Il morto (forse per un'iniezione) si era fatto medicare una ferita

Il morto (forse per un'iniezione) si era fatto medicare una ferita Di giorno in giorno più ingarbugliato il giallo di Sizzano Il morto (forse per un'iniezione) si era fatto medicare una ferita Al pronto soccorso di Gattinara i medici hanno curato due volte a distanza di un'ora l'automobilista che poi è spirato nell'auto dell'amico - Il calmante usato però non sarebbe pericoloso (Nostro servizio particolare) Gattinara, 9 ottobre. Il «giallo» del morto sulla macchina dell'amico che ha messo nei guai due dottori dell'ospedale di Gattinara, indiziati di reato per omicidio colposo, ha avuto vasta eco negli ambienti medici della Valsesia ed in città è diventato l'argomento del giorno, La dottoressa Nicoletta Valestra, 29 anni, via Massimo d'Azeglio 2. responsabile del pronto soccorso e il dottor Terenzio Milanino, 27 anni. vìa Cardinal Mercurino 12, che si è preso cura del malato, hanno ricevuto la comunicazione giudiziaria. Gli inquirenti si domandano se l'iniezione di «Lagarctil» che è sta¬ ta praticata a Olindo Menegazzo, l'operaio di 47 anni, di Varese, può avere in qualche modo contribuito a provocare la morte del malato che aveva difficoltà di respirazione, era sofferente di cuore e di una cirrosi epatica. I due medici saranno interrogati dopo domani dal maresciallo Natale Toma di Ghemme che conduce le indagini e intanto si attendono i risultati della autopsia della salma operata a Sizzano dal professor Lodovico IsalbertL- il primario ha chiesto il termine di trenta giorni e soltanto fra un mese comunicherà le sue conclusioni al sostituto procuratore della Repubblica Marcello Parola. A Sizzano si continua a commentare l'episodio cannobbiano pubblicato domenica; a notte fonda, Rinaldo Pandolfo è sceso dalla sua Fiat 128 per chiedere l'indirizzo di un dottore per l'amico che stava male in auto. «E' morto — ha gridato chi si è avvicinato per primo alla vettura — quest'uomo è già spirato». Si parla ancora delle faticose indagini condotte dagli inquirenti per conoscere l'identità dei due varesotti, le notizie contraddittorie e imprecise fornite dal Pandolfo che non riusciva a connettere e vaneggiava. Si è accennato 'anche a una suora di Creva cuore, parente dei due, ma la religiosa, a tutt'oggi, nono stante le ricerche, non si è riusciti a trovarla. Soltanto a fatica si è potuti risalire al pronto soccorso di Gattinara dove i due amici si sono rivolti per farsi curare. Si è appreso che il Pandolfo e a Menegazzo sono stati per due volte all'ospedale. «Una prima volta sono arrivati alle 18 — conferma la dottoressa Nicoletta Valestra — quello che poi è morto voleva farsi medicare un graffio che si era , ì 1°**° suUa fronte» ; L'operaio doveva esserselo : procurato (le testimonianze sono a questo punto contraddittorie) o battendo il capo su una maniglia della macchina in seguito a una frenata brusca, oppure cadendo sul vetro di un bicchiere in un bar. Medicata la ferita con un cerotto, i due se ne sono andati. Sono ricomparsi un'oretta più tardi, dopo avere scolato probabilmente qualche bottiglia di vino ( i vuoti sono stati ritrovati nell'auto e sequestrati): il Pandolfo accusava l'amico di non lasciarlo guidare e chiedeva ai medici di somministrargli un calmante. «Io non c'era — afferma la j dottoressa Valestra — non ho j consigliato di somministrare alcuna medicina e non ho visto che cosa facesse il mio j collega». L'imputazione indiziaria per omicidio colposo è stata comunque notificata perché la giovane dottoressa era la responsabile del servizio di pronto soccorso. Il dottor Terenzio Milanino. in seguito alle richieste insistenti del Pandolfo che volefa «fare dormire l'amico» per riaccompagnarlo a casa, a Varese, ha praticato l'endovenosa di «lagarcUl», un sedativo non molto forte. «La terapiacomunque, non poteva essere dannosa — giustifica la dottoressa Valestra — il "Lagarctil" viene comunemente impiegato su soggetti affetti da uno stato di eccitazione e non presenta alcuna controindicazione*. 1. d. b.

Luoghi citati: Gattinara, Ghemme, Sizzano, Varese