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Alagna: festa walser dei "purcei " Tra Capodanno e Carnevale la tradizione del sacrificio del maiale Alagna: festa walser dei "purcei " Un rito che si ripete ormai molto raramente e offre l'occasione per un incontro di amicizia tra i valligiani invitati al gran banchetto - Ricordo di antiche rivalità tra paesi vicini i cui abitanti erano gli uni allevatori di suini, gli altri coltivatori di rape (Nostro servizio particolare) Magna, 29 gennaio. La tradizione Walser vuole che nel periodo che intercorre fra Capodanno e le feste di Carnevale si macelli il maiale. In tempi passati davanti a ogni baita veniva costruito un porcile e i maiali, insieme con Qualche mucca, pecore e capre, rappresentavano il patrimonio di tutte le famiglie. Òggi la crisi che ha coinvolto la montagna con la conseguente emigrazione dei valligiani che abbandonano gli alpeggi per cercare una sistemazione più tranquilla al piano, ha ridotto il mercato zootecnico: l'allevamento dei maiali è stato il primo a farne le spese. 1 porci sono oggi pochissimi ma qualcuno c'è ancora e i proprietari si preoccupano di rispettarne le usanze. «Lock» (Lodovico) Giordano e Luigi Loro con la moglie Celestina Guardi e le figlie Rita. Rosanna e la piccola Barbara hanno invitato i loro conoscenti alle Piane, la frazione dove abitano, per la uccisione del maiale. Ottima occasione per ritrovarsi insieme con spirito di amicizia e rinnovare le usanze Walser più genuine ed autentiche. Ognuno, a chi tocca, tocca, ha un suo compito da svolgere: Lock Giordano ha scannato un porco di un quintale e mezzo, lo ha appeso per le zampe e ha incominciato a scuoiarlo. Le don¬ ne, invece, si sono preoccupate di lavare le interiora nell'acqua gelata della fontana. Nello «stand», poi, hanno cominciato a insaccare i salami, cotechini, mortadelle. Una parte verrà conservata nello tspicker», la stanza più a nord della casa e che, nelle baite Walser, viene utilizzata come dispensa; un'altra parte invece viene appesa accanto allo sfiatatoio della stufa o nella cappa del camino e viene fatta affumicare. Il macello del maiale è un rito che a sera si trasforma in festa, un'occasione di baldoria collettiva. Attorno alle tavole imbandite che raccoglievano un tempo le numerose famiglie patriarcali, si riuniscono oggi gli ultimi valligiani che- rimangono legati alla loro terra. Vengono serviti piatti a base di carne di maiale: i salamini («ururst») crudi, cotechini, le costolette bollite, la frittata (lombo, cuore, fegato, polmone rosolato con cipolla), bistecchine di lombo impanate. Non si aggiunge nulla di contorno, ma si innaffia la cena con buoni boccali di vino rosso e, come digestivo un sorso di grappa di quaranta gradi Il maiale, è entrato anche nella leggenda di Alagna al punto che gli alagnesi sono stati bonariamente battezzati: «i purcei». Le guide alpine più anziane ricordano ancora una storia che parla di rivalità fra i comuni della Valsesia. A Mollia, dice la vecchia storia, venivano coltivate enormi piantagioni di rape di cui sono golosissimi i maiali che popolavano Alagna. Le bestie, ghiotte di verdura, finivano per scendere fino a Mollia dove distruggevano gli orti Per difendersi dalle scorribande, gli agricoltori non hanno trovato niente di meglio che convincere gli abitanti di Riva Valdobbia, a mezza strada fra Mollia e Alagna a comperare intere mute di cani che potessero impedire ai porci di scendere a valle. Verità o fantasìa, è rimasto il ricordo e la leggenda è entrata a fare parte della storia e dei costumi di questa gente: quelli di Mattia sono chiamati «le rape», gli abitanti di Riva «i cani», e gli alagnesi sono rimasti «i purcei». In ossequio alle usanze più arcane e senza essere per nulla offesi dal soprannome, i «purcei» hanno fatto dei maiali il loro simbolo, li allevano, se li mangiano allegramente e a carnevale per mascherarsi si infilano sul capo la testa ài in porcellino in cartapesta, impastata con colla e dipinta poi con colori vivaci. 1. d. b. I Alagna. Alla frazione Piane, la famiglia Giordano macella scuoia e insacca il maiale: una festa walser (Foto Renato)