Sul monumento anche il nome di un filosofo greco "Aristotile»

Sul monumento anche il nome di un filosofo greco "Aristotile» Anzola ha ricordato domenica i suoi caduti partigiani Sul monumento anche il nome di un filosofo greco "Aristotile» (Nostro servizio particolare) I1944, i cechi dislocati nel No- Anzola d'Ossola, 10 settembre. (f.a.) Sul monumento di Anzola è ricordato solo con il nome: Aristotele. Era greco come il filosofo di Stagira, e combatteva con un connazionale, l'amico inseparabile Costantino Milciacopulos e con il ceco Jara Kral, nel distaccamento Omegna della formazione partigiana Beltrami di Bruno Rutto. n greco Aristotele cadde ad Anzola, insieme al partigiano venuto dalla Cecoslovacchia e ad altri undici italiani, il 6 settembre 1944. Quel giorno, Omegna prese il lutto: otto dei tredici caduta della Beltrami erano omegnesi, un altro'del vicino comune di Pette nasco. I tredici di Anzola (e altri tre caduti locali: Romildo Talamo ni, Alessandro Mose nini e Antonio Badini) sono stati ricordati con l'inaugurazione di' un monumento, nel trentennale della Liberazione. Hanno parlato il sindaco del paese Gianni Monti, il vicepresidente del Senato, Francesco Albertini, il consigliere regionale Sereno Bono, l'assessore provinciale Fausto Del Ponte, medaglia d'argento della Resistenza. Erano presenti parecchi capi partigiani, da Rutto al capitano Bruno (Albino Calletti) della Varalli. Ad Arca (Armando Calzavara), il comandante della Flaim, che si riunisce domenica prossima a Ghiffa. Da San Gallo, in Svizzera, dove insegna inglese, era giunto il professor Ludek I Kral, fratello di Jara, e an-1 ch'egli partigiano in Italia. I i frayelli Kral, di Pmo, nella Moravia, appartenevano al Sesto Battaglione Ceco, che 1 aveva il compito di vigilare sulla linea ferroviaria Milano-Sempione: Ludek era al presidio di Villa d'Ossola, arresosi a Di Dio; Jara si trovava al comando di Arona. In effetti, i com'è ricordato in una fotografia dell'Associazione Italia-Cecoslòvacchia (Emo Egoli, «i cecoslovacchi nella Resistenza Italiana»), nell'estate varese (271 soldati e sette uf- ficiali) passarono tutti ai par tigiani, simulando di essere I stati catturati, per evitare rappresaglie in patria Racconta Ezio Rutto, fratello del comandante della Beltrani, e vicecomandante del distaccamento Omegna: «Noi prendemmo con un finto attacco i 142 di Arona. che accompagnammo poi alla frontiera svizzera. L'episodio di Anzola d'Ossola s'inserisce nel contesto del rastrellamento che nei primi giorni del 1944 investi le formazioni partigiane della Valstrana, tra cui il distaccamento di Omegna della Beltrami, comandato da Piri (Ezio Poletti), di stanza a Germagno.' Ricorda Mario Cassano, detto Stalin: «C'eravamo portati verso Ornavasso, fuggendo nei pressi di Migiandone. ad un accerchiamento grazie ad una staffetta che ci fece passare sotto un ponte del Toce, e sotto il naso del nemico, riportandoci verso l'alto. Il fattaccio avvenne il mattino del giorno 6, quando, dopo una notte di pioggia, scendemmo verso Ronzala, attendandoci sopra la segheria Tedeschi. Ricordo che protestai perché il posto non mi sembrava per niente sicuro». ' «Ma il peggio — continua — venne dopo, quando due sentinèlle, mandate in esplorazione nel paese, furono prese a fucilate. Pensammo ad un equivoco, che a sparare fossero stati cioè i garibaldini, i quali potevano averci scambiati per tedeschi, dato che indossavamo le divise dei ceconlovacchi». Fatto sta che i partigiani scesero .tutti verso l'abitato, dove nella notte erano arrivati i tedeschi che si erano insediati nel dopolavoro. Lo scontro, impari, fu inevitabile. Cadde ferito-a morte il diciannovenne Luciano Paganotto, e la partigiana Ines Rossi, detta Vera, si straccia i vestiti per tentare di fanelarlo: «Vera, — dice Stalin — in quell'occasione fu meravigliosa: fu lei a portare in salvo almeno una mezza dozzina di fucili». Cadono il sedicenne Giovanni Bagnini,'il ceco Jara di 19 anni, Alessandro Rizzolo, di 18, Giovanni Tosi, di 23, Giuseppe Verrua, di 20, Ferdinando Villa, di 19. Più tardi, vengono fucilati Luigi Rossi, di 19 anni, Ernesto Morea, di 20, Leopoldo Mordenti, di 23, Riccardo Mira d'Ercole, di 18, Luciano' Ferri, di 18, e AristoOle di 21. •Il greco cadde salutando con il pugno chiuso, in atto di sfida verso i suoi giustizieri. Era fuggito da un campo di concentramento nazista,' vicino al confine elvetico, con l'amico Costantino Milciacopulos di 23 anni: i due erano stati messi a lavorare in una fabbrica di tabacco in Svizze-ra, ma erano scappati anche di lì per tornare in patria. A Montebuglio (Casale Corte Cerro), però, avevano incontrato i partigiani del distaccamento Omegna, e si erano fermati con loro. Entrambi coraggiosissimi, erano benvoluti da tutti.