Il parroco di Brovello per convertirlo "farebbe tanto di cappello" al diavolo di Lorenzo Del Boca

Il parroco di Brovello per convertirlo "farebbe tanto di cappello" al diavolo Episodi e personaggi in margine alle giornate elettorali Il parroco di Brovello per convertirlo "farebbe tanto di cappello" al diavolo 1 (Nostro servizio particolare) Brovello, 19 giugno, «giornate di voto» nei i .piccoli centri di provincia\ [portano a volte alla ribalta \ personaggi sconosciuti al di 1 tó ^ confini del loro comuine. ma popolarissimi tra i J compaesani. j E> a cas0 di Brovello Carpi! gnano. un piccolo paese del Vergante dove è ambientata una vicenda elettorale che sarebbe piaciuta a Guareschi. Don felice, parroco di Brovello non sfigurerebbe accanto al romagnolo don Camillo. Il sacerdote, il viso rotondo, un ciuffo di capelli bianchi, ciarliero, pronto di battuta,'domenica si è recato a votare. E', arrivato al seggio, presieduto da Teodoro Motta ha deposto la schèda nell'urna, poi si è accorto che dalla parete era stato staccato il crocefisso. Stupore e indignazione: «Voglio che venga rimesso su Dito al suo posto — ha dichia rato — chi lo ha preso deve restituirlo. Discuto con tutti ! di tutto ma su quello non transigo ». Mormorii fra gli scruttnato ri (alcuni non si erano neppu re accorti che era stato fatto sparire il crocefisso), proteste, battute, ma alla fine l'og getto sacro è saltato fuori ed è stato rimesso al suo posto. Soltanto allora don Felice Rollino, sessant'anni compiu ti. da trentatré alla conduzio ne della parrocchia di Brovel lo: se ne è ritornato soddi sfatto in canonica. L'episodio ha avuto vasta eco e da tre giorni a Brovello se ne continua discutere. La gente l'ha presa infatti j molto seriamente, il protago nista della vicenda, invece ne sorride: «Io sono prete — spiega, un sorriso aperto, ac! cattivante — non avrei detto nulla se non fosse diventata una mania, quella di togliere le effigi sacre dalle pareti. Nel '70, nelle passate elezioni, è capitata la stessa cosa. Non è giusto. Il seggio era stato costituito nella scuola comunale: quando si è ospiti si rispetta l'ambiente e se c'è un crocefisso lo si deve lasciare». Chi sia colui che si è preso la briga di staccare la croce dal muro, non si sa o non lo si vuole dire. Deve trattarsi si dice di un «mangiapreti» che non vuole accettare neanche un parroco pacioso e bonario come don Felice. Ma il prevosto non si tira indietro: «Noi siamo' per la battaglia — dice —. Bisogna camminare, andare avanti, criticarci anche. Io conosco il mando e ho saputo adattarmi: adesso viviamo nel 2000 e io mi ci sono adattato». Don Rollino è arrivato fresco fresco da Roma dove è andato a celebrare il giubileo. Ha viaggiato mezzo mondo, quando gli impegni pastorali lo hanno lasciato libero, è amico di musulmani.. Ha perfino mandato al vescovo il gonfalone della sua parrocchia fiancheggiato dalle due più belle ragazze del paese. E questo quando le maforettes non esistevano ancora. A Brovello, un piccolo centro di 400 persone che fa comune con Carpugnino. che dall'alto Vergante si affaccia come da una terrazza sul Lago Maggiore, il prete è un personaggio: dalla canonica sono passati i sindaci e gli amministratori degli ultimi trent'anni. « Ho infilato in lista socialisti, democristiani, liberali e di chissà quali altre idee — spiega — sono sempre stato aperto anche quando la chiesa vedeva soltanto la de». Per il- referendum invece I Brovello era stato uno dei coI munì della provincia a votare ' per il «si» ed anche l'altro giorno, scrutinate le «regionali», si aveva avuto modo di constatare che la de, sconfitta ovunque su tutta ma linea, ha retto con 134 voti, contro 55. «La politica bisogna farla — dice don Felice —. Ma per me quello che conta è il Vangelo: toglierei tanto di cappello anche al diavolo, pur! che si converta». Lorenzo Del Boca Don Felice, il dinamico parroco di Brovello Carpugnino (foto Giovetti)

Persone citate: Felice Rollino, Giovetti, Guareschi, Teodoro Motta

Luoghi citati: Brovello, Roma