S. Maria Maggiore: la gente ha paura

S. Maria Maggiore: la gente ha paura Parlano gli abitanti, gli albergatori, i turisti dell' Ossola S. Maria Maggiore: la gente ha paura In tutta la Valle Vigezzo è diffusa la psicosi del piromane ■ Il presidente dell'Azienda di soggiorno: "Si vuole allontanare la corrente turistica" - Si fa la guardia agli alberghi: dopo lo "Sporting" e la tragedia dell'"Excelsior" è temuto un altro incendio (Dal nostro inviato speciale) S. Maria .Maggiore, 28 marzo. Sgomento, emozione e orrore in tutta l'Ossola per la tragedia di Santa Maria Maggiore, ma anche paura, tanta paura. Non sembra sussistere dubbio che il rogo che ha distrutto l'albergo «Excelsior»sia doloso. In Valle Vigezzo, e non solo qui, è diffusa la psi-cosi del piromane. «Quando un mese fa andò preda delle fiamme lo "Sporting" — dice Battista Minoletti, titolare dell'albergo "La Scheggia" distante poche centinaia di metri dall'"Excelsior" — c'era soltanto il dubbio che l'incendio fosse doloso: Questa volta non più, ed è logico che noi albergatori siamo preoccuvati». A «La Scheggia» sono ospiti da quattro giorni settanta ragazzi francesi mandati da un'agenzia di viaggio, così come gli ottantacinque turisti che erano all'«Excelsior». «Sono giovani — spiega Mino- letti —, non si rendono conto della gravità della sciagura che ha colpito, soprattutto, iloro connazionali anche per- che non gli abbiamo raccon- tato tutto. Ma i loro genitori dalla Francia continuano a te- lefnnare preoccupati. Lo sia- mo anche noi — aggiunge —, perché l'ospitalità di questi ragazzi comporta una respon- sabilità». L'albergatore non palesa una propria teoria, come fanno altri a Santa Maria Maggiore, ma teme che l'incendiario possa rifarsi vivo. «Certo che ho paura — confessa —; la notte scorsa non ho dormito per fare il mio turno dì guardia, e la sorveglianza sarà adesso sempre stretta». Era corsa voce che Minoletti, titolare pure di un altro albergo, l'«Oscella» (aperto solo d'estate), avesse ricevuto lettere e telefonate anonime che minacciavano i suoi locali. «Non è vero niente — precisa —, non so chi si diverta a mettere in giro certe voci». Sono voci insistenti che gli stessi carabinieri che conduno l'inchiesta hanno dovuto vagliare una per una sentendo parecchi albergatori. Si dava per certo, stamani. che almeno una delle minacce era reale. Riguardava l'annuncio che sarebbe stata fatta saltare la funivia che porta a «La Piana». Il direttore dell'impianto. Italo Guerriero, si schermisce stupito: «Niente di più falso». Forse anche queste voci fanno parte di una strategia della tensione, come se già non bastassero gli incendi e le tante vittime. «Questa è una tragica realtà — dice il presidente dell'Azienda di soggiorno. Gioachino Cerutti — e sono convinto che non sia opera di un maniaco. Probabilmente l'incendiario non voleva la morte di tanta gente, ma certo intendeva seminare il panico; allontanare la corrente turistica dalla nostra valle che, faticosamente, è riuscita a darsi, oltre a quel¬ la estiva, anche una stagione invernale». Per Cerutti, insomma, siamo in presenza di un crimine organizzato, di una vendetta dovuta all'invidia per il successo che sta incontrando anche all'estero la Valle Vigezzo. «Con questa tragedia — aggiunge — i malvagi sono riusciti nel loro intento, perché al di là del numero delle vittime le ripercussioni per l'accaduto arrecheranno certamente agli operatori turisti-' ci un danno irreparabile». Per il direttore dell'Azienda di soggiorno, Pierluigi Gaiardelli, i due incendi — dello «Sporting» e dell'«Excelsior», sono opera di un maniaco. «A ben guardare l'uno e l'altro sono divampati alla vigilia della luna piena, un periodo che fa esplodere manie incen¬ diarie in individui mentalmente tarati». Gaiardelli esclude il gesto premeditato, la vendetta, insomma. «Si — commenta — è vero che quest'anno, prima ancora che si chiuda la stagione invernale già si sono avute mille presenze in più rispetto all'anno scorso, ma non riesco ad immaginare gente malvagia capace di provocare simili tragedie soltanto perché invidia il nostro successo». Il sindaco di Santa Maria Maggiore, Gianattilio Corti, non pensa ad un nesso logico tra gli incendi dei due alberghi. «Mi rifiuto di credere che un essere normale possa macchiarsi di un simile delitto, che cioè abbia potuto volontariamente causare incendi e strage. Soltanto un pazzo, un maniaco può farlo». Anche negli altri centri della valle, Druogno e Malesco, che sono a due passi da Santa Maria, se non proprio la paura, qualche timore c'è. Qui non ci sono comitive di stranieri, ma gli alberghi in questa antivigilia pasquale sono affollati. Gli albergatori non sanno che dire: credono poco al gesto di un maniaco anche perché ad essere stati presi di mira, guarda caso, sono stati i due locali migliori. La psicosi dell'incendio doloso c'è — come abbiamo accennato — anche nelle altre vallate. A Macugnaga, dove domani si segnerà il tutto esaurito, ricordano ancora il rogo della baita nel quale perirono cinque bambini inglesi. «Certo quanto avvenuto a Santa Maria ci ha profonda- tore dell'Azienda di soggiorno, Giuseppe Burgener — e probabilmente si avranno risvolti negativi anche da noi, specie per quanto riguarda la clientela francese. Per ora non ci sono state comunque disdette, ma bisognerà affrontare il problema della sicurezza con maggiore serietà, in maniera da offrire alla clientela una garanzia assoluta e sfatare il mito che certamente adesso si creerà all'estero di alberghi-trappola». Un problema, questo, che non va disgiunto da un altro: quello dei mezzi di soccorso nei casi di calamità. «D'accordo — abbiamo sentito dire a Santa Maria Maggiore — che non si può pretendere per ogni vallata ossolana una caserma di vigili del fuoco, ma almeno un minimo di attrezzatura è necessario». Quando l'altra notte è scoppiato l'incendio àir»Excelsior» i primi soccorritori non avevano né una scala adeguata né un telo sul quale i pericolanti dei piani alti dell'albergo avrebbero potuto lanciarsi. Oggi al direttore dell'Azienda di soggiorno, Gaiardelli, è stata fatta una proposta: «Perché così come è stato fat¬ to per dotare la vallata di | un'autoambulanza, non si apre una sottoscrizione per avere un'autopompa e qualche attrezzatura di soccorso adeguata alle necessità?». Non v'è dubbio che con altri mezzi molte vite umane sarebbero state salvate. Piero Barbe ., |^ ^ Maria Maggiore. Stefano Balestrieri, il capocomitiva dei turisti francesi, in ospedale con la moglie. A destra il sottosegretario all'Interno, Zamberletti, sul luogo della sciagura S. Maria Maggiore. Il sindaco Gian Attilio Corti e il presidente dell'Azienda autonoma di soggiorno, Gioacchino Cerutti. A destra Bruno Covetta, che è stato tra i primi a soccorrere i feriti nell'albergo in fiamme (foto Falciola)

Luoghi citati: Druogno, Francia, Macugnaga, Ossola, Santa Maria, Santa Maria Maggiore