Di scena ad Armeno le più giovani leve dei cuochi che contestano Esscoffier e vestono all'americana

Di scena ad Armeno le più giovani leve dei cuochi che contestano Esscoffier e vestono all'americana Di scena ad Armeno le più giovani leve dei cuochi che contestano Esscoffier e vestono all'americana Duecentocinquanut "chefs" e da del santuario di Luciago "maitres" che lavorano in ogni parte del mondo • Incontro nel "viale dei tìgli" e rimpatriata alla locan■ Scdicjmila lire all'asta per la focaccia fatta in casa - Ricordi d'altri tempi e problemi turistici di oggi (Dal nostro inviato speciale) Armeno, il novembre. Marcel Bossi ha venduto (si dice per un miliardo e ottocento milioni di lire, prezzo molto conveniente) il suo Grand hotel sul lungolago di Stresa a Zanella. Padulazzi, Mariani, la nuova generazione di albergatori. L'albergo riaprirà il primo gennaio ed è già prenotato per l'anno. I nuovi proprietari lo destineranno, come già del resto gli alberghi di cui dispongono, al turismo di massa, che si preoccupa non tanto della cucina di classe e del servizio inappuntabile quanto della modicità dei prezzi. Lo chef è sfato reingaggiato, ma la «brigata» che lavora sotto di lui in cucina è stata ampiamente sforbiciata Di questa trasformazione emblematica che riconferma, se ancora ce ne fosse bisogno, la fine di un mito legato alla Belle epoque, si è parlato a lungo nel raduno degli chefs e dei maitres ieri ad Armeno. Era un raduno di marca, il ventesimo da quando, nell'autunno del 1954. nella canonica di don Mendogni. Marco Guamori. il maestro «feroce» dell'Alberghiero di Stresa. Mario Marzi, «il condottiero», Samuele Crana. chef dello Splendid di Portofino, decisero di vivificare lo spirito di corpo della categoria organizzando una rimpatriata annuale ai piedi del Mottarone. Anche l'adunata di ieri, per quanto affollatissima (250 e più presenze), al profano suggeriva constatazioni malinconiche di un palcoscenico che sta respingendo tra le quinte i suoi primattori d'altri tempi. Escoffier. chi era costui? Sotto le antiche etichette francesi di chef, saucier, entremetier. gartmanger. rotisseur. tournant e maitre il personaggio dell'* alberghino» oggi è tutto nuovo e moderno. Forse proprio per questo con tanta costanza ogni novembre accorrono ad Arme- no a respirare l'atmosfera agreste che piaceva ai loro vecchi, a dare notizie dal mondo al pensionati che sono tornati a vivere nella casa avita, a riesumare i ricordi delle grandi dinastie di cui hanno ereditato il cognome e a portare in processione il patrono, san Pio X. che è stato scelto per ripicco, dato che. appena diventato papa, licenziò là metà dei camerieri a suo servizio. Andreano Rossi, venuto in aereo, come credenziali presenta due ristoranti a Bristol: il Rossi (internazionale) e il Rossi numero dieci (cucina italiana con Chianti e Martini), e una fabbrica di surgelati da far concorrenza alla Findus. Angelo Zaretti. 28 anni, il ribelle che non ha mai accettato di misurare il sale se non a manciate, anche se in famiglia sono tutti cuochi o portieri d'albergo, è arrivato dalle Bermude con gilè a scacchi, camicia verde, cap- petto a larga tesa, mustacchi e chiome foltissime: un vero «americano», abituato a trattare con clienti che badano al sodo e «mangiamo persino le ossa». Vistoso e caratteristico, con la sua circonferenza re gale e la pettinatura alla paggio. Pierangelo Recalcati (32 anni) a New York, a Los Angeles, nel Messico, è uscito volentieri dalla cucina per presentare in televisione quel «risotto alla darei» (che è poi il nome di un monte di Armeno) che gli ha procurato all'estero fama e medaglie d'oro. Loris De Suiti, ex allievo dell'Alberghiero di Stresa sta per prendere in consegna il nuovo Sporting Club, un complesso modernissimo (grill, discoteca, cabaret, dancing, piscina, maneggio e ristorante) che si aprirà a giorni nei pressi del casello di Santhià «L'epoca del valigin, del passaporto rosso per lavoratori, delle lettere dei padri con l'invito a non scordare il paese è finita» ammettono con rimpianto i veterani Gaudenzio Zaretti