Per il Camping del sole coda per giorni suonando chitarra e mangiando anguria di Gianfranco Quaglia

Per il Camping del sole coda per giorni suonando chitarra e mangiando anguria Viaggio tra le tendopoli del Lago Maggiore: a Cannobio Per il Camping del sole coda per giorni suonando chitarra e mangiando anguria Gli ospiti sono soprattutto olandesi e belgi - Il gestore tà della gente d'Emilia - Propagandisti in Inghilterra ha portato nel Novarese l'intraprendenza e la versatilidue guardie della regina - Un solo italiano, un torinese i Dal nostro inviato speciale) Cannobio, 28 luglio. Il confine con la Svizzera è a pochi minuti d'auto. La litoranea del lago Maggiore che scende dal valico di Piaggio Valmara è un nastro arroventato dal sole di luglio. Sulle aiuole d'emergenza, sulle stradine laterali ci sono centinaia di roulottes, bianche, rosse, verdi, ancora attaccate alle auto. Sono in attesa, ormai da giorni, di entrare in campeggio. Un'autentica caccia al posto. Ogni tanti' i turisti olandesi e belgi attraversano la statale, scendono la scarpata e si tuffano nel lago. Poi risalgono e si dirigono ai campings ma alle garitte della reception la risposta è sempre la stessa: a Un po' di pazienza, ancora un giorno poi ci sarà posto anche per voi »'. tCampeggio del sole», settecento persone, tutto esaurito. Ristorante, bar, servizi di primordine, piscine, derivo Rubini, proprietario con il figlio Vittorio di tutto il complesso, è un emiliano che arrivò nel dopoguerra sul Lago Maggiore. Cominciò a fare il commerciante, nel 1963 aprì il camping. Non ha perso l'intraprendenza, la versatilità e il coraggio della gente d'Emilia: « Voglio tare ancora di più, un nuovo ristorante, una piscina coperta e una sala di ginnastica per bambini». Gli stranieri sono entusiasti di quello che è stato già realizzato. Anche se devono aspettare sotto il sole per giorni. E aspettando si divertono, suonano la chitarra, mangiano fette d'anguria. La attesa e l'imprevisto fanno parte dell'ambiente. « L'importante — dice un olandese — è proprio il sole. Da noi abbiamo tutto sommato quattro-cinque giorni d'estate all'anno ». Il « Camping del sole » è adagiato fra la statale del Lago Maggiore ed il torrente Cannobino. Alle spalle c'è il monte Giova che ripara dalle correnti fredde ma procura fresco nette ore più calde della giornata. «Ci vengo ormai da 13 anni — dice Luciano Migliorini, dì Domodossola — da quando sono emigrato in Olanda per lavoro ». Il Migliorini, barba e baffi neri, è ormai un olandese integrato. Tecnico specializzato, lavora in un'industrùt che produce pannelli per lo sfruttamento dell'energia solare. Si è sposato con un'olandese, Caterina, ed ogni anno ì due coniugi tornano netta terra del marito. Luciano Migliorini è l'unico nel campeggio a conoscere perfettamente l'olandese e l'italiano e spesso funge da interprete. Arriviamo alla piscina, affollatissima. In pochi metri quadrati decine di cuffie bianche, rosse, verdi, spuntano dall'acqua. « Le norme igieniche — dice Clerino Rubini — sono la garanzia del campeggio. Voglio sfatare la tradizione che noi italiani siamo sporcaccioni. Sapesse che umiliazione sentirselo dire». Sai microfoni installati in vari punti del recinto provengono ammonimenti, tre, quattro, cinque volte al giorno in più lingue: « Non sporcate, abbiate rispetto degli altri, controllate i vostri bimbi». Pare che i richiami siano superflui. La disciplina ed il saper vivere in comunità sono prerogative del campeggiatore straniero, che di giorno vivacizza l'ambiente, si diverte, e la sera sa apprezzare le ore del riposo. L'anno scorso arrivarono due guardie detta regina d'Inghilterra, poi un console irlandese. «Quando ritornarono in patria fecero propaganda gratuita per il mio camping». «Perché ha scelto questa località? Risponde mister Vaan Dijk, di Breda. Olanda del Sud: «Per il clima e l'ospitalità. Vengo ormai da 12 anni». Da Wert (Olanda del Sud) per la seconda volta è arrivata anche la famiglia di Nouwen Raemaekers: «Preferiamo il lago Maggiore perché qui ci sono le montagne ed il clima è mite. Possiamo fare passeggiate, nuoto, vivere nella natura». «Le piacerebbe vivere sempre in Italia?» Il marito fa gesti di diniego: «In vacanza si, per lavoro no. Da noi ci sono tante cose migliori, i servizi negli alberghi, ad esempio. Il vostro Paese ha sempre due facce: quella esteriore ha un bell'aspetto ma all'interno è un disastro». E' d'accordo anche la moglie, una biondina che ha già avuto tre bambini: «Non mi piacerebbe vivere in Italia perché in Olanda il progresso è più avanzato. Però voi avete un clima stupendo». Settecento ospiti al giorno, di cui '-699 stranieri L'unico italiano è uno studente di Torino, Carlo Vietti. Ha piantato la tenda all'estremità del campo, proprio in riva al torrente Cannobino. Trascorre una ventina di giorni: «Non mi sento affatto un escluso, in mezzo a tutti questi stranieri. E' come se mi trovassi all'estero, ' è una vacanza diversa dal solito. Ho scelto questo campeggio di proposito sapendo di trovarvi quasi tutti stranieri. Amo la vita all'aria aperta e la tranquillità, sono un po' come gli olandesi ed i' belgi. Si familiarizza subito, magari con una partita a carte». In campeggio giovani e meno giovali vivono la stessa esperienza, -non c'è frattura fra le due età. La sera molte tende vengono unite, si improvvisano giochi di società, si beve vino italiano e birra, Clerino Rubini è convinto che il «camping» prima o poi soppianterà quasi definitivamente l'albergo. «La rivalità fra albergatori e proprietari di campeggi — dice — è ormai proverbiale. Noi siamo accusati di rubare loro i clienti ma in realtà il beneficio economico che deriva al turismo è il medesimo. I turisti che vivono nei camping ogni giorno fanno lo shopping nei negozi di Cannobio, fanno provviste, tutti i commercianti sono contenti. E non si dica che noi facciamo milioni a palate sfruttando un pezzo di terreno: oggi "un campeggio bene attrezzato costa 230 milioni, poi c'è la manutenzione degli impianti ed il personale. Vn camping è una piccola città autonoma». Gianfranco Quaglia Cannobio. Clerino Rubini, 0 proprietario del camping Cannobio. Carlo Vietti, uno studente torinese, è l'unico italiano tra gli stranieri che affollano il campeggio Cannobio. Due graziose ospiti del «Campeggio del Sole» (Fotoservizio Ciovetti)