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Condannato a quattro mesi per un pernacchio allo stadio In tribunale un giovane tifoso di Domodossola Condannato a quattro mesi per un pernacchio allo stadio (Dal nostro corrispondente) Verbania, 5 dicembre. . (a. c.) Quattro mesi di carcere, con i benefici di legge, per un «pernacchio», sono stati inflitti dal tribunale, a Fausto Roberti, 26 anni, abitante a Domodossola. I fatti risalgono al 29 novembre 1970. Quél pomeriggio si era giocato a Domodossola l'incontro di calcio fra la luce Domo e la Fossanese e la squadra, di casa èra- stata sconfitta. Un folto gruppo di tifosi domesi, al termine del la gara, si era riunito minacciando' all'indirizzo del direttore di gara ritenuto colpevole del passo falsò casalingo della loro squadra. Per porre fine all'assedio erano stati chiesti rinforzi alla Caserma dei carabinieri. Era intervenuto il comandante, ten. Giampaolo Sechi. L'ufficiale, in borghese, aveva intimato ai tifosi di sciogliere l'assembramento, ma, alle sue parole, si. era levato un beffardo «pernacchio». Identificato nel Roberti il responsabile, il giovane, nonostante un tentativo di fuga, era stato bloccato da un brigadiere dei carabinieri e caricato di forza su un'auto dei militi che lo aveva.portato in caserma. Durante questo movimentato episodio, l'imputato avrebbe colpito con un calcio uno dei carabinieri, l'ap. puntato Stefano Dell'Aglio, provocandogli una lesione ad una gamba, guarita in pochi giorni. Stamane, al processo, il Roberti ha ammesso il gesto di scherno, ma ha aggiunto di non sapere, al momento, che la persona a cui era rivolto, fosse un ufficiale della Benemerita. «Era in borghese — ha sostenuto — e ritenevo fosse un dirigente della Juve Domo. Quanto alle escoriazioni all'appuntato, non credo di essere stato io a provocarle e se l'ho colpito è stato per cause indipendenti dalla mia volontà. Attorno a noi c'era molta altra gente agitata». Anche l'appuntato ha dichiarato di non essere certo che a colpirlo fosse stato il giovane e l'imputato è stato assolto da quest'ultimo reato. E- stato invece riconosciuto colpevole del reato di oltraggio.