Boom delle macchine per scarpe nella Cinque giorni di Pirmasens

Boom delle macchine per scarpe nella Cinque giorni di Pirmasens Un incremento del dieci per cento nelle esportazioni italiane Boom delle macchine per scarpe nella Cinque giorni di Pirmasens Vigevano. 3 grugno. Un settore produttivo che è sorto e si è sviluppato nel paese di pari passo con la espansione sui mercati di tutto il mondo della scarpa «mode in Italy», è quello dei fabbricanti di macchine per calzaturifici. Conta fra le 350 e le 400 unità produttive situate in tutte le « aree calzaturiere» nostrane, e cioè in Lomellina, parte nel Pavese e nel Milanese, nel Veneto (prevalentemente nella zona che fa capo a Padova), nelle Marche e in Toscana. L'ottanta per cento delle aziende comunque hanno la sede a Vigevano e nel suo immediato circondario, che, oltre ai paesi lomellini, si estende anche nel vicino Novarese. Il momento favorevole che contraddistingue—la attività del costruttori àTmacchlns per calzature, dopo, la crisi che aveva investito U settore nei primi mesi del 75, ha trovato il suo più qualificante e recente riscontro alFultima « Cinque giorni di Pirmasens». E' la mostra-mercato internazionale più prestigiosa a livello mondiale. Si tiene ogni tre anni in quella città, tedesca della Sar. L'undicesimo edizione ha chiuso i battenti da pochi giorni. Per quanto riguarda l'andamento esportativo del fabbricanti italiani, nel primo quadrimestre dell'anno rispetto a quello analogo del '75 è stato calcolato un incremento nella misura del 10 "per cento. I mercati dove gli stampi, le rifinitrici e le altre macchine che servono per la confezione della scarpa hanno trovato il loro abituale sbocco sono i paesi dell'Est Europa (Russia, Polonia, Bulgaria e Ungheria in particolare), tutta l'area del Mec, gli Stati Uniti e il Canada. Nel Sudamerica, c'è una incoraggiante crescita della domanda dal Brasile e ultiinamente ■ anche dal Cile mentre si nutrono buone speranze per un mercato nuovo: quello del Perù. In Sudamerica, però, giocano ancora negativamente sulle macchine italiane alcune difese doganali rese operanti a difesa dei rispettivi settori nazionali. Uno dei motivi trainanti dell'esportazione di macchine per calzaturifici italiane nel mondo è la progressiva e celere meccanizzazione della lavorazione della scarpa con l'uso del poliuretano. E' un prodotto sintetico che ha provocato una rivoluzione sul piano industriale nella confezione della scarpa L'impiego del poliuretano è ' stata un'altra iniziativa che sul finire degli Anni Ses¬ santa ha visto all'avanguardia i calzaturieri italiani e quelli vigevanesi in testa. Una meccanizzazione intensiva è ora particolarmente richiesta dai Paesi del Medio Oriente: dalla Siria all'Iran, dall'Irak all'Arabia e in coda dall'Egitto. 1 fabbricanti di macchine per calzaturifici 'hanno in prospettiva lavoro sicuro almeno per un anno. Questa è una valutazione che si può applicare alla quasi totalità delle aziende. Per essere competitivi in questo specifico campo è indispensabile trattare gli affari tramite un'organizzazio¬ ne che coordini l'intera produzione del macchinario italiano. Un obiettivo non facile da raggiungere a breve termine, cioè nell'arco di qualche anno. Questo è quanto dicono esponenti qualificati del settore e presso le due associazioni nelle quali sono affi¬ liati gli appartenenti alla categoria e cioè l'Ucimac (Unione costruttori italiani macchine e accessori per calzaturifici) e l'Avi (Associazione vigevanese industriali). L'«Unione» è quella che rappresenta la fetta maggiore delle aziende del settore. Giancarlo Rolandi

Persone citate: Arabia, Giancarlo Rolandi, Milanese