotto il ponte dell'Agogna nei pressi del cinema Lux, la sera del 6 agosto alle 21. Vengono informati i carabinieri, che predispongono la trappola: 25 uomini, al comando dei marescialli Giovagnoli di Borgomanero, Buono e Barbero di Arona, e di altri sottufficiali del nucleo investigativo di Novara, circondano la zona. Alle 21 l'aw. Ugo Cornacchia, legale della famiglia, e Giulio Cerutti, scaricano dal ponte sull'argine del fiume un sacco colmo di cartaccia con l'aggiunta di poche banconote. Intanto i carabinieri hanno notato un giovane su una Simca che finge di leggere il giornale, ma che in realtà controlla l'operazione. Costui entrerà poi nel cinema Lux, e solo verso le 0,30 verrà rivisto mentre scritte sul greto dell'Agogna dai vicini giardini pubblici. Sarà colto letteralmente con le mani nel sacco. «E pensare — commenterà — che non avevo notato nemmeno l'ombra d'un carabiniere». Interrogato, ai asàuinera la responsabilità di tutto. «Ho preteso una somma alta — avrebbe detto — per dare l'impressione che si trattasse di un'organizzazione potente». Mai Cerutti non ne sono convinti. Fin dal 9 marzo Carletto aveva ricevuto una lettera spedita da Gattinara: «Caro Cerutti — diceva — gli sbagli non si accettano. Per questo sbaglio voglio 250 milioni, altrimenti verranno danneggia- j ti i tuoi averi». In seguito, c'è ] una telefonata che annuncia j lo scoppio d'una bomba alla I San Marco, poi non avvenuto; | quindi, il 23 marzo, una seconda lettera dal contenuto simile. Da quel tempo, le tre famigliee Cerutti (ma si tratta più propriamente d'un'unica famiglia solidamente unita) vivono in ansiosa attesa. La settimana scorsa i Cerutti rice¬ vono la visite, nella villa sul lago, d'un principe arabo che tratte l'acquisto di gru per il suo lontano sultanato, dove basta fare un buco per trovare petrolio. I Cerutti non diffondono la notizia per evitare che si parli di loro. L'altra notte i Cerutti sono tutti riuniti in villa quando giunge la notizia rassicurante. «Ma sarà solo Francesco D'Elia, con il quale non abbiamo mai avuto rapporti?», si chiedono, «Noi non ne siamo conf. au

Luoghi citati: Arona, Borgomanero, Briga Novarese, Gattinara, Novara, San Marco