Folla al dibattito sull' aborto

Folla al dibattito sull' aborto i è svolto nella Biblioteca Negroni promosso dal Club Turati Folla al dibattito sull' aborto II consigliere comunale Minola: "Potrei fare il nome di chi, nella nostra città, si arricchisce con pratiche abortive" - Polemico il segretario regionale dei radicali, Gremmo: "L'anno della riconciliazione è cominciato con una campagna denigratoria" - Alla manifestazione sono intervenute anche la presidente delPAied, l'associazione che si propone l'educazione demografica, Lidia Sandri Cabrini, la "professoressa dai capelli rossi" che proprio a Novara, al liceo Carlo Alberto, venne alla ribalta pubblica 'Dal nostro corrispondente/ N'ovara, 21 gennaio. Giuliana Cabrini, l'insegnante «scomoda», trasferita due anni fa a Pinerolo dal liceo classico «Carlo Alberto» è ternata ieri sera a Novara per un dibattito sull'aborto. Un ritorno-rivincita nella veste di femminista e donna politica in una sala, la biblioteca Negroni. gremita all'inverosimile. E la professoressa dai capelli rossi, quando è stato il suo turno, ha strappato l'applauso esordendo: «Amo Novara e tornare qui mi riempie ài gioia». Al dibattito organizzato dal Club Turati, che è sempre al- l'avanguardia in manifestazio ni di questo genere, erano stati invitati, oltre alla Cabrini, la presidente novarese dell'Aied, avvocatessa Lidia Sandri Ferrari e il segretario regionale piemontese del partito radicale, Roberto Gremmo. Il dinamico animatore del «Turati», l'avvocato Vittorio Minola, anche questa volta aveva proposto per la trattazione del tema, un titolo un poco cinematografico: «Aborto, storia italiana di guadagni, di galera, di ipocrisia, di omertà e di morte». Minola, consigliere comuna- cfle socialista, presentatore e moderatore del dibattito, non ha avuto peli sulla lingua denunciando anche a Novara illeciti arricchimenti con la pratica dell'aborto. «A'on faccio nomi perché rischierei sicura condanna, ma non esiterei a farlo se mi venisse concessa, in sede penale, la facoltà di prova». Le allusioni, però, ci sono-state e tutti hanno capito a chi l'avvocato si riferisce. «Parlare di aborto — ha proseguito — è cosa tutt'altro che allegra: e la sto- \ ria di un paese che si dice ci- ' vile e civile non è. In quasi ! tutti gli stati è legittimo e re- -, golamentato: qui è vietato ri- 'gorosamente da una legge fa- ; scista. L'aborto però si fa: c'è: quello per i ricchi in lussuose ' case di cura e praticato senza ; [rischi'e qUéttò pef~ì poveri su '■ un rozzo tavola da cucina. Il \ prezzo spazia dcL mezzo mi- ; ! lione alle 50 mila lire». i L'avvocatessa Sandri ha; ! dette che l'Aìed ( Associazione ; ; italiana educazione demogra- j ■ fica ) non si occupa di aborto ' I perché il problema demogra| fico, delie nascite, insomma. ' lo tratta in forma preventiva. : «Ciò anche perché pensiamo ' — ha spiegato — che non sia I : la paura del carcere ad evitare l'aborio. Purtroppo, però, : j in Italia per una carente pubblicizzazione dei contraccetti- ' j vi e false teorie, c'è chi pensa . ■ sia più pericolosa la pillola ] i eh? l'aborto». Roberto Gremmo ha af- : I frontato il tema da uno stretto punto di vista politico.; i «L'anno santo delle riconcilia-] | zione è cominciato con la ; ■campagna denigratoria nei] 1 confronti del partito radicale: l | perché si baite per la regola- ; i mentazione dell'aborto gli è [stata attribuite ' associazione a | : ; : etichetta dii delinquere», i Non per questo, ha annunciato, i radicali