Una boccata d' «aria di casa» per gli alberghieri emigrati

Una boccata d' «aria di casa» per gli alberghieri emigrati Allegra rimpatriata, ventesima edizione Una boccata d' «aria di casa» per gli alberghieri emigrati Dopo la consueta processione del patrono. San Pio X, a tavola in una locanda sulle pendici del Mottarone, si scambieranno le esperienze di un anno di lavoro (Nostro servìzio particolare) Armeno, 8 novembre. Vent'anni: una tradizione, ormai. Questa volta, degli albergatori, dei cuochi e dei camerieri, assume un significa to particolare. La festa si terrà domenica con il consueto programma: cerimonia religiosa (la messa sarà celebrata dal vescovo ausiliare di Novara, monsignor Edoardo Piana), processione con la statua di san Pio X, pa trono dei lavoratori della mensa, incanto delle offerte, banchetto finale. Una cosa a metà tra la sagra paesana e le cerimonie ufficiali. •In verità solo al pranzo — affermano gli organizzatori — abbiamo ritenuto di conferire un certo tono dato che una mensa perfetta sotto tutti gli aspetti è la nostra prova del fuoco. Per il resto si è deciso che la manifestazione dovesse mantenere l'atmosfera di sagra del paese che ha conservato per tutti gli anni passati. La nostra e una riunione di amici, una gioiosa rimpatriata atta ricerca del tempo perduto». Il banchetto, invece, sarà degno di tanti gourmet, riuniti eccezionalmente dall'occasione del convegno locale. Ci sono state accanite discussioni per la scelta dei piatti da presentare al severo giudizio dei colleghi, ma alla fine l'apposita commissione ha deciso per il salmone affumicato e la lingua in salsa verde come antipasti, tortellini magri al burro e salvia per «primo», quindi zampone con lenticchie, carré di vitello con contorno di patate al forno e di spinaci al burro, formaggi del Mottarone, frutta locale, bignole di cioccolato, caffè e gelato. Come vira: Sangiovese e Trebbiano, della Romagna, Fontana! redda e Fara. Quanto basta, insomma, per accontentare palati fini e stomaci capaci. Gino Tondina è il cuoco incaricato di alle stire la tavola dei maestri dell'arte alberghiera, nella sua locanda caratteristica accanto al santuario di Luciago. Quo sfanno, dunque, il pranzo si terrà in montagna, a 800 metri, sulla strada che conduce al Mottarone. Chefs e maitres d'hotel saliranno a Luciago dopo le manifestazioni della mattinata e con loro siederanno a tavola il parroco don Giacinto Mando ani (che fu tra i fondatori del convegno ormai ventennale) e lo stesso vescovo Piana, ez cappellano degli arditi e prelato dall'appetito sano, oltre che competente — si dice — in materie gastronomiche. La compagnia sarà numerosa come sempre. L'A-A-A-A (Associazione alberghieri amicizia Armeno) ha lavorato sodo. Hanno collaborato tut ti: dal presidente Pietro Ramponi, ai suoi collaboratori, Enzo Buratti, Mario e Giancarlo Marzi, Antonio Zanoia, Franco Bonomi Pattini. Pei non dire del regista fra tei Giuseppe Maestri, il «Giusep pino tuttofare» di Armeno «La festa — dice fra tei Giuseppe — avrà inizio già domani sera con l'esibizione del "Coro del Mottarone", diretto da Renzo Puricelli. Domenica canterà poi in chiesa la "Corale Armeniese", diretta dalla signora Ada Piato». Eludendo per un pomeriggio la rigida etichetta, canteranno forse dopo il succulento convitto anche i maitres, d'accordo, una volta tanto, con gli chefs. Per i vent'anni è stato anche creato un artistico ogget¬ to ricordo, ohe verrà offerto a tutti i partecipanti al raduno. Si tratta di un dono de La Stampa - Cronache del Novarese: un grosso medaglione in I legno (diametro di circa 15 ! centimetri) con la chiesa romanica di Armeno. Il progetto è stato realizzato da Audenzio Martinazzi, di Pettenasco, il «mago del le gno», che ha «affettato» alcu¬ ni tronchi di ontano, stampando poi su ogni singola trancia un disegno dello scultore Giuseppe Gallina di Omegna. serigrafato da Mi noggi di Verbania. f. a. Armeno. Pietro Ramponi, il presidente degli albergatori, al convegno dell'anno scono