e Nino Pizzi. Ma il «viale di casa nostra* c'è ancora, delimitato dai tigli che. a maggio, emanano un eccitante e salutare profumo, in salita, dalla chiesa millenaria alla piazza del municipio. Due passi più in su, verso la frazione Cheggino. è rimasto anche il muricciolo semidiroccato su cui ci si può sedere al tramonto, a fumare il sigaro contemplando il monte Rósa e il lago. Ancora una volta lungo il male sono sfilati tutti assieme, vecchi e nuovi, nostalgici e contestatori, maestri e allievi venuti anche da altri paesi di tradizioni alberghiere: i notabili, capeggiati dal presidente Giuseppe Ramponi: il luinese Enzo Dellea. istruttore dell'Acis e il suo vice Abramo Magnani: l'invoriese Pietro Zane, presidente dei cuochi di Roma: Maurizio Cornetti, il decano del disio (77 anni): Remo Anchise, il cameriere di Locarno che. a 18 anni, a Cortina, assistette a una sfrenata danza sui tavoli di Edda Mussolini e alla passerella su tappeto tricolore del gerarca Starace, con clienti del Miramonti che scappavano, e il suo pupillo Piero Bertolini di Carcoforo. Mario Paggi di Canteri (che un tempo era l'università dei cuochi) è venuto dal G^and Hotel di Gardone con Gino Campioni detto Cicca al quale come primo compito affidò cento guizzanti trote da uccidere. E Cicca per la strage impiegò tutto un pomeriggio, ma poi. sconvolto, fuggi da quell'albergo alienante. I milanesi: il maitre del Touring Giuliano Fortis (ex Principi di Torino) detto Bruirla e il suo chef Angelo Cattaneo di Bossolo: Franco Fortis, maitre del Gallio. Celso Allesina. chef del Continental: il maitre Giuliano Umetti e il sommelier Luigi Doverlo del Principe e Savoia. E ancora (citiamo a caso): Antonio Zanoia. Antonio Fantini, Daniele Preda di Ghemme. Bartolomeo Bertoli. Luciano Zenti, Ezio Bosina di Invorio, Ottavio Barbami e Mario De Marchi venuti da Ischia, Franco Mussi, Oreste De Zoppis delle Palme di Stresa, il falegname Samuele Pecci, padre del famosissimo cuoco Gianni e zio di Gianfranco. Ottavio Pizzi, la ultraottantenne banda di Quarna Sopra capeggiata dal maestro Adamo Quadretta, lo scultore Giuseppe Gallina di Omegna Che ha disegnato il quadretto di legno realizzato da Audenzio Martinazzi di Pettenasco e distribuito come ricordo a tutti i partecipanti. Giunti in piazza dove, secondo una tradizione nova¬ rese sempre rispettata nelle sagre, il banditore Franco Bonomi Pattini,- «Faccia» metteva all'asta caffettiere, salami e ombrelli, i «reduci» si sono contesi sino a quota sedicimila una curiosa focaccia locale di pasta frolla lucidata. Poi tutti a tavola, alla nuova locanda dei Tondini, al santuario di Luciago. con le autorità, il vescovo monsignor Puma, il presidente della Provincia ingegner Cattaneo, il direttore dell'Alberghiero di Stresa professor Mainardi. fratei Giuseppe Maestri e il sindaco Caoigioh. Nella grande famiglia degli alberghieri un posto a parte merita un curioso personaggio: Agide Amoretti di Salsomaggiore, erede di una ultracentenaria ditta di salumi. Amoretti, che si ritiene continuatore ideale di quel Beretta coltellinaio che girava gli alberghi vendendo, a credito, coltelli, grembiuli e cappelli da cuoco, è considerato il consulente della categoria, quello che aiuta gli chefs nel difficile compito di formare le «brigate». E' stato l'Amoretti a ricordare i «grandi» scomparsi: come Mario Bertinotti di Ameno, che con la sua cordialità e la sua bontà si comportava da padre per i garzoni rosi dalla nostalgia della famiglia, Umberto Franzini di Carpugnino, maestro del Guamori. morto lo scorso anno, e l'ex presidente dei cuochi, il cavalier Facchinetti. La lezione di questi maestri ad Armeno è ancora viva: un insegnamento di amicizia e di solidarietà, che la «giornata del ritorno» rinnova di anno in anno. Vittoria Sìncero Armeno. Giuliano Fortis, il maitre del Touring di Milano gruppo in cornice agreste sul prato davanti alla Chiesa millenaria Armeno. Il vescovo monsignor Edoardo Piana taglia il nastro nella rinnovata locanda di Gino Tendina al santuario di Luciago. A sinistra l'ing. Capuani e il sindaco Cavigioli