desisteranno dalla lotta. Verrà lanciata a | I marzo una campagna per il referendum tendente all'abo- i | lizione delle leggi fasciste sulj l'aborto; continueranno le au- j | todenunce. Ed eccoci alla Cabrini. «Il j nostro è un paese di contrad- j < dizioni dove può accadere di ! | tutto: non vanno in galera i ! ; petrolieri ma chi parla di1 i aborto. C'è voluto il caso di ; | Firenze: gli arresti, compreso ' quello del segretario nasiona- ; | le di un partito, per sollevare ] ! i/ problema di cui oggi tutta ' ! l'Italia parla. Per la regola-; ] mentazione dell'aborto ci ' . vuole una legge ma prima che ; ' possa essere varata passeran- ] '■ no due anni». Appartenente al movimento ; per la liberazione della don-, • na, anche la Cabrini ha invita- to all'autodenuncia. Sono già cento a Torino: saranno alla fine migliaia: vogliamo riempire i tribunali, fare di cani caso un processo politico. E' nostra intensione istituire centri "Cisa" 'Centri per in¬ \ te recentemente da loro coni ' pagni di corso al nostro gior ! naie. Ha parlato poi la re -, spcnsabile del settore femmi 'nile della federazione novare ; se del psi, Anna Cerneti, per : ricordare che l'aborto è un ' formazione su sterilizzazione ' e aborto, un po' dappertutto e anche a Novara». | Nel dibattito è intervenuta : per prima una studentessa di ; medicina per leggere un docu: mento del «collettivo» che contesta le interviste rilascia- problema che appartiene alla donna. Un'altra donna, che si è definita cattolica, ha sottolineato il fatto che molti casi di aborto sarebbero evitati se solo ci fosse la possibilità per il nascituro di un normale ^nserimento nella vita. «Chi abortisce — ha concluso — in un certo senso lo non ha scelta». Un altro cattolico, lo studente Paolo Allegra, pur di¬ cendosi d'accordo che è in atto una «caccia alle streghe», una forma antipatica di repressione ed essersi espresso a favore del referendum per la depenalizzazione, ha espresso le sue riserve. «Innanzi tutto su un certo tipo fa perché ; di campagna "pro-aborto" epoi sul motto troppo sempli- cistico delle donne "la panciaè nostra". Sono contro l'ipo-crisia. ma parliamo di abor- to non bisogna dimenticare che c'è sempre di mezzo una vita». Luciano Rei ha impostato il suo intervento sul sovraffolla mento del mondo e sulla necessità di un controllo delle nascite anche, se necessario, con le pratiche abortive. Il dibattito si è concluso con una domanda polemica.Dal pubblico è stato chiesto: «Perché non avete invitato qui un prete?». Ha risposto l'avvocato Minola: «Che cosa ne pensa la Chiesa del problema che trattiamo lo sanno tutti. Personalmente ne ho di- scusso coti uno di quei preti detti del dissenso e non credo che sarebbe stato disposto a venire in questa sede a ripete re pubblicamente il suo pen siero». Alcuni avevano notato poco prima in sala im sacer- dote: lo si è cercato, ma era scomparso. Il folto pubblico (uomini e donne, giovani e meno giovani equamente distribuiti) ha sfollato lentamente la «Negroni» mentre la Cabrini si intratteneva con un gruppo di ■ SUOi ex allievi Non risulta che, almeno ie- sera, qualcuno abbia sottoscritto l'autodenuncia. Piero Barbe Due aspetti della platea al dibattito sull'aborto. Per la manifestazione, che era stata indetta dal Circolo Turati, la biblioteca Negroni appariva gremitissima: donne e uomini, giovani e anziani (Giovetti) [! i! ; ■I|': jj■ iIi|■1 Novara. Gli avvocati Lidia Sandri Ferrari e Vittorio Minola La professoressa Cabrini e Roberto Gremmo