Il ministro ha finalmente detto sì alla facoltà di Medicina novarese
Il ministro ha finalmente detto sì alla facoltà di Medicina novarese Si vota per eleggere i rappresentanti nell'amministrazione Il ministro ha finalmente detto sì alla facoltà di Medicina novarese Assemblea per la presentazione dei programmi -1 gravi disagi dei corsi parificati: lezione di anatomia a Torino per venticinque allievi soltanto ogni volta che "si trova un cadavere" (Nostro servizio particolare) Novara. 5 febbraio. «Solo 25 di voi potranno venire a Torino per la lezione di anatomia. Quando troveremo un altro cadavere sarà la voita di altri 25. Ma mi raccomando: non dite nulla agli allievi del secondo anno. Per loro non c'è assolutamente posto». Questo è quanto ha detto oggi il professor Levi dell'uni versità di Torino agli allievi del primo anno di Medicina dell'università novarese. La frase del professor Levi sintetizza chiaramente la situazione dei corsi liberi pareggiati delia facoltà di Medicina di Torino all'Ospedale Maggiore di Novara, istituiti nel 1970. Da quella data si sono susseguite le richieste al ministero della Pubblica istruzione per lo sdoppiamento dei corsi in modo da legalizzare una vera e propria facoltà novarese. La risposta era sempre stata negativa fino al 10 gennaio di quest'anno quando, in .seguito all'ennesima richiesta del consiglio di facoltà, il ministro ha risposto positivamente e questo vuol dire che al più presto l'insediamento universitario novarese, che raccoglie oltre 5Q0 studenti, sarà una realtà. Un sintomo di questa legalizzazione può essere considerato, il fatto che quest'anno, per le elezioni dei rappresentanti degli studenti negli organi amministrativi universitari, gli studenti novaresi voteranno nella loro sede. A Novara, infatti, per la prima volta ci sarà un seggio elettorale. In vista di questa consultazione oggi il gruppo «Per una università popolare e pluralistica» ha presentato il suo programma nel corso di una assemblea studentesca. Giorgio Martiny, capolista per l'amministrazione, ha detto fra l'altro che il movimento «nasce dall'esigenza di coinvolgere studenti, docenti, non docenti e componenti extra universitarie capaci di interloquire criticamente con l'istituzione universitaria».- «V'tntento che ci proponiamo — ha proseguito Martiny — èUMétte Si s^ttirs'ué'hcsso organico tra -univérhità- e tessutosociaìe perché sia possibile utilizzare e valorizzare il patrimonio culturale dell'università e la competenza dei docenti e dei ricercatori». In merito all'insegnamento mterdisciplinare Martiny ha detto: «Riteniamo indispensabile rivedere la normativa sulle mille ore perché sia garantita a tutti la possibilità effettiva di una adeguata preparazione clinica e sia possibile, per chi lo desidera, la loro estensione al quarto anno. Analogamente per quanto sta avvenendo negli anni clinici, è indispensabile reperire nuove strutture per il triennio biologico. E' infatti assurdo ipotiz- zar e una facoltà di Medicina decentrata ed adeguata a un alto numero di iscritti nel triennio conico, quando gli stessi provengono da un triennio biologico che non può fornire loro le necessarie conoscenze dette discipline di base». Ha quindi parlato Cesare Riccardi, candidato all'Opera universitaria, che ha fissato in tre punta fondamentali il programma del gruppo «per una università popolare e pluralistica»: «Politica di decentramento per i presalari; opposizione a chi vuote gestire l'opera universitaria in modo clientelare e funzionalità dei servizi contro il corporativismo degli extra parlamentari». Nel corso della stessa assemblea hanno preso la parola Eugenio Del Boca, capolista del consiglio di facoltà di Giurisjprudenza, e Giovanni ; Falleui, rappresentante del j ministro dell'istruzione nel j consiglio di amniiriistrazione I i| dell'università di Torino. m. n a y e e i o GFmcdntr«s i | Novara. Studenti dei corsi di medicina all'Ospedale Maggiore: è if> corso la campagna elettorale per l'eiezione dei rappresentanti, degli studenti negli organi ammnistrativi universitari. Presto Novara avrà la sua Facoltà di medicina? (Giovett
Persone citate: Cesare Riccardi, Eugenio Del Boca, Giorgio Martiny, Martiny
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