Un'abside scoperta a S. Nazzaro farà luce sulla storia di Novara

Un'abside scoperta a S. Nazzaro farà luce sulla storia di Novara Rinvenuta nella chiesa più antica della città Un'abside scoperta a S. Nazzaro farà luce sulla storia di Novara E' databile fra il XII e l'inizio del XIII secolo, un perìodo "buio" per gli studiosi - Forse sarà il punto di partenza per svelare il "mistero" che avvolge 150 anni di vita nel capoluogo (Nostro servizio particolare) Novara, 5 novembre. I lavori di restauro dell'abbazia di San Nazzaro di Novara, la chiesa più antica della città, hanno permesso di scoprire, un metro e mezzo sotto il pavimento, una «abside semicircolare», databile, secondo gli esperti, tra il XII Secolo e l'inizio del XIII. II ritrovamento, avvenuto dopo pazienti ricerche iniziate nel luglio scorso dal professor Giulio Cesare Mussi, ha ima rilevante importanza storica ed artistica perché viene a collocarsi in un'epoca quasi del tutto sconosciuta dagli studiosi della storia di Novara. I documenti e le cronache dell'epoca si fermano infatti al racconto di quando in città, agli albori del 1100, nasce il «libero comune». Sono tempi di grosse contese: scende in Italia Federico Barbarossa e Novara, insieme con Pavia, Lodi, Cremona, Como, parteggia per l'imperatore. Poi si allea con Vercelli e partecipa alla Lega lombarda. Fa guerra contro i conti di Biandrate e poi si inserisce nella diatriba per la spartizione della Valsesia. Dopo d'allora per trovare una. data certa bisogna «saitare» fino al 1332 quando arriva Giovarmi Visconti che si fa proclamare conte e signore della citta. Fra le due date, in questo secolo e mezzo, quasi del tutto sconosciuto, viene a cadere la costruzione dell'abside scoperta a San Nazzaro: gli studiosi ritengono che possa diventare il punto di partenza per fare luce sul «mistero» dei centocinquanta anni rimasti bui per la storia di Novara. Anche dal punto di vista artistico le recenti scoperte del professor Mussi hanno una notevole importanza. La chiesa di San Nazzaro, che si confonde fra i grossi cipressi sul ■Colle della Vittoria», di fronte al cimitero, è antichissima. Non se ne conosce Tanno di fondazione'ma già un codice del X Secolo dice che «nel primo giorno... si visitavano le "cappelle" di.. San Nazzaro». La costruzione, nata per celebrare delle finizioni religiose ed adattata in seguito a monastero di chierici e, ancora successivamente, a clausura per suore, deve essere stata più volte modificata, abbattuta in parte e poi rifatta nella sua architettura tanto che, sui muri scrostati, sugli affreschi delie-pareti, le colonne, i mattoni «a vista», si può leggere, come in un testo di scuola, la storia dell'arte di qualche secolo. I resti archeologici più interessanti sono indubbiamente le fondamenta e la zoccola tura dell'abside della primissima chiesa. «Si vede che il, lavoro di muratura in "paramano" è stato molto curato — spiega il professor Giulio Cesare Mussi — deve trattarsi dell'opera di maestranze altamente qualificate: non i soliti "magutt", ma dei veri prof essionistu II sistema di costruzione è quello romano con decise influenze ài correnti stilistiche locali. Altri mari del genere li ho visti a Ravenna e nella Lombardia, patria dei Longobardi». Dietro l'abside sta venendo alla luce un'area che doveva essere stata adibita a cimitero per i monaci che abitavano il monastero: stanno affiorando due tombe quattrocentesche. In epoche successive la chiesa è stata ampliata con l'aggiunta di tre cappelle sulla navata di sinistra, fi tetto in legno è stato rifatto con una volta a vela, poi è stato aggiunto il «coro» affrescato con la «crocifissione» e gli «evangelisti». Si è già nel pieno XV Secolo. Foco più tardi, nel 1470, alle cappelle sulla navata di sinistra ne vengono aggiunte altre tre sulla navata di destra e forse a questa stessa epoca risalgono i rivestimenti in cotto ai firiestroni del presbiterio le cui sagome ricalcano quelle del cortile Broletto, della canonica, di Santa Maria delle Grazie di Novara. Nel "700, infine, le pareti sono state coperte da decorazioni che coprono due affreschi. «Siamo riusciti a salvare — dice il professor Mussi — soltanto pochi frammenti». La chiesa è stata in epoca napoleonica sconsacrata e trasformata in una cascina: nella sacrestia è stato ricavato un porcile, nelle navate le cui pitture sono coperte da uno spesso strato di fuliggine, dovevano essere state sistemate le cucine. Il refettorio poi ha fatto da fienile: per aprire un varco sufficientemente ampio per permettere ai carri di entrare è stata abbattuta una parete coperta da un maestoso affresco (probabilmente) del Monto rfano che aveva dipinto una «Ultima cena» o le «Nozze di Cana». Ne è rimasto un angolo dove si vede un servo mescere del vino in una giara di terracotta. Soltanto nel 1323 il consiglio municipale, restituendo l'abbazia ai frati cappuccini di Alessandria con una convenzione, ha stabilito di ripristinare l'edificio che, frattanto, l'inclemenza del tempo ed il vandalismo degli uomini avevano devastato e impoverito. I restauri sono stati curati dapprima dal professor Viglio e dall'architetto Lazanio intorno al 1930 e poi abbandonati fino al luglio scorso. L d. b. Novara. Il prof. Giulio Cesare Mossi indica l'abside del tredicesimo secolo alla luce sotto il pavimento della chiesa di San Nazzaro di Novara (Foto Giovetti)