Femministe ma non troppo di Gianfranco Quaglia

Femministe ma non troppo Il tema dell'anno al meeting regionale del Soroptimist Femministe ma non troppo Confidenze di "donne che lavorano" - Soddisfazione di un marito: "Parlano come veri uomini" - Le statistiche informano che da qualche anno nelle fabbriche e negli uffici operaie e impiegate sono in diminuzione (Dal nostro inviato speciale) Novara, 11 marzo. E' l'anno internazionale della donna. Al tema-della donna che lavora ha dedicato un meeting regionale il «Soroptimist» novarese. Eccole dunque, le novaresi, con l'indice puntato contro la società maschile. «Sono la moglie di un magistrato. Mi sarebbe piaciuto esercitare la professione di avvocato, invece ho dovuto accontentarmi di insegnare diritto nelle scuole. Il mio ufficio avrebbe imposto sacrifici a mio marito. Anche lui avrebbe dovuto cambiare i pannolini al bambino. E allora si sarebbe detto: "Che orrore, un uomo, per di più un magistrato, che cambia pannolini sporchi"». Lita Palmas, avvocato: «Un articolo del codice penale, prevede ancora il matrimonio riparatore, un diritto che risale al Medioevo». Avvocato Maria Malaspina: «Certo, qualche difficoltà all'inizio della carriera l'ho incontrata ma ora devo dare atto che il mio lavoro è considerato alla pari di quello svolto da un avvocato con i baffi». Anche le novaresi sono dunque sul piede di guerra, ma, a differenza delle «mille mogli» intervistate da Lietta Harrison, la giornalista che nel suo libro sulla insoddisfazione coniugale e sessuale della donna in Italia mette sul banco degli imputati altrettanti uomini sposati, a Novara si lascia una scappatoia ai mariti, una possibili- tà di difesa prima di recitare il «mea culpa». La riunione, che si è svolta alla Meridiana, è stata presieduta da Graziella Ubezio. Un incontro con delegate degli 'altri club piemontesi, aperto però anche agli uomini del Lions, del Rotary e del Rotaract e di altre associazioni. Presenti la presidentessa mondiale del «Soroptimist», Lidia Brambilla, quella nazionale. Silvia Moravia, la onorevole Tina Anselmi sottosegretaria al ministero del Lavoro. A Novara il «Soroptimist», costituito da pochi anni, conta 32 donne in rappresentanza di molte categorie di lavoratrici dipendenti ed autohome. Il problema della donna che lavora è uno dei temi più dibattuti dalle «soroptimiste». «Non siamo un club femminista che combatte a spada tratta l'uomo — ha specificato Silvia Moravia — anzi ne cerchiamo la collaborazione, consapevoli che soltanto con l'uomo riusciremo a risolvere il problema della ■ckinnani-i^r L'ha ribadito anche l'onorevole Anselmi: «Non vogliamo organizzare un sindacato femminile ma desideriamo coinvolgere gli uomini nella nostra questione. Il "75, a mio avviso, dovrebbe essere l'anno dell'uomo e della donna. «Sono figlia di contadini, provengo da una numerosa famiglia veneta. Quando ci sedevamo tutti a tavola, fra figli, nipoti e pronipoti, ci contavamo in 66 — ha continuato — allora il problema della donna non si poneva neppure: adesso la donna ha acquistato emancipazione attraverso una coscienza più profonda del ruolo che ricopre nella società ma soprattutto grazie a un grado culturale superiore». Dati confortanti ma altri, quasi in contrapposizione, indicano che il problema è aperto. La stessa parlamen¬ tare democristiana ha detto che il numero di donne che lavorano negli ultimi anni è andato scemando: «Persino in Parlamento — Ita aggiunto — c'erano 43 donne nella prima legislatura, contro le 31 del 1975». Il Soroptimist di Novara ha raccolto dati con i quali si dimostra che anche nel Novarese le donne negli uffi- ci e nelle fubbricJie sono sempre di meno. Il microfono, dal tavolo dell'accusa, è passato ai mariti e non sono mancate frecciatine ironiche. L'avvocato Giulio Genocchio presidente'della «Famiglia nuuresa». ha detto: «Finalmente staserò ho sentito donne parlare come veri uomini». Don Walter Busti ha accennato al dibattuto tema del ministero della donna all'interno della Chiesa: «E' un cammino ancora faticoso — ha sottolineato — perché la stessa. Chiesa è condizionata da una società che risente dell'impronta dominante dell'uomo». Donna non come oggetto sessuale, donna come compagna, donna come essere sociale. «E' venuto il mo¬ mento — ha concluso Tina Anselmi — in cui il pannolino lo può cambiare anche papà». Gianfranco Quaglia Novara. Al meeting regionale del Soroptimist che si è svolto alla « Meridiana ». A sinistra la presidentessa novarese, Graziella Ubezìo. Accanto: la signora Bossetti e un ospite-marito, il dott. Mazzini. Gli uomini meno numerosi (Giovetti)

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