I giovani di trent'anni fa

I giovani di trent'anni fa Personaggi e ricordi al raduno partigiano di Ghiffa I giovani di trent'anni fa Jimmy il sudafricano poeta che si gettò dentro il fuoco nemico per ricuperare la foto della fidanzata - Maierna, il gappista terrore della Muti - Il diciottenne conosciuto come Marmellata-per merito della madre esperta di conserve - "Mosca " che tornò indietro tra i reparti della Folgore per recuperare la cassa della Cesare Battisti - Ieri la beffa di Intra, oggi il " grande abbraccio" (Dal nostro corrispondente) Verbania, 16 settembre. A Ghiffa e a Verbania si continua a parlare della manifestazione che ha riunito a Trinità di Ghiffa i partigiani superstiti della «Mario Flaim», la divisione rutta ai primtdi marzo del '45 dalla fusione delle brigate «Cesare Battisti» di Arca (Armando Calzavara) e «Valgrande Martire» del capitano Mario (Mario Muneghirta), che ne divennero poi rispettivamente il comandante e il commissario politico. Dice Dante.Bussi, uno de- gli organizzatori: «Ritrovarci dopo trent'anni è stato come verificare che le nostre battaglie non sono state vane e lo spirito che ci legava è intatto. Vorrei ancora ricordare chi ha collaborato con me, con Togni e Berrà, per la riuscita, del "grande abbraccio" e cioè: Luciano Mazzoni (detto Sciascia), Arialdo Catenazzi, Walter Peroni. Bruno Galiotti,. arranco Minocci, Gianni Maierna, che hanno faticato settimane per rintracciare quanti erano sparsi in tutta Italia ed anche in Svizzera e Francia». Aramando Calzavara, il comandante Arca, è ancora commosso e parla degli amici rivisti Uopo trent'anni, invecchiati . ma . sempre amici come un tempo. Mostra il messaggio ricevuto dal Sa-, àafrica da Jimmy, un prigioYrhefò'^-guelrn-mmb che. fuggito dal campo di concentramento' VS settembre del •43 e raggiunta la «Battisti» per essere avviato in Strizzerà, aveva voluto invece restare a combattere con i partigiani. «Jimmy — dice — era un ragazzone e faceva la guerra come se si trattasse di una disciplina sportiva, ma era anche un sentimentale. Ricordo "che sopra Paimenta, dopo un fallito attacco a un presidio tedesco, ci stavamo ritirando su un tratto scoperto, presi d'infilata dalla mitraglia nazista. Arriviamo a un riparo e lui mi dice: "Comandante, devo tornare indietro. Ho perso il portafoglio". Gli chiedo se c'erano dentro denari, ma luì mi risponde di no. Lo invito allora a'lasciar perdere, ma lui con un balzo salta fuori con le pallottole che fischiano intorno; ricompare dopo venti minuti con il portafoglio in mano. Sorride, lo apre e mi mostra la foto della sua ragazza». «E che era un sentimentale lo conferma una poesia in inglese, che mi ha mandato un mese fa quando ha sapu¬ to del raduno, per ricordare "Lupo", un partigiano cui era legato e che gli era morto al fianco durante un'azione». Domenica, dopo le cerimonie ufficiali, il raduno è proseguito sotto il diluvio nei ristoranti e nelle trattorie di Ghiffa. e poi di nuovo tutti alla Trinità a cantare «La Volante cucciolo». «Figli di nessuno», «Marchi il partigiano». «Bella ciao» e «Quei briganti neri», a intessere ricordi, nostalgie. A ricordare le imprese di Gianni Maierna, «il gappista», che anche da solo andava di notte a disarmare quelli della «Muti»; o di Mario Manzoni, partigiano diciottenne, con la famiglia milanese sfollata ad Arizzano, che faceva ogni tanto scappatelle a casa a rifornirsi di viveri e. tornava ■hrrmanwibmtlem'rX-oWfrui ut-i tali di conserva e dì frutta preparatigli dalla madre, tanto da guadagnarsi il nome di battaglia di «Marmellata». E ancora l'avventura di «Mosca», l'avvocato milanese ma siciliano di nascita. Michele Fiore. Sorpreso dallo sbarco a Cannobio dai reparti della Folgore e della X Mas. anzi svegliato nel sonno dalle raffKhe di mitra, era riuscito a calarsi da una finestra posteriore dell'aiberghetto dove riposava ed a fuggire. Ma, ricordatosi che aveva lasciato nella stanza i ruolini e la cassa della «Cesare Battisti», era tornato per metterli al sicuro. L'operazione gli era già riuscita ma era stato poi catturato e solo per uno scambio di prigionieri (alcuni partigiani contro una ventina di «folgorini») aveva potuto cavarsela e tornare alla formazione. O. ancora, la beffa giocata ai duecentocinquanta fascisti del presidiò di Intra il 18 luglio del '44, quando quaranta partigiani, al comando di Arca, scesi ad Intra col trenino dì Premeno, raggiunsero lo stabilimento Nestlè. Prelevarono cinquanta quintali di viveri (latte in scatola, zucchero, cioccolato, cacao, eccetera) destinato ai presidi tedeschi e sventando, con un'azione diversiva, l'intervento nazifascista, rientrarono quindi con tutto il carico alla base. «Sono passati trent'anni — dicevano commossi — ma ci sembra ieri». a. c. Ghiffa. Ex partigiani che hanno preso parte al radono della Flaim a Ghiffa: il consigliere provinciale Gianni Maierna; rex sindaco di Ghiffa Piero Berrà; l'avvocato milanese Michele Fiore (Mosca); Paolo Zucchi di Scanno, Palin, il montanaro amico dei partigiani e il russo Laurenti Giapparizzc che sposò l'infermiera Maria Peron (Foto "La Stampa")