In riseria tra "computer" e gru respirando il profumo di farina

In riseria tra "computer" e gru respirando il profumo di farina Vigilia di raccolto di riso: il 20 settembre si comincia In riseria tra "computer" e gru respirando il profumo di farina Un viaggio singolare dai campi- di Robbio Lomellina ai mercati di tutta Europa - Ricordi romantici di mondine e modernissime tecnologie - Premendo pochi bottoni, una produzione di 4800 quintali al giorno (Dal nostro inviato speciale) Robbio. 6 settembre. Vigilia di raccolto di riso: Dopo il 20 settembre si co mincia. Per l'economia del Vercellese, del Pavese e del Novarese (che hanno ri spettivamente una produzio ne di due milioni e mezzo. un milione e mezzo e un mi {ione di risone) è una data importantissima, quasi un capodanno. Sarà una buona sragione»? 3fario Preve, un «esperto» dice: «Le previsioni sinora sono confortanti: non possiamo sperare che si ripeta il boom dello scorso anno, anche perché'si è seminato meno in quanto il mercato era al ribasso. Ma se il tempo non ci tradirà proprio nelle ultime óre. anche il 1975 potrà essere scritto nel registro delle annate risicole da ricordare». Siamo a Robbio Lomellina, in una fabbrica nel cuore delle risaie. I Preve sano risieri da tre generazioni, come risieri da tre generazioni sono i soci Frugone. In quei due cognomi è racchiuso un pezzo di storia della Lomelli- na: una storia singolare in cai si mescolano poesia e numeri, lavoro manuale e tecnologia, paesaggi di verdi ce quitrini e stabilimenti con macchine modernissime, E' questa l'atmosfera che accoglie il visitatore della l fabbrica nata nel 1834 e che agli ospiti come biglietto da visita presenta una piccola «macchina della resa» costruita al principio del secolo scorso da un artigiano di Vercelli per poter distinguere qualitativamente riso da riso. L'azienda di Robbio è una delle molte aziende che contribuiscono ad alimentare questo valido filone dell'economia italiana (SO miliardi l'anno) legato all'industria del riso. Senza dubbio è una delle più avanzate tecnologicamente, «un'azienda pilota per l'intero settore europeo» come riconobbe la commissione Cee che la visitò lo scorso anno. Chi però oltrepassa il cancello dell'antica fabbrica sorta nel cuore del piccolo e attivo centro industriale, a ridosso della parrocchia, e si avanza nel cortile dove l'occhio corre da un fantascientifico'silos incombente come un grattacielo al bùmeo fab bricato trafitto da tubi di tutte le dimenzioni che portano il prodotto grezzo dal deposito alle macchine selezionatrici, ha a tutta prima l'impressione di essere entrato in uno dei romantici mulini descrìtti nei romanzi dell'Ottocento. Gli uomini che si incontrano hanno infatti volti imbiancati da una polvere impalpabile che emana un profumo caratteristico, come di farina. Quel profumo legato alla terra, che ravviva il ricordo delle mondine con i loro cappellacci alla cinese, e i canti venali di malinconia fa da filo conduttore a un'«avventura» aziendale che inve- ce non indulge a considerazioni romantiche. ■Uno lavora e nove mangiano riso, dicono i cinesi per i quali il riso è vita e filosofia. Il detto potrebbe essere ap plicato al sistema di lavorazione in atto a Robbio dove ad esempio nel reparto di pulitura due operai per turno, premendo un solo bottone del quadro centralizzato elettronico, controllano una .catena di produzione di 4800 quintali al giorno. Quando ii risone (cioè^il riso con la buccia, la «lolla») scelto dai tecnici sui mercati di Novara, Vercelli, Mortara, Pavia e Milano viene scaricato dai camion nella tramoggia, una mima «macchina dei bottoni» lo smista automaticamente nelle celle del silos. Di qui, attraverso i tubi, è convogliato nei'locali dove macchine rompireste, aspiratrici, calibratori, spietrattici, sbiancatrici e selezionatrici •comandate tutte dal computer che è stato ap posilamente studiato dal direttore Adriano Canaver e che lavora sotto il controllo di Luciano Mazza, lo trasformano nel prodotto finito: 120 quintali l'ora, un mare di chicchi di diversa grandezza e consistenza. Quell'enorme tavolo di regia ha una sua storia: nell'agosto di cinque anni fa la riseria prese fuoco. Bruciò tutto, salvo la sbiancatrice. Due giorni dopo il Canever. Un perito che sino a quel momento si era occupato di caramelle, era al lavoro per rifare tutto con tecniche nuove. Nella fabbrica del riso infatti gli uomini si inseriscono tra le primatlrici, le macchine. Con un singolare rap porto affettivo. Pietro Barbetti, a cui è affidata la responsabilità dell'altro stabilimento in periferia dove la merce è 'inscatolata e caricata sul treno, fa parte della ditta da vent'anni. Armando Cespinoli trascorre la sua giornata a manovrare la gru che trasferisce le scatole confezionate dal deposito capace di dodicimila quintali alle piatta/orme di carico fischiettando come un tranviere quando conduce in rimessa la sua vettura vuota. E l'enorme camion a cisterne ribaltabili che fa la spola ira la casa madre e lo stabilimento trasportando 3000 quintali al giorno di riso è chiamato dagli autisti Michelangelo, come una nave da pilotare in mare aperto. Da Robbio il riso viene, instradato in Italia e in tutti i paesi- del Mec. E' arrivalo anche al di là dell'Oceano, in Argentina. E qui ha proliferato, in una serie di stabilimenti che danno lavoro a 500.persone. A turno i tre fratelli Preve (Mario, Cesare e Alberto) si alternano con il padre Riccardo a farli andare avanti. «Paese die vai, riso che trovi — spiega Mario Preve. In America preferiscono il tipo a grana lunga e più cristallina con meno ■ amido. Qui da noi piace di più quello "originario" a grana tonda. In realtà, osserva con arguzia, i nomi della varietà, dall'Originario all'Arborio, sono tanti e ogni cuoco ama disquisire sui pregi dell'una o dell'altra qualità. Ma la verità è una sola: tutto il riso serve per tutto. Ma è un cibo difficile da cuocere: basta una distrazione della massaia e il risotto, il "risus optimus" è rovinato. Motivo di più per ogni cuoca di puntiglio per cimentarsi con questo piatto "impegnativo come un test». Vittoria Sincero | Robbio. Così si presenta al visitatore che varca i cancelli delSa fabbrica, ii grande silos dove possono venire immagazzinati settanta mila quintali di riso (Foto La Stampa) Robbio Lomellina. Da sinistra Mario Preve e il padre Riccardo, presidente dell'azienda: due protagonisti di una storia del riso che dura ininterrotta da tre generazioni

Persone citate: Adriano Canaver, Armando Cespinoli, Luciano Mazza, Mario Preve, Pietro Barbetti, Preve, Vittoria Sincero