A Borgosesia è già carnevale

A Borgosesia è già carnevale Una manifestazione folk che costa quaranta milioni A Borgosesia è già carnevale Ritrovato l'entusiasmo dei tempi antichi - Nei cortili del centro storico e nei capannoni della periferia si allestiscono carri - Sfida tra i rioni: ognuno le sue maschere - Perù Magunella sarà sempre Mario Casagrande (Nostro servizio particolare) Borgosesia. 27 gennaio. Borgosesia di anno in anno riscopre al validità del 0'°™' « rispolverano le ma scnere- mte m eDOche rem°- iaca.pt die sempre si accom te ritornano, anche se per poche settimane soltanto, le geniali macchiette e i personaggi satirici o ingenui delle tradizioni. Come accadeva nei tempi antichi, i giovani si rinchiudono fino a notte fonda nei cortili del centro storico e nei capannoni della periferia per costruire i carri allegorici: le ragazze provano in segreto i costumi di trine finissime che indosseranno nelle sfilate della settimana grassa; gli organizzatori del comitato fanno matliiui, assillati da grossi e piccoli grat- pagnano a una manifestazione come quella valsesiana. Il carnevalone costa infatti una quarantina di milioni che, in un modo o'nell'altro, devono ritornare nelle casse sociali. C'è persino chi, come Rosetta Oioli, prende qualche settimana di ferie percontrìbuire al successo della festa. Vuole infatti ricamare a mano, su uno stendardo, punto dopo punto, figure gigantesche del Perù e della Gin, le maschere seduti sulla LunaTutti, dal presidente Gianni Zanni, al suo vice Luigi Baldo, a Luigi Cappellaro, assicuratore e factotum del comitato carnevalesco am- mettono che un entusiasmo come quello di quest'anno non si accendeva da tempo. «Sembra di essere ritornati all'època d'oro — convengono — quando le rivalità rionali impegnavano in una lotta di campanile tutti gli abitanti che si ritrovavano in capannoni mimetizzati da sacchi di tela iuta per completare le allegorie. Gomito a gomito, a chi toccava, toccava: c'era chi piantava chiodi e chi trapanava; quelli che impastavano il cartóne con la' colla per modellare le figure delle maschere e quel. li che, a tarda ora, comparivano con bottiglioni di vino rosso e salamini per un'improvvisata merenda notturna». Si ricordano in città episodi di accesa rivalità: «spionaggi» per carpire i segreti degù, avversari, scherzi e ripicchi,, spedizioni punitive per difendere il carro in costruzione dulia curiosila dei borgosesiani di altri rioni. Poi l'entusiasmo genuino si è in parte affievolito: il carnevalone di Borgosesia si stava esaurendo per mancanza di partecipazione popolare. «La gente della provincia e anche parecchie comitive, venivano anche dalla Lombardia per vedere le nostre sfilate — conferma Gianni Zanni, che in questi giorni si fa in quattro per accudire alla sua industria tessile, curare l'organizzazione del carnevale e accontentare anche qualche volta la gola con le lumache del Rino del Tre Re — però abbiamo notato, già l'anno scorso, che la nostra iniziativa rischiava di diventare fredda, senza più la spontanea partecipazione dei magun di Borgosesia. E allo! ra abbiamo pensato di rin- novarci, coinvolgendo tutti i vecchi rioni della città». L'iniziativa ha attecchito: ogni quartiere si è scelto un presidente, costruirà un suo carro e presenterà alla sfilata della settimana grassa le sue maschere. Insieme faranno da corteo ai «Perù Magunella», assecondandone lo spirito di personaggio «impegnalo» che, nelle piazze popolate da compagnie chiassose o attorno a tavole imbandite, vorrebbe invitare tutti a scordare i rancori covati per mesi per rinsaldare i vincoli di amicizia fra gente che la allegria collettiva e la baraonda spontanea accomuna. Il quartiere di Cravo, presieduto dall'autotrasportatore Pier Luigi De Bernardi, si j e~ procurato delle bandiere | giallo-viola per addobbare le | finestre delle case e presen I fera to sua maschera, il «se J j ì a a . o l a : e natore», impersonato da Giovanni. Fizzotti, 50 anni, impiegato in una rubinetteria della zona e consigliere comunaie comunista ma che, a carnevale, sveste