I ragazzi ci ammoniscono «Prima di tutto farsi capire»

I ragazzi ci ammoniscono «Prima di tutto farsi capire» "Processo al giornale», nei temi svolti in classe I ragazzi ci ammoniscono «Prima di tutto farsi capire» Dagli incontri nelle scuole (domani il terzo, alla Bellini), emerge il ruolo "educativo" che i quotidiani potrebbero svolgere come efficaci sussidi didattici e come impegno di schiettezza - Il consenso del vescovo mons. Del Monte all'iniziativa (Dal nostro corrispondente) Novara, 4 dicembre. (p.b.) Può il giornale introdotto nelle scuole avere funzione «educatrice»? Il tema è stato ampiamente dibattuto in un convegno di studio che si è svolto in questi giorni a Torino, promosso dalla Società italiana per l'organizzazione internazionale (Sioi) e dall'Associazione europea degli insegnanti fAedeì sotto la presidenza dei professori Bellando e Audino. A conclusione del dibattito è emerso il ruolo educativo e il significato culturale dell'impiego dei quotidiani e degli stessi rotocalchi quali efficaci sussidi didattici ai fini di una educazione civile che sia anche impegno di maturità democratica, per aiutare i giovani di oggi a diventare i cittadini di una migliore società di domani. A Novara il «processo al giornale» che si sta svolgendo nelle medie promosso dalla Stampa - Cronache del Novarese e dal Provveditorato agli studi ne è una conferma. Vivissimo si è rivelato l'interesse che i ragazi: hanno dimostrato per questa «materia» nuova, che meglio di ogni altra sollecita la loro volontà di critica e di discussione. Gli studenti a cui ci siamo rivolti sinora (gli allievi della scuola del rione Sant'Andrea e del «Carlo Alberto») con i temi che stanno svolgendo hanno dimostrato di aver considerato l'approccio con il giornale e con i giornalisti con molta serietà e soprattutto con desiderio di schiettezza. - Già abbiamo parlato di al- curii elaborati che ci sono stati segnalati dagli insegnanti (a parte pubblichiamo uno dei tre «migliori» della scuola di Sant'Andrea). Ora. in attesa dell'incontro di venerdì alla Bellini, ce ne sono pervenuti altri. Alma Fagnoni della media Sant'Andrea, dopo avere candidamente ammesso la sua gioia di quell'incontro anche perché «cosi ho evitato una interrogazione di geografia», dice subito che «a me piace leggere il giornale ma solo le parti interessanti:' se incappo in gualche frase non molto i comprensibile me ne scappa \ la voglia e volto pagina». Alma racconta che per il «Processo al giornale» c'è stata fra gli studenti una specie di gara nel preparare le domande da rivolgere ai giornalisti. «Molte che ci accingevamo a fare, io e le mie compagne, ci sono state "rubate" dai ragazzi che le hanno poste prima di noi. Di domande — aggiunge -r ne sono state fatte anche di cattive come per si esempio quando è stato chic- j sto ai giornalisti se non sentono dei ficcanaso». Cecilia Turano scrive: «Ho cominciato a leggere un articolo e sono rimasta molto delusa perché ho trovato molte parole di cui non capivo il significato ed ho pensato: ma i giornalisti non si rendono conto che il quotidiano è letto anche da persone che sanno appena leggere e scrivere?». Conclude però dicendo: «Secondo me è stata una esperienza meravigliosa». Dal canto suo Paola Acirardi dice: «Sino a qualche settimana fa avevo qualche dubbio su come si redige il giornale: ora. grazie al dibattito con i giornalisti, non più». Anche lei vorrebbe articoli, specialmente politici, più semplici e comprensibili, come avviene per fatti di cronaca. «Perché — si domanda — Io spazio riservato ai prò- grammi televisivi non è com- \pletato da qualche pettegolezzo del giorno su cantanti ed attori, invece dei soliti servizi sui programmi teatrali?». «Dall'incontro con i giornalisti — scrive Ornella Bagnati — ho appreso cose molto interessanti: come vengono raccolte e scritte le notizie: come si fanno i titoli e si impagina. Ma soprattutto ho capito i sentimenti che animano i cronisti e cosa provano di fronte a tragedie, le paure che vivono per i servizi di guerra». L'iniziativa del «processo al giornale» continua a raccogliere consensi. Anche il vescovo, monsignor Aldo Del Monte, in occasione della presentazione alla stampa della sua pastorale, si è espresso in maniera lusinghiera su questi nostri incontri con i ragazzi della scuola media. «£' stata una buona idea — ha aggiunto — e seguo attentamente il pensiero dei ragazzi espresso nei loro temi». Il professor Cesare Sempio, preside della "Bellini"

Persone citate: Aldo Del Monte, Alma Fagnoni, Audino, Bellando, Carlo Alberto, Cecilia Turano, Cesare Sempio, Del Monte

Luoghi citati: Novara, Sant'andrea, Torino