Tunnel fra Macugnaga e Svizzera (ma è solo un sogno nel cassetto)

Tunnel fra Macugnaga e Svizzera (ma è solo un sogno nel cassetto) E* stato rispolverato un fantastico progetto turistico Tunnel fra Macugnaga e Svizzera (ma è solo un sogno nel cassetto) L'idea rilanciata durante un convegno del club alpino,- Il traforo dovrebbe completare tutta una serie di collegamenti tali da consentire un "tour del Rosa" - E' stato chiesto un freno alla strage di camosci (Nostro servizio particolare) Macugnaga, 5 gennaio. Toma d'attualità il progetto di collegare Macugnaga alla Valsesia, lungo gli antichi sentieri tracciati dai Walser. Se ne è parlato all'assemblea annuale del Cai di Macugnaga. L'idea è stata rispolverata dalla comunità montana della Valsesia che ha inserito nel proprio piano di sviluppo una strada che dovrebbe congiungere Alagna a Macugnaga attraverso il passo del Turlo (2700 metri di quota) e la Val Quarazza. Il progetto aveva suscitato le critiche dei difensori dell'ambiente naturale, «Italia Nostra» in testa. Nel dibattito si è ora inserito il Cai di Macugnaga che si è espresso a favore dell'allacciamento con la Valsesia purché ne sia realizzato un altro verso la Svizzera. Il terzo vertice del triangolo, dopo Alagna e Macugnaga, dovrebbe essere Saas Fee, una stazione alpina valiesana ai piedi del Rosa. Si tratta in pratica del progetto lanciato una dozzina d'anni fa dall'ingegnere svizzero Albert Coudrai che aveva previsto un collegamento stradale fra Saas Fee e Macugnaga con un tunnel sotto il monte Moro. Per tracciare sulla carta la via più breve fra Berna e Genova, l'ingegner Coudrai aveva poi disegnato una «camionabile» che avrebbe dovuto sbucare a Carcoforo, in Valsesia. «Venga pure questo collegamento — è stato detto all'assemblea del Cai di Macugnaga — purché si tratti di un'arteria turistica e non di una camionabile. Il percorso deve però essere realizzato interamente in galleria, per non deturpare con un nastro d'asfalto la Valle Quarazza, uno scenario alpino fra i più suggestivi che non ha ancora conosciuto l'assalto del cemento». Il costo di un'opera del genere è neU'ordine delle decine di miliardi. Con l'aria che tira alla Regione e in tutte le amministrazioni locali, le sue possibilità di realizzazione sono pressoché nulle. Il progetto, che ha sicuramente acceso la fantasia di chi sogna di girare con -gli sci ai piedi attorno al Monte Rosa, sembra destinato a rimanere sulla carta. A questo riguardo, c'è da dire che la comunità montana della Valle Anzasca ha preferito restare con i «piedi per terra». Nel suo piano di sviluppo, non c'è nessuna previsione per l'allacciamento futuro con la Valsesia. All'assemblea del Cai di Macugnaga si è parlato anche della strage di camosci che ha caratterizzato la stagione venatoria di quest'anno. A Macugnaga ne sono stati abbattuti 62, il doppio dell'anno scorso. Si racconta che alcuni camosci sono stati «stanati» dalle zone protette, per essere abbattuti con maggiore facilità. Il Cai chiede che si ponga un freno alle uccisioni indi scriminate che minacciano di distruggere un patrimonio faunistico che è anche una grossa attrattiva turistica. La scorsa estate il Cai ha organizzato una caccia al camoscio con binocoli e macchine fotografiche con successo fra gli escursionisti che avevano potuto fissare nei loro obbiettivi alcuni magnifici esemplari. La proposta del Cai è di stabilire all'inizio della stagione venatoria un piano d'abbattimento, esaurito il quale la caccia al camoscio deve essere .chiusa. L'iniziativa è appoggiata anche dai cacciatori di Macugnaga. Un'altra iniziativa del Cai di Macugnaga è stata quella di individuare otto località di interesse paesaggistico ed escursionistico in Valle Anzasca, dove saranno costruiti altrettanti nuovi rifugi. Si tratta di vecchie baite, circondate da vasti alpeggi, che saranno sistemate ed attrezzate. «Vogliamo mettere alla portata degli escursionisti — dice il i presidente del Cai di Macu¬ gnaga Teresio Valsesia — gli angoli poco conosciuti, ma non per questo, meno suggestivi, della Valle Anzasca. Si stemando le baite, contiamo di riportare nuova vita negli alpeggi ormai abbandonati». A conclusione dell'anno alpinistico, il Cai ha premiato alcuni fedeli amici del Monte Rosa. Nel corso di una serata che si è svolta in un albergo di Macugnaga, sono state consegnate targhe-ricordo agli uomini del soccorso alpino della Guardia di finanza, protagonisti di numerosi salvataggi in alta montagna, ai guardacaccia Giacomo Cocchini e Giuseppe Lometti, a Felice Jacchini, che è stato per molti anni capo delle guide, e al custode del bivacco Lanti, Giovanni Orella. a. v Macugnaga. Prime lezioni di sci, accanto alla mamma (Foto Renato)