"Con una mano ci vogliono togliere ciò che ci hanno dato con l'altra"

"Con una mano ci vogliono togliere ciò che ci hanno dato con l'altra" Decreti delegati: studenti in polemica con i professori "Con una mano ci vogliono togliere ciò che ci hanno dato con l'altra" Tremila allievi delle medie novaresi hanno disertato le lezioni -1 sindacati della scuola hanno sconfessato lo sciopero -1 docenti replicano precisando di aver sempre considerato l'insegnamento un compito educativo e non uno "strumento di potere" - A Domodossola i giovani chiedono anche trasporti e mensa (Nostro servizio particolare) Novara, 28 novembre. H.db.) Tremila studenti delle scuole medie e superiori di Novara hanno disertato stamane le lezioni per protestare contro l'introduzione dei decreti delegati. «Il principio è valido — dicono i ragazzi — ma così come viene applicato non può portare alcun beneficio: ci prendono con una mano ciò che ci hanno regalato con l'altra». Sostengono infatti che i genitori eletti a fare parte del consiglio di classe non sono in grado di «sottrarre il monopolio ai professori che hanno gestito la scuola come un potere». Lo sciopero, proclamato per oggi dalle organizzazioni della sinistra extraparlamen¬ tare (Lotta Continua. Avan-i guardia Operaia. Movimento i Studentesco) ha suscitato una violenta polemica che ha visto coinvolti oltre agli studenti, i sindacati-scuola e gli stessi professori che si sono opposti energicamente a una interpretazione così critica formulata nei loro confronti. «Non ci siamo mai sognati di considerare la cattedra che occupiamo come un potere da gestire — hanno ribadito alcuni docenti interpellati — il nostro compito è quello di educare e nel momento in cui ci siamo accorti che era necessario un rapporto più stretto con la famiglia per plasmare dei buoni cittadini abbiamo chiamato i genitori. I decreti delegati corrono il rischio di essere stigmatizzati I i da giudizi prettamente politi i ci (nel senso deteriore del I termine) che finirebbero per distruggere un esperimento democratico tanto invocato». D'altra parte gli stessi sindacati-scuola, organi ufficiali, hanno sconfessato lo sciopero di stamane. La Fgc (Federazione giovanile comunista) ha distribuito un volantino nel quale si denuncia «il tentativo di strumentalizzazione delle masse di studenti ad opera di pochi opportunisti ed avventuristi che prima chiedono l'introduzione della democrazia negli istituti e poi. una volta ottenuta, incominciano a distruggerla». Gli ispiratori dello sciopero sono stati indicati in poche decine di alunni, che però so- j no riusciti a conquistarsi le adesioni dei due terzi della popolazione scolastica. «Non esageriamo tuttavia nel dare troppo peso alle cifre — spiegano i professori — parecchi che vengono da fuori città (i cosiddetti ''pendolari della scuola") sentendo che c'era in ballo un'agitazione non si sono neppure mossi di casa: altri hanno seguito l'andazzo per accaparrarsi un giorno di vacanza. Dal che risulta che le adesioni reali allo sciopero devono essere di molto ridimensionate». La polemica è comunque vivace e i rapporti fra la classe insegnante e gli studenti (una minoranza?) particolarmente tesi, n mondo della scuola, anche quello novarese, è in subbuglio; ma non fa eoe evidenziare uno stato di crisi, latente, covato per anni, che non può in breve tempo (neanche con una innovazione coraggiosa come i decreti delegati) essere sanato. Domodossola, 28 novembre. im.s.) In occasione dello sciopero degli studenti delle medie in applicazione dei decreti delegati, a Domodossola i molti giovani che frequentano gli istituti locali hanno protestato ancora una volta per la carenza dei trasporti e per la mancanza di una mensa studentesca. I «pendolari» della scuola, come possono essere definiti i giovani delle valli, lamentano da tempo questi inconvenienti. Il servizio di collegamento con Domodossola è carente e i ragazzi spesso sono costretti a raggiungere le rispettive scuole servendosi dell'autostop. Gli studenti del «Galletti» hanno anche il problema della mensa. Nella loro scuola, infatti, le lezioni si svolgono anche il pomeriggio e i giovani non hanno alcun posto dove andare a mangiare. Da tempo la Comunità montana dell'Ossola ha preso in esame la situazione e ha stanziato 50 milioni per la mensa studentesca, e 100 milioni per razionalizzare i servizi di collegamento con le valli Anzasca, Antro na, Antigono e Formazza. La soluzione del problema della mensa, a quanto dicono i responsabili della Comunità montana, è abbastanza prossima. Più difficile quella relativa al problema dei trasporti per attuare la quale si prevede che trascorrerà un anno.

Luoghi citati: Domodossola, Formazza, Novara, Ossola