Devono pagare una tangente per avere la proprietà di terreni che sono già loro

Devono pagare una tangente per avere la proprietà di terreni che sono già loro Capita a Mergozzo, il piccolo paese dalle molte battaglie Devono pagare una tangente per avere la proprietà di terreni che sono già loro In Comune sono giunti i decreti che invitano gli interessati all'esborso del conguaglio - Per sessanta padroni di cave la procedura è anche più severa - Le irregolarità scoperte in seguito alla vertenza degli usi civici (Dal nostro inviato speciale) Mergozzo, 20 novembre. A Mergozzo, l'alto commissario per gli usi civici ha scoperto che aU'tnctrca 600 persone o gruppi familiari, catastalmente proprietari di terreni, cave e abitazioni non ne sono effettivamente i padroni. Ne sarebbero emirati in possesso, ctoe, abusivamente. Non loro, naturalmente, ma gU avi otto o nove secoli fa. Adesso per legittimare quel possesso dovrebbero sottoporsi a una complicata procedura pagando una .tangente più le spese. In questo senso sono giunti al municipio di Mergozzo 530 «decreti» che nei prossimi giorni dovranno essere notificati agli tnteres sali Per altri sessanta proprietari, per lo più cave (compresa quella famosa di Condoglia, che fornisce il granito per il Duomo di Milano), la procedura è ancora più seve ra: si parla di «reintegra», vale a dire che dovranno restituire la proprietà al Comune il guafe, però, dovrà pagare loro le spese di miglioria come la costruzione di stabilimenti e case con un esborso proibitivo per le casse comunali La vicenda, che sta mettendo a rumore il paese già protagonista l'anno scorso della «rivolta» per l'esproprio dei terreni destinati agli insediamenti industriali Montefibre, ha dell'incredibile. Se non ci fossero in municipio quei decreti da notificare, si stenterebbe a credere. Tutta la storia sembra sta nata proprio perché si è fatto ricorso al cavillo degli «usi civici» a proposito degli espropri. Quello di Mergozzo, per la verità, non è il primo caso in provincia di Novara e a volere ben guardare, andando a ritroso nel tempo, risalendo al 1200 e al 1300 se né troverebbero chissà quanti un po' dappertutto. Nel XII secolo o giù di ii erano i comuni e le signorie a essere proprietari della quasi totalità dei terreni che venivano dati «in uso» alla popolazione, a seconda dei casi, a singoli o alla collettività. Una prassi sancita con leggi e decreti i più famosi dei quali portano il nome di Maria Teresa. E' appunto rifacendosi ad uno di questi che si sarebbe scoperta la «magagna» di Mergozzo. E' evidente che in sette od otto secoli, l'uso di terreni per pascoli o coltivazioni agricole, si è consolidato stne a diventare diritto di proprietà. Una proprietà che oggi, dalle mappe catastali, risulta chiaramente intestata a persone fisiche senza ombra di dubbio. Proprietari a tutti gli effetti, che hanno pagato e continuano a pagare le tasse anche se talvolta si tratta di un fazzoletto di terra. Tutto ciò, però, sembra non avere importanza. Non importa neppure se ria stato magari il comune a cederlo con regolare asta perché quella procedura, si dice ora, era illegittima. Ci sono poi i proprietari nuovi, coloro cioè, che in questi ultimi anni hanno proceduto all'acquisto da privati Anche costoro sono soggetti alla «legittimazione» e, se mai, potranno poi rivalersi su chi ha effettuato la vendita. Insomma un pasticcio nel pasticciaccio con tanti cavilli da non più raccappezzarsL Il sindaco di Mergozzo, dottor Sergio Colombo, si mette le mani nei capetti. «Non appena si sono avute le avvisaglie di. questa situazione ho convocato il consiglio comunale. La popolazione è accorlllllllWliwe i lf"lHlìlll"**»'tVt interessati, praticamente hit- ' to il paese, c'è stata una levata di scudi. Io non ho potuto fare altro cbe rappresentare la situazione qua! è sottolineando che la nuova amministrazione cui sono a capo dal luglio scorso non ha certo smosso le acque- per portare alla ribalte queste questione». Sembra — mala cosa è tutta da dimostrare — che siano stati gli amministratori àt un tempo, di fronte alle «resistenze» a cedere i terreni per gli insediamenti industriali da parte dei proprietari, a prospettare la storia degli usi cunei Ma a questo cavillo, per la verità si erano appigliati anche quelli del «comitato difesa» di Mergozzo a proposito di quel mezzo milione di metri quadrati di terreno ceduto dal Comune al «Consorzio Basso Toce» per dare luogo all'insediamento industriale. I ricorrenti, in un documento sostenevano che la civica amministrazione non po¬ tmpustchdq[apt teva cedere quell'area (mezzo milione di metri quadrati) perché soggetta, appunto, ad usi civici, vale a dire alla «disponibilità» per pascolo e altro dei residenti Ma andare adesso alla ricerca del come e del perché ha poca importanza: il dato dì fatto è rappresentato da quei 530 decreti che invitano [atta legittimazione della proprietà e di quegli altri sessanta che impongono il reintegro. Ancora non sono stati notificati ma già, come abbùimo detto, la popolazione è in subbuglio. Presidente del «comitato di difesa» sorto all'epoca dei minacciati espropri è U geometra Sergio Bertinotti. Dice: «Ancora il comitato non è stato investito di questa nuova questione ma penso che presto o tardi dovrà occuparsene. Non è comunque — aggiunge — una faccenda che possa essere risolte globalmente, ma caso per caso». Spiega che ci sono per esempio proprietari che, per là natura stessa del terreno, non hanno convenienza a sborsare quattrini per la legittimazione e che continueranno ad es- sere beneficiari di aree soggette ad uso civteo; altri invece, che hanno interesse ad acquisire legittimamente la proprietà perché magari si sono costruita la casa. La «tangente» varia dalle 30-40 lire al metro quadrato sino a salire per taluni casi alle mule lire. A conti fatti l'esborso complessivo ammonterebbe ad alcune centinaia di milioni. Dedotte le spese e altri oneri, una parte dovrebbe finire nelle casse comunali. Il condizionale è d'obbligo perché la cosa non è del tutto certa. Ancora più complessa si presenta l'operazione di «reintegro» per quei proprietari che dovrebbero restituire (al Comune?) le loro terre. La civica amministrazione non ha ancora deciso il da farsi. Il sindaco. Colombo, è molto perplesso. «A parte ogni considerazione sulla opportunità di privare gente di un diritto acquisito da secoli — dice — non vedo come il Comune possa pagare l'indennizzo per spese di migliorìa. Ci sono delle cave che hanno fatto impianti costosi: dove andiamo a prenderò i denari?». Come abbiamo visto molti rinunceranno alla legittimazione non ritenendola una operazione economicamente conveniente: ma altri pure rinunceranno perché temono, quali «riconosciuti proprietari» di potere essere soggetti all'esproprio qualora, domani, l'area di Merqozso venisse nuovamente'presa in considerazione per insediamenti industriali Molti dei coinvolti dal reintegro, infine, pensano di ricorrere a una scappatoia: rinunceranno alla loro proprietà pagando un affitto per la cava che sfruttano. Piero Barbe Mergozzo. Il geometra Sergio Bertinotti, che si era battuto contro gli espropri e il nuovo sindaco Sergio Colombo

Persone citate: Maria Teresa, Piero Barbe, Sergio Bertinotti, Sergio Colombo, Toce

Luoghi citati: Mergozzo, Novara