Il fulmine che decapitò il nostro S. Bartolomeo

Il fulmine che decapitò il nostro S. Bartolomeo Il fulmine che decapitò il nostro S. Bartolomeo Ecco la poesia dedicata a San Bartolomeo dall'assessorepoeta Giovanni Pennaglia. Da nuvembfi l'èva al tre d'ai e na gran saita. (1) l'avi va sciapi I co d'ai nostu petronu che da centagni 'n scià d'ai prunau i vantava beau a prutaggiani tucci inumi e la nosta gran cita; a vanta vija, da là in sani, 'I lavor, 1 cumerciu e l'industria, i orai, i compi, la varroomrnia: scamp* jagjienti da ogni inalatila che tempri i disughi na IHamijal I sevn ataci tucci lucei: soma testa són Badarne mancava quaicusa co' i cai, l'ava sonza co' Burba né! Cun divuzion tira jo' a'é anca 1 rasai cun denti 'n parchi se 1 entrava da la I manderanJ tucci a la n So sta gran piaza, I zivu «nofreggni 'nco la rigira a ma 1 monca lu, al pat che panai, 1 deva sta J'on «Usi da fe, sti ai I Mito, la aro Loco e ma i somma rivai a ri par pud) temè 1 corniti N t'al sttontadnqui naej i cun tonta divuzion. a Rumi cun dusentu slsonta piligritti e par ratto Jumma manda %m J'on fai vernarti tonti reni da fa: in I'isuia d'ai Tiberiu. m t'al d'ai re dia minine, Em anghevaghi la basilica 'd E mentri i nevi jnoi par la in Son Giurami d'ai LaUioii (in dunda j'apostuli 1 pottu jon) me i san staclu 'ricanta jnoi al patriarca d'era lai Gjarrti. cum l'evo bel: gj cun Jogi chi fasivu «ami. la peli so' 'n bi n la manzina 1 • giamo' chi sevi a miri e rimiri curia 1 doni dari I ztvumi: allu ciane. l'i 1 nostu. minacathi! fackj par 1 n fai rrtundu pecu 'nghi da spiri, il i crodòu 'nco in te: I preguti, j'rtvocuti: i I in bt t'é 'n t'al esisterai t'é tempri Gjienti cari da Bwbani: ciapé forze, credi, ón Bartulamil! denti I DI novembre era il tre del sessantotto e un gran fulmine (1) aveva schiantato la testa del nostro patrono, che da cento anni In qua dal pronao guardava giù a proteggerci tutti noi e la nostra grande città: a guardare con cura, di la in alto, il lavoro, il commercio e l'industria. I prati, i campi, la vendemmia: salvare' le genti da ogni malattia che sempre gli dicono una litania. Slamo rimasti tutti scioccati: senza la testa san Bartolomeo mancava qualcosa sulle case, era senza capo. Borgomanero! Con devozione si è tirato giù anche il rimanente con dentro un alveare (21. perché se cadeva da la sopra ci mandava tutti alla malora. Su questa grande piazza, dicevano in tanti, c'è ancora la regina (3) a proteggerci, ma manca lui. il patrono, che per noi deve stare sul trono. Si sono dati da fare, questi anni indietro. Il Nito (4). la Pro Loco e più di tre. ma siamo giunti all'anno santo per poter formare il comitato. Nel téttantacinqua siamo andati con tenta devozione a Roma, con duecento sessanta pellegrini, e per radio. (5) abbiamo mandato tanti bacini. Ci hanno fatto vedere tante cose di fede: nell'isois Tiberina, nel tempio del dio della medicine. Esculapio. vi ere la basilica di san Bartolomeo. E mentre andavo innanzi per la porta santa in San Giovanni Laterano (dove gli apostoli la sede hanno) io sono rimasto incantato dinanzi al patriarca che era là! Gente, come era bello: grande, enorme, con gli occhi che mandavano fiamme, la pelle su un braccio, nella sinistra il coltellaccio: e giacchè ero meravigliato a mirare e rimirare quella maestà, le donne che venivano appresso mi dicevano: Portalo a cesa quello, portelo, entello è I! nostro (santo), portalo a casa. Onesto comitato era formato da persone competenti e di buona volontà, perché noi di Borgomanero presto volevamo il nostro san Bartolomeo! Fammi la grazia, san Bartolomeo, di mangiare e bere senza lavorare! Va a lavorare, pelandrone, gli ha risposto il grande santo. Ed allora quel burbanello. lazzarone e -fagliano, gli ha detto senza devozione: Oh san Bartolomeo non sei un minchione neppure tu. per ciò quelli di Mangiate (6) ti hanno lascialo pelato. Con l'argilla di Imnruneta (Ti II Filippo (81 farà di te. l'asceta.-da lassù guarda giù, come sempre hai fatto pel passato. Anche se nel mondo poco c'è da sperare. I borgontaneresi credono ancora in te: ti chiamano, ti pregano, ti invocano: in loro sei sempre presente nelle anime semp-e sempre dentro. Gente cara di Borgomanero, riprendete coraggio, credete. Ecco è qui san Bartolomeo. (1) La notte dei tre nove moie 1963 fu quelia della terribile alluvione nel Biellese. Anche Borgomanero ne fu colpita in modo sensibile, con feriti, strade allagate e case distrutte, in special modo nella regione Tabularli. < (2) Effettivamente fu trovato un* alveare nella statua e ai dovette ricorrere a neutralizzare gli insetti affumicandoli. (3) La Regina: La Madonna Immacolata che in un monumento in granito dal 1721 troneggia nel bel mezzo della piazza principale .Martiri della Libertà, di Borgomanero. (4) Rag. Nito Margaret), presidente della Pro Loco, amico cariasima; borgomanerese schietto, perito tragicamente. |S) Alla Radio Vaticana, intervista e chiaccherata in dialetto borgomanerese. durante il pellegrinaggio per l'Anno santo. v" (6) Mangiate: paese vicino ' a Borgomanero. La tradizione nostrana dice che furono quelli di Mangiate a togliere la pelle a san Bartolomeo. [Ti Imprtmeta: nota città toscana nei pressi di Firenze, la cui argilla, unica al mondo, fu già usata dagli artisti del Rinascimento per le famose opere d'arte (ad es. Giovanni e Luca Della Robbia). ' (8) Filippo Fioramonti. scultore borgomanerese, allievo del prof. Luigi Fomara.

Persone citate: Burba, Filippo Fioramonti, Giovanni Pennaglia, Luca Della Robbia, Luigi Fomara, Madonna Immacolata, Mito

Luoghi citati: Borgomanero, Firenze, Roma, San Bartolomeo