i panni del politico per indossare il frac bordato con nastri amaranto e, di traverso, una fascia rossa e bianca, da ambasciatore. La sua compagna, la senatrice, sarà Andreina Pascio, 15 anni, futura segretaria di azienda, scelta all'ultimo momento perché due colleghe non riuscivano a mettersi d'accordo su chi dovesse interpretare la maschera del rione, sono state, tutte e due. scartate. Montrigone, invece, mette in piazza il «Mursei» e la «Mursela» (il tozzo di pane): Enrico Mentigazzi ed Antonella Saccu, due impiegati di 21 e 17 anni che vestiranno un costume marrone ed al collo avranno appesa una collana con una mezza pagnotta rosicchiata. E' il simbolo ài una antica e dignitosa povertà che il benessere ha in parie vinto, ma che la tradizione carnevalesca non vuole sia dimenticata. Sono personaggi di cui. non si par- lava più da anni ma dei quali gli archivi degli storici hanno conservato nomi e caratteristiche. E dalle soffitte, dai casseri polverosi, sono saltati fuori anche i loro vecchi costumi dove, imbottiti di naftalina, erano stati accuratamente riposti e poi dimenticati. Il presidente del rione Montrigone, il benzinaio Mario De Medici, sta dirigendo i lavori per la costruzione di un maestoso carro allegorico con «Il gigante, pensaci tu», ispirato al carosello. Le idee, insomma, non mancano. Profondamente radicato nel cuore di una collettività dove municipio, prò loco e associazioni si trovano alleati per ragioni di campanile e per assicurare fama e prestigio a una cittadina come Borgosesia, il carnevale offre l'occasione per una esplosione di trovate ingegnose. Si ispira alla satira il gruppo di Aranco, presieduto dall'industriale metalmeccanico Battista Calvi, che ha ideato un carro popolato da squali voraci che tentano di 'ghermire i poveri pescatori. Per la settimana grassa Calvi ha mobilitato tutta la famiglia: anche la moglie Alma prenderà parte alle sfilate nei panni della maschera «Marianin», la compagna di «Tulu». «Ciccio» Masiero, un meccanico, di 30 anni — Il rione di Sassola, invece, è nei guai II presidente Schiapparelli, titolare di un negozio di confezioni, ha fatto progettare un carro con una piovra gigantesca, si è procurato centinaia di bandiere azzurre e bianche con un'aquila come stemma (dicono i maligni che assomiglia più a un mite piccione) ma non trova nessuno disposto a interpretare la maschera del «Maga dal Burghett» una figura caratteristica di vecchio trasandato nel vestire ma che ha fatto della saggezza un mezzo per comprendere gli uomini. «Sarebbe un vero peccato — dicono gli organizzatori — se non potessimo fare sfilare anche questo "tipo" di filosofo che vive in disparte come Diogene ma che di tubi conosce vizi e difetti». Fra tutte queste maschere ci sarà anche Perù e la Gin. re e regina del carnevale, «padroni» per qualche gwrno del comune; MariojCasagrande per la diciassettesima volta si infilerà parrucca, scarpe con fibbia e il costume settecentesco dei nobili francesi. La sua compagna sarà Alice Freschi, una consulente di ricerche geografiche, archeologo che sta seguendo un corso per diventare direttrice di museo. Ed è anche figlia d'arte: la madre Graziella, organizzatrice del gruppo folk, è stata la Gin nel 1937 con Adriano Pianata, ex sindaco della cittadina. Mentre il carnevale è sconfitto nelle grandi città, continua a rivivere nei piccoli centri di provinovi dove le maschere sono l'occasione per rompere e superare assurde barriere ideologiche: e allora ognuno scopre il valore di una convivenza paciosa, si adopera a esprimere la j propria'indole esprimendosi in dialetto, e, mimetizzato da baffoni e barbe finte, ritrova il piacere del dialogo. Lorenzo Del Boca Borgosesia. Le « maschere » dei rioni (in borghese). Da sini stra Enrico Menugazzi, ii « Mursei » di Montrigone con Antonella Sacin; Battista Calvi; Andreina Pascio, Alma Calvi e Giovanni Fizzotti, il «senatore» (Foto Renato) Rosetta Oioli ha preso qualche settimana di ferie per ricamare un Perù e una Gin a grandezza naturale (F. Renato)

Luoghi citati: Borgosesia, Lombardia, Perù