Da cento anni fabbricano felicità per i bambini di tutto il mondo

Da cento anni fabbricano felicità per i bambini di tutto il mondo Gli artigiani di Arona, diventati industriali del giocattolo Da cento anni fabbricano felicità per i bambini di tutto il mondo Cominciò la "Ratti e Vallenzasca" fabbricando prima cestini di vimini e poi bambole - Ora c'è qualche difficoltà di commercializzazione sul mercato italiano ma all'estero i balocchi aronesi sono sempre competitivi Arona, 27 febbraio Si dice che la bambola sia il più antico giocattolo del mondo tanto che le sue origini si perderebbero nella prei. storia: gli archeologi, infatti. 'le hanno ritrovate nelle tom(Nostro servizio particolare; be peruviane. Anche nell'Egitto dei faraoni c'erano le barn- bole con capelli veri e braccia già mobili: quelle delle barn- bine greche e romane erano in terracotta o di legno, guai- che volta in avorio. Già allora braccia e gambe snodabili ve- nivano applicale sul corpo di cuoio o di stoffa e. come sul mercato d'oggi, si potevano vestire. Ma fu soprattutto durante il Rinascimento che j quelle più moderne e presenti t la bambola raggiunse prezio-' sita e raffinatezze impreviste:, si diffusero non poche bambole-manichino vestite di \ splendidi costumi che riflette- i vano la moda del tempo e che ] venivano usate non soltanto come giocattolo, ma anche ' come oggetti ornamentali. Poi arrivò la grande moda j delle bambole di Norimberga >cfle- attorno al 1H50. venivano I j fabbricate non più con la te-1 jsta di legno o di cera, ma di j | cartapesta ben pressala e mo- \ ! dettata. Alla regina Vittoria è i attribuita una stupenda colle- zione di bambole e di case ' Per -bambole tutte ordinatamente esposte nel castello di Windsor per appagare la cu. riosità dei visitatori. Ma è nei primi anni di que! sto nostro secolo che la fab| bricazione delle bambole è di- j t ventata una fiorente industria ■ ■ che ha vissuto e vive in Arona I ; uno dei suoi aspetti più inte- ■■ ■ ressanti. Si tratta di una tra- [ i dizione ormai ampiamente '■■ ! consolidata che ha raggiunto : : consistenza economica e so-1 ciale con l'affermazione della : l «Ratti e Vallenzasca». nata: nel 1913 e cioè mentre spirava la belle epoque, pochi mesi ! prima del colpo di grazia che i le sarebbe stato inferto a Se| rajevo. Fu Antonio Ratti il I I fondatore della ditta che, ol-1 ; tre alle bambole, faceva cesti- \ \ ni di vimini e da lavoro. Que- ì ! st'ultima produzione era già ■ 1 presente in Arona dove, da1 \ molti anni, l'economia locale ' j non ruotava soltanto attorno I ! alle attrattive turistiche che assicurava il Lago Maggiore, ! j ma anche per la crescita del- ! ' l'industria dei cestini e delle \ bambole che. con la moltipli- ; cazione delle lavoranti a do- j micilio. aveva fatto di ogni i casa del vecchio centro citta- j dino, un piccolo laboratorio. ; Mentre là s'intrecciavano ceJ stini, qui si incollavano le braccia delle bambole, o si | confezionavano le cufflette in j tela o panno, oppure le scarj pine. Ognuno con una propria sartoria in miniatura dove' spiccavano coloro che aveva- ■ no capacità nel «giuntare» e nel rivestire determinate anatomie: chi. il capocchi jl ironico', chi le braccia. Sembra che con tale procedimento di lavorazione, che impiegava in attività puramente artigianali1 oltre 600 persone, si producessero ad Arona (e questo fino al 1960 e anche oltre) circa 70 mila bambole ogni anno. «Ma ora la bambola tradizionale non è più tanto richiesta — dice Marita Ratti, nipote del "gran vecchio" — anche perché si è ridotto il tempo di gioco per le bambine. Mentre fino a pochi anni fa giocavano con la bambola anche a 14 anni, oggi le bambine smettono generalmente attor- i no ai 7 anni». Probabilmente \ è vero, dal momento che le \ distrazioni sono tante e le in- \ I novazioni, nel campo dei ba | tocchi come altrove, sono nuI merosissime. Ciò è quanto ha j confermato il recente «Salone | del Giocattolo» di Milano do- \ve i fabbricanti aronesi han-1 ! no esposto le nuove creazioni \ i delle loro fabbriche funziona-\ '< H ed efficienti, nelle quali l'in- stdllazione di macchinario ! I sèmpre più moderno ha ridot-l to l'impiego della mano d'o- i pera arrivando a eliminare, j ! ! quasi totalmente, il fenomeno ! \ della lavorazione a domicilio. ; «Sotto le feste di Natale j non abbiamo avvertito diffi i colta, ma ora se ne sentono j anche se sul mercato estero, ; malgrado tutto, siamo ancora ' abbastanza competitivi» dice il dottor Enrico Porta, contitolare, con il ragionier Giovanni Carones. della ditta «Rossi Maurizio» che. proprio quest'anno, compie cent'anni di vita. Nata per produrre cestini j ! da lavoro, la fabbrica di Mau- ì rizio Rossi, nonno di Enrico Porta, crebbe gradatamente affermandosi anche nel cam-po del giocattolo: ora è pre- sente con una completa rete di vendita in tutta Italia e con una moderna filiale a Mi- fano. Non fabbrica più giocat- toli. ma li vende assieme ai cestini che. in omaggio alle origini, continua a produrre, A 87 anni d'età è tuttora pre- sente nell'azienda il cavalier Pietro Rossi, figlio del fonda- tare, che si accinge con i ni poti a festeggiare l'anno giù- bilare della ditta, Qui regna la piccola indu stria e l'artigianato: ma non basta agli aronesi fare giocai toli e bambole. Ad Arona si è affermata la profumeria an che se diverse piccole aziende sono entrate in crisi e si sono ristrutturate conseguente mente: qui fabbricano di tut to. anche i piumini per la ri pria. Romolo Barisonzo _WM Arona. Giovanni Bocchetta (in alto) e Angelo Bielli, due costruttori di giocattoli Arona. Marita Ratti fa parte dell'ultima generazione dei fabbricanti di bambole

Persone citate: Angelo Bielli, Antonio Ratti, Giovanni Bocchetta, Giovanni Carones, Marita Ratti, Pietro Rossi, Ratti, Romolo Barisonzo, Vittoria, Windsor

Luoghi citati: Arona, Egitto, Italia, Milano, Norimberga