Doloso l'incendio che distrusse i depositi "Faime" di Trecate?
Doloso l'incendio che distrusse i depositi "Faime" di Trecate? La commissione d'inchiesta ha prelevato campioni Doloso l'incendio che distrusse i depositi "Faime" di Trecate? (Nostro servizio particolare) Novara, 18 agosto. La commissione d'inchiesta nominata dalla procura della Repubblica di Novara per accertare le cause che hanno provocato l'immenso' rogo che ha distrutto, venerdì mattina, gU interi magazzini colmi di materiale. deU'industria chimica «Faime» di San Martino di Trecate (un danno superiore al miliardo) ha ultimato ieri i sopralluoghi e nei prossimi giorni farà avere il suo responso. L'equipe di- tecnici, compc- U dei vigili del fuoco del Pie- monte e Valle d'Aosta, dei comandanti deUe province di Alessandria, VerceUi e Novara e diretta dal sostituto procuratore deUa Repubblica, dottor Alvaro Carruba, ha prelevato dei campioni di materiale bruciato e di quel poco rimasto intatto .per controllare U grado di infiammabilità. Dovrà poi stabilire quanti sono stati i focolai e in che punto ha preso avvio l'incendio. Secondo quanto risponderanno i tecnici potrà proseguire- l'mcMesta aperta dalla comandante la compagnia ca rabinieri di Novara e dal nucleo investigativo. H proprietario deUo stabilimento, commendator Alberto De Paoli, non è stato molto utile neUe sue dichiarazioni. La «Faime» non stava attraversando un buon periodo: da qualche tempo gU operai sono in cassa integrazione e lavorano a turno, tre giorni alla settimana. Nei magazzini, poco prima che lo stabilimento chiudesse per le ferie, erano stati accatastati ben.3 mila tonnellate di prodotto finito, una montagna di sacchi che contenevano le spelline» di solvente destinato a varie produzioni, come, gomma e vernici varie. Si tratta di materiale combustibile ma difficilmente infiammabile al primo contatto Perciò non è pensabile che l'incendio possa essersi sviluppato in pochi istanti ma deve avere «covato» per qualche tempo prima che il denso fumo venisse notato. E' stata una pattuglia di finanzieri, in perlustrazione verso le 4,20 all'interno deUa raffineria Sarpom, poco distante, che ha notato la prima densa cortina di fumo. Le guardie si sono precipitate ad avvisare il capo turno della raffineria che ha subito chiamato i carabinieri di Trecate che, a loro volta, si sono preoccupati di richiedere l'intervento dei vigili del fuoco di Novara. A questo punto l'incendio aveva già assunto proporzioni gigantesche e sono stati fatti intervenire i distaccamenti di Magenta, Milano e Romagnano Sesia. Oltre a spegnere l'incendio bisognava «proteggere» - gli impianti della Sarpom per evitare che U disastro aumentasse. Ci sono volute sette ore per dichiarare la zona fuori pericolo ed iniziare i primi riUevi per l'inchiesta. Da qualche parte è stata affacciata l'ipotesi deU'incendio doloso ed al proposito una notizia rimbalzata da Rho ha messo a rumore gU inquirenti. NeUa stessa notte, verso le 23, un incendio è divampato in un deposito di una fabbrica. I due episodi, specie se collegati insieme, potrebbero indurre a pensare al dolo. Si tratta di una banda, che ha appiccato' gli incendi? Le autorità non hanno rilasciato dichiarazioni e continuano le indagini senza trascurare nessuna possibilità. Appare però strano che si sia scelta, se si tratta di azione di sabotaggio, proprio la «Faime». L'industria impiega pochissima mano d'opera ed il danno rimarrà addossato esclusivamente alla proprietà'. Perciò molti sono propensi a credere che l'incendio sia stato causato da un corto circuito. Poco prima che gli operai andassero in ferie erano stati accatastati i grossi sacchi nei due magazzini e forse in uno di questi avrebbe potuto-verificarsi un contatto che ha covato per -lunghi giorni prima di provocare l'incendio. Per quésto il responso della commissione di - inchiesta è molto atteso anche se, pare certo, non si potrà fare piena luce su quanto è accaduto. I.I.
Persone citate: Alberto De Paoli, Alvaro Carruba
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