Polemiche a Cannobio per i "sub" che vogliono ricuperare il battello

Polemiche a Cannobio per i "sub" che vogliono ricuperare il battello II lago non vuole svelare il suo antico segreto di morte Polemiche a Cannobio per i "sub" che vogliono ricuperare il battello La popolazione è perplessa : perché far rivivere una tragedia di ottant'anni fa e non invece restituire alla vedova il corpo dell'autista che Tanno scórso precipitò in acqua col camion? - Si discute anche a chi andrebbe la torpediniera - Senza l'eco-scandaglio (che ha l'Istituto idrobiologico) le ricerche sono più difficili ture- tutto fa polemica. (Dal nostro inviato speciale) Cannobio, 27 maggio. A Cannobio, cittadina dalla spiccata vocazione turistica ma dotata di scarse attrezza- E' sempre d'attualità con alti e bassi quella per il porticciolo, ma in questi giorni mentre sono al lavoro i sommozzatori del gruppo subacqueo, romano che tentano d'individuare il punto dove 80 anni fa affondò con il suo equipaggio di dodici uomini, la torpediniera a Locusta» hanno trovato un nuovo spirito polemico. Da più. d'uno abbiamo sentito porre questa domanda: «Perché si vanno a cercare cose vecchie dell'altro secolo che più nessuno ricorda invece di tentare-di recuperare la salma dell'autista precipitato un armo fa con il suo camion, nel- lago, proprio qui a due passi uà Cannobio?»! E aggiungono: «In fin dei conti c'è una giovane sposa e tre.bainomi a piangere quella scomparsa e una degna sepoltura potrebbe essere loro di conforto». L'autista è Ettore Virali. 33 anni: .l'incidente accadde il 14 settembre 1974. Enrico Scandurra, organizzatore e responsabile della ricerca cosi come gli altri tre sommozzatori tutti istruttori subacquei del gruppo Italcable (Aldo Mauceri, Claudio Rimicci e Franco Pinello). di questa storia del camion pre cipitato un anno fa nel'lago non ne .sanno niente. Del resto non sono professionisti del «recupero», ma sportivi che si sono imbarcati in questa irr.presa prendendosi una settimana di ferie. Probabili mente speravano in una accoglienza è in una sistemazione logistica migliore. Loro quattro,, infatti, cosi come l'ammiraglio (ai-riposo) Gino Galop pini dell'Ufficio storico delia Marina militare, sono alloggiati nella caserma della Guardia di finanza dove pure consumano i pasti. Certo non se ne lamentano: è un po' una rimpatriata . Spiega Scandurra che a parlargli della «Locusta», una torpediniera della marina passatala! servizio della Guardia di finanza con ia sìglia <tÌ9T»; affondata l'ingegnere Aria' Chùjgiato. stòrico e architetto navale veneziano. Una stòria strana, una tragedia d'altri tempi che aveva avuto risonanza (un disegno' che raffigurava il dramma era finito sulla copertina dì un giornale di allora) ma che era. stata presto dimenticata. La «Locusta», imbarcazione a vapore di finn si ?/l jfnfifri (Triti lrtran *nì. tanto, poco più di due), era sparità nella notte durante uria tempesta di quelle che ancora oggi, sul Lago, Maggio re, fanno paura. Non venne trovato mài né un salvagente né una qualsiasi traccia della torpediniera né dei dodici uomini che erano a bordo: otto marinai e quattro finanzieri. Scandurra con l'aiuto dell'ammiraglio Galuppini e del comando generale della Guardia di finanza ha ricostruito nei dettagli le ultime ore della «19T». Ne è uscito uno studio compendioso che ha suscitalo interesse, e curiosità. La torpediniera la sera dell'i gennaio aveva salpato da Can nobio e aveva fatto rotta su Piaggio Valmara dove aveva attraccato per fare scendere a terra un tenente della guardia di finanza. Aveva poi ripreso il largo mentre infuriava la tempesta. Il tenente, dalla riva vide l'imbarcazione puntare verso Maccagno sulla sponda lombarda del lago. Ad un tratto, all'altezza di «Punta cavalla» la «Locusta» scomparve. La stessa osservazione, in quel medesimo momento, avevano fatto alcuni barcaioli da Cannobio: d'un colpo spari la luce del grande riflettore di bordo. Secondo lo studio fatto in proposito, il comandante della torpediniera, capo di prima classe, Giovanni Soffra, nell'intento di sottrarti alla furia delle onde avrebbe tentato di doppiare Punta Cavalla per mettersi al riparo dietro l'insenatura. «Verosimilmente — spiega Scandurra, con l'opinione concorde dell'ammiraglio Galuppini — al momento .della virata l'imbarcazione è ! stata colta sulla fiancata sinistra da una grande ondata e capovolta. Dev'essere subito colata a picco e ciò spiegherebbe il fatto che nessun relitto sia mai stato trovato». Aldilà dell'impresa sportiva che potrebbe rappresentare la localizzazione del relitto, il recupero, secondo l'ammiraglio Galuppini, sarebbe una preziosità tecnico-storica indiscutibile: «Queste piccole torpediniere — precisa — possono considerami i primi mezzi d'assalto costruiti in Inghilterra in seguito all'invenzione del siluro». Per quanto fabbricate in cenlinaia di esemplari, non se ne conserva oggi, nemppure una; persino i disegni originali sono andati distrutti insieme alfabbaca /^el^c^s^i^^n[ sta».- venisse,' portala a galla, insomma, si avrebbe un pezzo da museo importantissimo. Ma a" chi andrebbe? La proprietà spetterebbe alla Marina militare, ma essendo passati più di cinquantun ni dall'affondamento, questo diritto potrebbe decadere. Questa puntualizzazione ha un suo valore poiché a Connopio già si discute in proposito. C'è addirittura citi pensa ad un capannone-museo. Ma verrà mai portata alla luce la «torpediniera del mistero»? Dopo tre giorni d'immersione. Scandurra e i suoi sub non sono molto ottimisti. «Evidentemente — dice — non possiamo ispezionare tutto il Iago: agiamo nella presunzione di avere grosso modo localizzato, sulla scorta delle testimonianze, lo specchio d'acqua teatro della tragedia. Ma anche a questo proposito bisogna andare cauti: se l'imbarcazione è affondata un poco lontano dalla riva. dove_ il fondale arriva a 280 metri evidentemente non pos- siamo trovarla». Oggi i sommozzatori si so no immersi per la prima voita con tempo buono tra Punta Cavalla e il Poggio, scenderido sino a 40 metri, tenendosi sotto costa. Nei prossimi giorni potranno anche scendere a 80 metri, ma il tempo a disposizione (sabato i sub rientreranno a Roma) è limitato, insufficiente per ispezionore tutto il bacino. ' «Ci sarebbe voluto l'eco-scandaglio — commenta < amaramente Scadurra — che ci era stato promesso e che non abbiamo ancora visto», E' anche questo un motivo di polemica nell* polemica: sembra che l'eco-scandaglio ce l'abbia l'Istituto d'idrobiologia di Verbania ma che senza una speciale autorizzazione ministeriale, non lo si possa affidare ai sub. «Almeno in questo — precisa il vicepresidente della Pro Cannobio, Mario Colombo — noi non c'entriamo. Già siamo stati accusati di scarsa sensibilità a proposito delle ricerche, quasi d'assenteismo .. . „ . e ciò non e vero. Facciamo, naturalmente, quanto è> nelle mostre modeste possibilità». Piero Barbe '. Cannobio. Sopra: Aldo Mauceri c Franco Pinello si pre par ano all'immersione. A e canto: due sub riemergono dopo aver ispezionato i fondili. Sotto: Enrico Scandurra risale sulla vedetta della Finanza. Accanto: il. vice presidente della Pro Cannobio, Mario Colombo davanti alla lapide di maino che ricorda i marinai caduti di Punta Ca-^rHanEecoi^oro^aoimi ■Ciova—i fìnlTm AiMlaai -Omófmzot-AnMÌma Biacco» Gerolamo Bonanni; Michele Pipitene; Carlo De Napoli; Giacomo Cianchini; Francesco Macchietta; Alessandro Zuffi; Giuseppe Gicacchini (servizio fotografico di Giovetti)

Luoghi citati: Cannobio, Inghilterra, Maccagno, Roma, Verbania