Una politica sociale che riesca a salvare l'economia ammalata

Una politica sociale che riesca a salvare l'economia ammalata Proposte alla conferenza occupazionale Una politica sociale che riesca a salvare l'economia ammalata (Dal nostro corrispondente) Novara, 27 settembre. Quanto è malata l'economia novarese? Quale la situazione occupazionale? Due interrogativi ai quali hanno ri- sposto in parecchi alla conferenza promossa dall'amministrazione provinciale. Aprendo i lavori il presidente senatore Benaglia ha detto: «Intendiamo mettere in risalto mediante l'intervento e il confronto tra tutte le forze produttive gli aspetti di fondo dell'attuale crisi economica e sociale che il Novarese sta vivendo». La nostra provincia per la vasta diversificazione delle attività produttive ha sinora risentito meno della congiuntura, ma il fenomeno recessivo comincia farsi sentire soprattutto nel settore tessile, in quello chimico e in quello delle fibre artificiali. A fronte di un aumento della popolazione gli addetti all'industria, negli ultimi dieci anni, sono diminuiti di piti di diecimila unità e le forze del lavoro che nel 1961 rappresentavano il 45 per cento della popolazione sono scese al 39 per cento. Relatore ufficiale, con un suo studio sull'economia del Novarese, è stato 0 professore Beppe Gatti, docente dell'Università di Torino. Gatti ha rilevato che nei primi otto mesi di quest'anno la caduta dell'attività produttiva registratasi a livello nazionale si è riflessa pesantemente anche nella.nostra provincia. Lo si può desumere dagli, interventi della cassa integrazione: nel 1974 le ore integrate sono state due milioni 350 mila; nei primi òtto mesi di quest'anno isi sono già superati i 5 milioni e mezzo con un aumento, cioè di sette volte. E' salito anche il numero dei disoccupati (da 4S00 dell'anno scorso ai 5500 attuali) e preoccupa anche il fenomeno dei giovani in cerca di prima occupazione (30 per cento in più). Per la federazione sindacale unitaria ha parlato il segretario della Camera, del lavoro, Danini. «La situazione occupazione — ha detto — è drammatica anche nel Novarese». Ha citato i casi della Bemberg e della Montefibre ricordando come quest'ultima non ha rispettato gli accordi del 1973 per la ristrutturazione dello stabilimento di Pallanza ed ha, infine, citato tutta una serie di problemi e di scelte prioritarie per affrontarli. Suggerimenti e proposte per il rilancio dell'economia novarese ha fornito-il presidente dell'Associazione industriale, Giuseppe Macchi. «Ci sono rimedi a breve termine, per tamponare le falle più larghe, per arrestare l'emorragia prima che il decorso del male diventi irreversibile; rimedi a lunga scadenza per impostare un programma di seria e realistica politica di rilancio dell'economia nel contesto di un'altrettanto seria e realistica . politica sociale». Per Macchi il primo obiettivo da raggiungere è la riduzione dei costi del lavoro. «Sono ap punto i costi — ha precisato — a impedire la competitività dei nostri prodotti sul mercato internazionale». Altra voce imprenditoriale è stata quella di Virginio Cane di Omegna. Un grido di allarme Ina lanciato pure il presidente della Camera di commercio, Guglielmo Guaglio: «Nel primo semestre di quest'anno sono state cancellate 321 aziende mentre nel 1974 si era registrato un saldo attivo di 323 unità». n presidente della Regione, Sanlorenzo, ha ricordato la necessità di una piena attuazione della legge regionale con la istituzione dei comprensori in vista di una programmazione indispensabile per affrontare la situazione. Sulle cinque relazioni si è aperto un dibattito. Le conclusioni le trarrà il consiglio provinciale convocato per martedì prossimo. «In quella sede — ha precisato Benaglia — le valutazioni e le indicazioni delle forze politiche troveranno un significativo momento di confronto e verrà stilato il- documento da presentare alla conferenza regionale sui problemi economici fissata per il 10 ottobre». p. b.

Persone citate: Benaglia, Beppe Gatti, Danini, Giuseppe Macchi, Guglielmo Guaglio, Macchi, Pallanza, Sanlorenzo, Virginio Cane

Luoghi citati: Novara, Omegna