Non accetterà un secondo "confinato" il sindaco di Pella perché ne ha già uno
Non accetterà un secondo "confinato" il sindaco di Pella perché ne ha già uno Professione primo cittadino (e adesso poveruomo?) Non accetterà un secondo "confinato" il sindaco di Pella perché ne ha già uno "Piuttosto mi dimetto" dichiara Meloda, che tutti i suoi amministrati chiamano familiarmente Vi neon zi no Al primo presunto malioso, tornato dal carcere, finirà invece per trovare lavoro nella sua rubinetteria (Nostro servizio particolare) rclla. 2S maggio. «"Professione sindaco", una professione difficile, con ogni sorta di problemi da affrontare. Da noi a Fella ora c'è la storia del secondo "mafioso", ne abbiamo già uno e lo trattiamo bene: adesso ce ne vogliono mandare un altro. Maj questo davvero non lo voglio, piuttosto mi dimetto». Parla Vincenzo Meloda. il sindaco di Pella che in paese tutti chiamano affettuosamente «Vincenzino» e i colleghi per scherzo «l'inquinante» perché è proprietario di una rubinetteria. E' stato il primo a chiedere ospitalità alla rubrica che abbiamo dedicata ai problemi dei sindaci. Meloda regge le redini di questo piccolo centro del Cusio dal 1970. La gente di lui si fida e lo dimostra il fatto che 10 hanno votato anche gli op posìtori politici. Aspetto volitivo, mani da lavoratore, il primo cittadino di Pella, è un imprenditore che, come ama sottolineare, proviene dalla gavetta. Vn personaggio che possiede tutte le caratteristiche della gente del posto: tenacia, coraggio, umanità. «Per amministrare al giorno d'oggi — sospira — di coraggio ce ne vuole tanto. I mezzi economici sono assolutamente inadeguati per fronteggiare le molte esigenze. Malgrado ciò si cerca di fare 11 possibile e talvolta l'impossibile cominciando a volte un'opera con i fondi che ci sono e sperando nella provvidenza per portarla a termine». «Vincenzino» è l'amico di tutti. A Pella tra i poco più. di mille abitanti e il sindaco si è instaurato da tempo un rap porto di reciproca stima «Sono convinto — dice l'interessato — di amministrare gente intelligente. Qui nessuno si aspetta miracoli; tutti ai rendono conto delle difficoltà e collaborano per quanto possono». Un esempio della umanità del sindaco e dell'intero comune di Pella è dato dalla lunga vicenda di un soggiornante obbligato. Natale Bernardo, un casertano sospettato di appartenere a una cosca mafiosa. Fu inviato a Pella nel febbraio del 1972 quando aveva Zi ùnfiT.'La giovane eia dell'ospite e le difficoltà derivate dal trasferimento spinsero il sindaco a trovargli un lavoro. Il giovane.aveva cominciato ad integrarsi fra la gente del posto. Dopo un anno, però. Natale Bernardo aveva subito un processo per un carico pendente ed era stato condannato a tre anni di carcere. «Adesso è tornato qui per completare il periodo di soggiorno obbligato, ed è venuto a trovarmi — racconta il sindaco di Pella — ho cercato di fargli dare ancora U lavoro di prima, ma lui ha fatto qualche difficoltà e io ho capito anche il perché: vuole venire a lavorare nella mia rubinetteria. So che alla fine finirò per accontentarlo. Lui si è reso conto che sono un buono e the non me la sento.di lasciarlo per strada». «Tutto ciò però non deve ritorcersi a danno del paese — aggiunge il sindaco —. Adesso le autorità intendono mandarci un altro soggiornante obbligato e a questo punto noi ci opponiamo. Abbiamo già i nostri problemi per trovare una sistemazione a questo ctìe c'è e non possiamo assolutamente accollarcene un altro. Io spero che le autorità competenti si rendano conto e ci evitino una presa di posizione decisa». m. s. Vincenzo Meloda, sindaco di Pella, fotografato al convegno che si è svolto nell'isola di San Giulio. Accanto, la prof. Bedoni, la sindache ssa di Madonna del Sasso
Persone citate: Bedoni, Fella, Meloda, Natale Bernardo, Vincenzino, Vincenzo Meloda
Luoghi citati: Cusio, Madonna Del Sasso, Pella
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