Un immenso dolore per Cristina

Un immenso dolore per Cristina Sdegno in tutto il Novarese per la tragica fine della diciottenne rapita e uccisa Un immenso dolore per Cristina Migliaia di persone si soffermano ammutolite attorno alla discarica di rifiuti di Galliate in cui è stata trovata la salma della ragazza - Un giovane in lacrime: «Poveri noi, ci scanniamo come bestie» - Un altro: «Sono venuto a vedere, aveva soltanto la mia età» - La gente in pellegrinaggio porta mazzi di fiori - Tutti parlano del galliatese Guglielmo Angelini, che aveva affittato la cascina-prigione di Castelletto Ticino - Si cerca di stabilire quale parte ha avuto in tutta la vicenda (Nostro servizio particolare) Galliate, 2 settembre. «•£" là che Cristina è stata sepolta: in quella buca; là, in fondo alla discarica pubblica, fra l'immondizia». Da una stradina- stretta, asfaltata, che con capricciose volute porta dal santuario del «Varallino» al ristorante «Sette fontane», costeggiando l'immondèzzaio alla periferia di Galliate, la gente indica con il braccio teso verso il basso, fra i detriti, i giocattoli rotti e abbandonati anche dai ! bambini, le cartacce, i rifiuti maleodoranti. Fra la melma, in fondo, spicca una carrozzina rovesciata su un fianco e una buca profonda mezzo metro vuota: fino alle 22,30 della scorsa notte vi è rimasto sepolto il cadavere di Cristina Mazzotti, rapita in Brianza e seppellita dopo che, dicono i suoi carcerieri, è morta di inedia. . «Quanto tempo è rimasta in quella lùrida tomba?_— si domanda la gente —, quanto ita sofferto quella poveretta nétte lunghe ore che ha passato nella celletta a Castelletto Ticino; quale la pena durante i trasferimenti da una prigione all'altra, nelle attese snervanti?». ■ Nei commenti dei galliatesi che, quasi in processione, vogliono vedere di persona i luoghi che sono, stati il t ;tro della penosa vicenda, ci sono parole di orrore e di sdegno. Non è tanto li delitto, di per sé grave se si.pensa che la Vittima è una ragazza, ma è l'orrenda ferocia dei banditi che riempie di rancore mal represso i discorsi della gente. «Cristina era già morta — commenta un manovale di Galliate — e poche ore dopo i suoi genitori hanno pagato il riscatto. E' una cosa indegna: sfugge a ogni rigore di logica. Anche i criminali hanno una loro legge, per quanto fasulla, ma quésta volta è stata infranta ogni regola». -.- E' art giovane di 24 ansi, dice di chiamarsi Salvatore, immigrato dalla Calabria a Galliate da cinque anni per lavorare come muratore in un'impresa edile. «La scorsa notte ho visto un via vai di macchine della polizia — spiega —, ho avuto anche il sospetto e l'ho detto ai miei amici: "E' successo qualche cosa; vuoi vedere che si tratta della Mazzotti?". Avevo indovinato». Con i suoi due amici, scarponi tnswllclati dalla calce, pantaloni di fustagno a coste da lavoro, hanno voluto visitare la discarica per vedere la tomba di Cristina. Non c'è curiosità nei loro occhi, ma dolore, comprensione per una famiglia che soffre, rincrescimento che la cronaca debba registrare degli episodi di così cruda ferocia. «Poveri noi — conclude Salvatore —, ci scanniamo come détte bestie». Ha gli occhi arrossati: non sa se piangere o gridare la sua rabbia. Non ha pranzato e quando, a piedi, ritornerà daU'immondezzaic, sarà già ora di riprendere il lavoro! Da Peniate sono arrivati altri giovani. «Sono venuto — dice uno di loro — perché ho letto sui giornali che Cristina aveva diciott'anni. la mia età. Ho pensato al dolore dei miei genitori se fosse accaduta loro una disgrazia, del genere; ho voluto immaginare còsa avrei provato io se fossistato nelle condizioni di quel-la poveretta. E non ho potuto resistere all'impulso che mi spingeva qui, in questa cava piena di porcheria». Anche lui è insieme a compagni di lavoro che annuisco-no alle sue parole: non vogliono dire come si chiamano. Tutta la gente che passa accanto alla discarica, scuote il capo, abbassa la testa, in silenzio, è una folla anonima, spinta da sentimenti di solidarietà nei confronti di una ragazza che conoscevano soltanto per aver visto la sua foto sul giornale. Qualcuno passa 'anche allobitono dove sono stati composti i miseri resti di Cristina Mazzotti, orrendamente stra- ziati da morsi di topi enormi e dalle corrosioni di acidi caustici che vengono scaricati ogni giorno fra i rifiuti. La porta della camera mortuaria è rimasta sbarrata tutto il giorr.o. H procuratore della Repub- blica dottor Marcello De Feli- ce sta espletando le pratiche per il riconoscimento della salma: stamane da Como è arrivato uno zio della ragazza con altri due parenti. E questa notte le persone che