Angelini dice tutto sul sequestro chi lo ha deciso dall'alto e perché

Angelini dice tutto sul sequestro chi lo ha deciso dall'alto e perché In una serie di confronti notturni a Vercelli e Novara Angelini dice tutto sul sequestro chi lo ha deciso dall'alto e perché lì carceriere numero uno ha paura arrivati gli avvocati degli arrestati "di non arrivare vivo al processo" - Dalla Calabria - Si continua a scavare alla discarica del Varallino (Dal nostro corrispondente) Novara, 12 settembre. L'inchiesta per il rapimento e la morte di Cristina Mazzotti è alla stretta finale. Achille Gaetano, che intende costituirsi, ha già reso piena confessione ai giornalisti. Ne parliamo in prima pagina. Anche Giuliano Angelini, il carceriere «numero uno», ha deciso di vuotare 41 sacco. C'è da sperare che tra breve cada nella rete anche l'ultimo pesce grosso. La già folta schiera degli arrestati è quindi destinata ad allungarsi e non è neppure escluso che attraverso le indagini sul «caso Mazzotti» si arrivi alla scoperta dell'organizzatone che ha fatto sparire altre quattro o cinque persone. In queste ultime ore il riserbo degli inquirenti 3 Novara si è fatto più severo: si muovono con circospezione operando prevalentemente di notte. Soltanto oggi, per esempio, si è saputo che dopo un nuovo interrogatorio dell'Angelini, nel carcere di Alessandria, protrattosi sino alle 23,30 da parte del giudice dottor Mariano De Luca, il detenuto è stato .portato a Vercelli e a Novara per una serie di confronti con detenuti in queste due prigioni. «Si è trattato di ricognizioni — ha ammesso il magistrato — ma non posso dire di più». n carceriere di Cristina è stato poi accompagnato dal dirigente della squadra mobile, Aldo Madia e dal giudice a compiere alcuni sopralluoghi, pare nel Varesotto, protrattisi sino all'alba. Alle 10 di stamane l'Angelini è stato riportato nel carcere di Alessandria. L'operazione notturna è da mettere in relazione con la visita di ieri al procuratore della Repubblica Marcello De Felice, del delegato. cantonale della polizia elvetica Gualtiero Medici. Questi, per oltre due ore, aveva raccontato quanto Italo Ballinari, detenuto in Svizzera, ha confessato intorno al rapimento e alla morte della giovane studentessa brianzola: la parte che ha avuto lui in questa vicenda e il ruolo degli altri. E' assai probabile che il Medici abbia messo la nostra magistratura nelle condizioni di saperne, di piti di quanto fosse a conoscenza. Di qui l'opportunità di interrogare ancora l'Angelini, di «confrontare» la verità dello svizzero. E*, caduto cosi anche l'ultimo velo, le residue reticenze. «E' probabile che io non arrivi vivo al processo — avrebbe detto VAngelini — ma prima che mi taccuino tacere per sempre voglio dire tutto. Credevano di farmi paura ma hanno ottenuto l'effetto contrario». Le ultime rivelazioni del carceriere di Cristina sono custodite gelosamente. Non si tratta soltanto delle attribuzioni dei ruoli di ciascuno degli implicati nella tragica vicenda ma anche dei retroscena. In sostanza rutto: chi ha deciso il sequestro della ragazza e il perché. Se c'era in Calabria un «boss» ce n'era pure uno forse più grosso, al Nord. L'Angelini, però, pare non ne conosca il nome: ne avrebbe solo sentito parlare. Colui che dietro le quinte tirava le fila sarebbe l'anello di congiunzione tra l'industria del sequestro e la finanziaria del «riciclaggio»'del denaro proveniente dai riscatti. Il «personaggio», però, sarebbe riuscito in questi ultimi giorni, a far perdere le tracce ma gli inquirenti sperano di arrestarlo. Tornando alla cronaca c'è da dire che il confronto nel carcere di Vercelli è avvenuto tra l'Angelini e Vittorio Carpino, un altro del «clan» di Gizeria, trasferitosi nel Varesotto. Il suo ruolo, in tutta la vicenda, appare marginale: avrebbe fatto' da «corriere» portando i messaggi della ragazza rapita alla famiglia. Anche le «ricognizioni» al carcere di Novara riguardano pure figure di secondo piano: i fratelli Pasquale e Peppino Falvo, e Giovanni Tallarico. I tre che, secondo l'accusa, a Lamezia, il 6 agosto scorso, avrebbero messo a contatto l'Angelini, giunto in Calabria per riscuotere la sua parte del riscatto, con la mafia locale, favorendone l'ospitalità e il trasporto. Forse, almeno uno dei tre r:on ha niente a che fare con la vicenda e potrebbe essere scarcerato a breve scadenza. Dalla Calabria dopo l'arrivo degli avvocati Longo e Zofrea (il primo aveva preannunciato denunce per molcrattamenti e irregolarità nel trasferimento di qualche arrestato) è giunto oggi l'avvocato Francesco Mandatari difensore del presunto boss Antonio Giacobbe, arrestato martedì scorso e condotto ieri ad I Alessandria. Il legale che ha associato fili avvocati Giulio i vnfsldhnnad Cesare e Luigi Allegra di Novara, si è incontrato con il procuratore De Felice preannunciando ima istanza e un ricorso. La prima riguarda direttamente la procedura, cioè la necessità di passare dalla istruttoria sommaria a quella formale; il ricorso (alla Cassazione) è.promosso contro l'ordine di cattura del Giacobbe. «Il collegio di difesa — ha detto l'avvocato — presenterà entro.i termini stabiliti le motivazioni». Ha anticipato, per quel che concerne l'ordine di cattura, che il suo patrocinato si dichiara innocente e vittima di un equivoco che forse ha tratto in inganno l'Angelini. Alla discarica del «Varallino», dove è stata trovata la salma di Cristina Mazzotti, i vigili del fuoco continuano a scavare. «E' un lavoro inutile — avrebbe detto l'Angelini — non troveranno altri resti umani». Sarebbe stata una sua frase riferita dal Ballinari a fare ritenere che la-ex cava di ghiaia Cosse il cimitero della Anonima; Sequestri. Lo svizzero aveva detto: «Quando si è trattato di disfarsi del corpo detta ragazza di fronte atta mia perplessità sulla scelta della discarica l'Angelini mi disse di stare tranquillo; che aveva già sepolto li, tempo addietro, qualcun altro ed era andata bene». Il delegato di polizia elvetico ha ieri confermato questa dichiarazione del Ballinari e la contestazione, stanotte,- è stata fatta all'Angelini il quale ha però negato recisamente rendendo inutile il sopralluogo. Il dub¬ bio, comunque, permane: è per questo che i lavori non verranno sospesi. Nel tardo pomeriggio c'è stato un falso allarme: scavando nella discarica sono emerse alcune ossa. Sembra-' va trattarsi di tibie umane. Le macchine si sono fermate e, in clima di suspense, si è preso a scavare lentamente fino a quando si è scoperta la carcassa di un vitello. Piero Barbe Gli avvocati Zofrea, che difende il Talarico, e Longo, che difende i frateili Faivo e Achille Gaetano. Antonio Longo ha annunciato che Gaetano si costituirà: intanto l'imputato si è confessato con i giornalisti accusando un certo Valerio