Una baia, una spiaggia, una gradinata e le palme; come sulla Costa Azzurra

Una baia, una spiaggia, una gradinata e le palme; come sulla Costa Azzurra Viaggio tra i camping del Lago Maggiore a Cannerò Una baia, una spiaggia, una gradinata e le palme; come sulla Costa Azzurra La titolare de! Lido faceva ìa camionista a Parigi - E' venuta in Italia attirata dalia "vita da zingari" • Quattrocento ospiti da tutta Europa: cercano la tranquillità che non troverebbero nella baraonda dei litorali marini - Presto cucina francese? (Dal nostro inviato speciale) Cannerò. 26 luglio. Faceva la camionista sulle strade della Francia, ora gestisce un campeggio sulle rive del Lago Maggiore. Siamo a Cannerò. E' Anna Francioli, figlia di italiani emigrati a Parigi. Il campeggio è il «Lido», un nome azzeccato perché il camping richiama una delle tante località balneari della Costa- Azzurra: una baia, una spiaggia, una gradinata, palme, ristorante che domina dall'alto. Dice la Francioli, donna di mezza età, accentò francese: «Con mio maritò ho lavorato vent'anni nell'edilizia e nei trasporti, sono stata urta delle prime donne della Francia a conseguire la patente per camion e autoarticolati, posso guidare qualunque mezzo su strada. Poi mi sono stancata e ho deciso di venire in Italia; mio marito non voleva, diceva sempre che non voleva vivere tra gli zingari. E' sul Lago Maggiore da cinque anni e ha cambiato idea: non vuole più saperne della Francia». Dice tutte queste cose mentre riempie di sguardi affettuosi la nipote. Marie Noe Ile, una ragazzina che ha lasciato Parigi per vivere con la nonna l'esperienza del campeggio. «Marie Ncelle — dice la Francioli — è il mio braccio destro, si occupa della reception dei clienti, sta diventando una "manager del turismo"». Quattrocento persone. olandesi, belgi, francesi. Lagiornata al «Lido» comincia alle prime luci dell'alba. I turisti siedono sulla spiaggia e assistono allo spettacolo della nebbiolina che.si dirada sul lago, a mano a mano che i raggi del sole filtrano. Poi si tuffano in acqua; i fondali degradano dolcemente, in questo punto' sono l'ideale per i bagnanti. «E' uno dei tratti meno inquinati — dice la Francioli —, ma anche se il tasso d'inquinamento tosse alto, i miei ospiti sarebbero contenti: per loro-il Lago Maggiore è una gemma pura». Pierre Geeris è un olandese che toma al «Lido» da dieci anni. «Per la verità — afferma — non volevo più venire, ero un po' stanco di vivere sempre in camping, avrei voluto provare l'albergo e qualche mese fa avevo anche venduto la tenda. Ma all'ultimo momento c'è stato un consiglio di famiglia: moglie e bambini hanno votato ancora a favore della vita all'aperto e così sono stato messo in minoranza. Sono andata al market a comprate.una nuova tenda e ora eccoci tutti qua. In tondo sono grato a mia moglie e ai bambini E' uno' betta vacanza, madame Francioli è sin troppo premurosa». Beri Veritroost, la moglie Wilma, il figlio Michel, altri olandesi: «Una località stupenda, ci torneremo ancora ». «Ma perché venite tutti dall'Olanda?». «Nel nostro Paese abbiamo il mare, abbiamo nébbia e freddo. Una volta in Italia cerchiamo sole ma anche tranquillità, caratteristiche che possiamo trovare soltanto sui laghi. Il mare, in Italia, significa caos, rumore». Francois Krols, fiammingo, un corpo massiccio, capelli a spazzola, richiama molto i lottatori di.catch: «Anch'io vengo ormai da dieci anni e ora ho portato una dozzina di amici. Il campeggio è bello». Spiega Marie Noelle: «Non lo dice per farci piacere. I belgi sono molto severi nei loro giudizi. Ogni anno, al ritorno dalle vacanze, scrivono un rapporto dettagliato che inviano all'associazione dei campeggiatori del loro Paese e alle organizzazioni turistiche. E' sulla base dei giudizi espressi che vengono consigliate le località da scegliere in Italia». . Karl Reinders è arrivato con la moglie e i figli direttamente dall'Olanda, 12 ore d'auto senza mai fermarsi. Ha il braccio sinistro ingessato. «E' successo tutto durante una partita di calcio tra campeggiatori olandesi e italiani, sulle rive del lago. A un certo punto gli italiani stavano perdendo — racconta — e si sono arrabbiati. E' nata una zuffa e io mi sono trovato a terra, dolorante, con il braccio rotto». Racconta la sua avventura con il sorriso sulle labbra. «E' solo un imprevisto, niente di grave, ho già telefonato a un amico in Olanda che verrà a prendermi in auto per tornare a casa». Anche la moglie non sembra crucciarsi troppo dell'incidente occorso al marito. «L'importante è essere qui e godere questo stupendo paesaggio», dice mentre altri campeggiatori firmano autografi sull'avambraccio ingessato di Reinders. Arma Francioli, l'ex camionista che si è data alla natura, ha un altro progètto che pensa di poter realizzare con la nipote: «Voglio portare sulle rive del Lago Maggiore i segreti della cucina francese e saranno proprio i campeggiatori i primi clienti». Gianfranco Quaglia Cannerò. Vita familiare al Lido, un camping tra le palme: serenità e presto cucina francese (Foto Marco Giovetti) Cannerò. Francois Krols, fedelissimo del Lido e la titolare Anna Francioli, che prima faceva la camionista a Parigi Cannerò. Clark Reinders, un olandese che si è rotto un braccio (ma non tiene rancore) litigando con altri campeggiatori dopo un incontro di calcio, e la moglie Apel Doorn