sono state arrestate per il rapimento verranno trasferite nelle | carceri di Novara dove, d'uffi¬cio, passa la competenza per le indagini. Qualcuno ha deposto davanti ai bai tenti di legno della camera mortuara mazzi dij fiori; una ragazzina è arrivatadi corsa al camposanto, si èfatta largo fra la gente e ha buttato. un garofano. Poi è fuggita con il viso fra le mani: stava piàngendo. A Novara la notizia del ritrovamento della salma è giunta all'improvviso, come una frustata che ha scosso l'opiniome pubblica. Nessuno si illudeva più che Cristina fosse viva, ma neppure si attende vacche il cadavere venisse alla luce in circostanze cosi drammatiche. A Galliate, al caffè «San Carlo» c'è ehi si ricorda del figura ambigua, la cui parte in questo delitto è ancora da scoprire. E' stato il carceriere o l'ideatore del piano? E" lui che ha suggerito dove nascondere la salma di Cristina? «Si capiva che come persona non era pulito — dice la fioraia di Galliate —. parlava con troppa circospezione, quasi sospettasse di tutti. La donna, invece,. Loredana Peloncini, era più affabile: con lei sono stata atta scuola guida, dua anni fa, e non avrei pensato che potesse essere implicata in un caso così cicche il geometra Angelini (aveva preso dimora alla ca¬ scina «Fortuna» a poche cen¬ tinaia di metri dalla discaricaipubblica dove hanno buttato il corpo di Cristina Mazzotti) dovesse dedicarsi a losche attività" lo sospettavano in parecchi a Galliate. Tanto è vero che hi municipio non gli hanno concesso la residenza e anzi, con foglio di via abbligatorio, la questura l'ha costretto ad andarsene dalla città; «Tato» Lena, ex portiere del Novara, a quei tempi era assessore in Comune. «Quando ubo fa il signorer non lavora —.conferma —, non si può che pensare male». stelletto Ticino, ma anche in Angelini se. n'è andato a Ca- quel Comune di poco più di seimila abitanti, sparpagliati su un territòrio vastissimo, i dubbi* sulla sua doppia, vita sono- annientati. - Rosella Merighfcu, proprietaria del bar «Pergola», a cento metri dalla caseina dov'è stata trovata la cella di Cristina dice, oggi, che, effettivamente, il ' comportamento ch'Angelini era sospetto. La ffrma et» nei.; compagna to a ro Bellinari, in liba. carcere ' 'in Svizzera, accusato di. avere contrabbandato la valuta del riscatto, e Giovanni Geroldi, costituitosi ieri a Napoli e che ha riconosciuto stamane dalla foto apparsa sul nostro giornale. «Afi era stato presentato come Gianni — dice Rosella Menghini — e viaggiava su una "Fiat 131". Pare che la vìsita dei due alla cascina di Castelletto fosse stata considerata un azzardo da parte di coloro che devono tirare le fila dell'organizzazione e che. quando Angelini, dal 2 al 8 .agosto, si è recato in Calabria per ritirare la sua parte del riscatto, volessero ucciderlo per fargli pagare lo sgarro e l'imprudenza commessa». Sono nuovi particolari che le autorità stanno vagliando. Proprio oggi, nuovo elemento, Carlo Negri, titolare del bar «Vittoria» di Oleggio, si è presentato -ai carabinieri avvertendoli che l'ultima auto dell'Angelini, la «Citroen DS»; era stata la sua e che le era stata pagata in contanti ai primi di agosto con biglietti da centomila lire. la somma, un milione e mezzo, è stata depositata alla Cassa di Risparmio: verrà controllato il versamento per vedere', se possibile, se si tratta di denaro "polito" o se sia parte del riscatto- . Molti interrogativi sono senza risposta e pesano come una cappa di piombo sulla vicenda: quale parte hanno avuto i singoli protagonisti? Cristina è stata ammazzata per non lascia» indietro del testimoni pericolosi oppure è stata trovata morte, -uccisa dall'inedia e dagli eccessivi narcotici somministrateli per tenerla tranquilla? La giurisprudenza è infatti costrette a distìnguere fra l'omicidio e la morte' accidentale, ma ai novaresi poco importa di queste sottigliezze: c'è pietà, costernazione, sorpresa e odio. I commenti, espressi sottovoce o, con maggior foga, quasi con rabbia, escono dai ca£^ria^Mo nelle sVra- cuore della gente. ' Loreeuo Del Boca Galliate. Una folla ammutolita guarda la discarica dei rifiuti in cui fu gettata e poi trovata la salma di Cristina. A fianco Rosella Menghini, la barista di «Castelletto Ticino che per ultima ha visto i «< tano la tragica fine della giovane comasca. A destra l'ex portiere del Novara, Fausto Lena. A lui, che allora era assessore al Comune, si presentò il geometra Angelini (ora. arrestato) per chiedere la i (foto Giovetti) , 1 Galliate. Uno zio della ragazza uccisa, accompagnato da un parente. A destra una fioraia di Galliate che conosceva il geom. Angelini (foto Giovetti)