Visitare una fattoria per imparare quanto costa fare un chilo di riso

Visitare una fattoria per imparare quanto costa fare un chilo di riso Anche in Italia prende piede il "Farm open day,, Visitare una fattoria per imparare quanto costa fare un chilo di riso Nel programma organizzato dalla Confagricoltura con lo slogan "Cancelli aperti", la provincia di Novara è presente con la tenuta modello di Mosezzo -1 Bertoldo: una famiglia patriarcale tutta dedicata alla terra (Dal nostro corrispondente) Novara, 23 ottobre. «Cancelli aperti» ovvero tare conoscere l'agricoltura alla gente di città: una iniziativa che in Italia, come in Inghilterra (dove si chiama Farm open day;, sta incontrando grande successo. Gli agricoltori per far capire le loro difficoltà sentono il bisognò della comprensione e della simpatia di tutti: i consumatori devono sapere quel che ci vuole per produrre un litro di latte, un chilo di riso, una bistecca. In Inghilterra sono stati predisposti programmi precisi di visite ad aziende agricole, domenica per domenica. I visitatori raggiungono con i loro mezzi la «farm». pagano un biglietto d'ingresso (che varia dalle 80 alle 160 lire) e. muniti di un opuscolo, dove sono illustrate le caratteristiche dell'azienda, la percorrono in lungo e in largo, seguendo un itinerario studiato ad - hoc che permette di seguire passo per passo tutto un ciclo di produzione. Talvolta nel lungo itinerario attraverso immense campagne, sono i carri, con balle di paglia per sedile, a portare il visitatore. Ci sono cartelli che illustrano fatiche, costi e ricavi e qualche volta può capitare di giungere alla fine del lungo itinerario e scoprire (almeno cosi sostiene l'agricoltore nel cartello) che «per il vostro vitello, a conti fatti, ci abbiamo rimesso lire 31.50 al chilogrammo». L'operazione «cancelli aperti», da noi. ricalca l'iniziativa inglese: i presupposti sono gli stessi, identiche le motivazioni e gli scopi. Non siamo ancora arrivati alla visita dome¬ nicale organizzata con biglietto d'ingresso, ai cartelli, all'opuscolo-guida, ma la Confagricoltura comunque organizza visite di gruppi eterogenei un po' in tutta Italia. In Piemonte si è cominciato in questi giorni: dopo il Cuneese è stata oggi la volta di Ivrea e Novara. Per quanto riguarda la nostra provincia è stata scelta l'azienda dei fra- ■ tetti Bertoldo a Mosezzo ai una decina di chilometri dal capoluogo. C'erano, con i pre- i sidenti della Confagrìcollura. i Diana, della Federazione regionale. Appendalo, e detta Federazione provinciale Gianotti, ed atte autorità locali e regionali, i rappresentanti di) tutte le categorie, studenti, sindacalisti, industriali, commercianti, avvocati, ingegneri, medici, operatori economici. [ comitati di quartiere e trenta ' casalinghe torinesi sorteggia-, te tra le centinaia presentate-\ si stamane alle 9 in piazza Solferino da dove sono partiti i pullman diretti a Ivrea e Novara. L'incontro con la terra novarese è avvenuto a tavola, al «Tre re» di Fara per la colazione rustica: paniscia (naturalmente), polli ruspanti, gorgonzola (quello del Clin presentato dal presidente del consorzio, conte Cicogna) e i vini locali: Bonarda. Fara. \ Greco Bianco e Vecchia Colli- ■ na di Oleggio. Un menù scelto I da Ugo Noresi di Briona. un ! esperto in materia i Una sosta lungo la strada • per vedere le mietitrebbia in ; azione ed eccoci alla tenuta i Bertoldo. Una azienda di 280 ettari della Immobiliare-Irò-[fond, ristrutturata dall'ammi- i nistratore della società. Carlo [Borando, assessore regionale. > «Oggi — ha spiegato Barando — una azienda agricola ba hi sogno di una certa dimensio- ! ne perché possano operare [ convenientemente le macchi- i ne e perché la produzione sia j remunerativa». I Ma il segreto sta anche nel j lavoro della famiglia Bertol- '-. do. conduttori del grosso ca-\scinole. Una famiglia patriar- \ cale, all'antica, la cui storia è tutta da raccontare. ! Angelo Bertoldo detto «Ninin» che fìggi ha 65 anni, è ve! neto. Al suo paese con il fro[ tello possedeva un fazzoletto i di terra. «Non bastava per j sfamare due famiglie — racI confo — e cosi vent'anni fa j sono venuto nel Novarese». '-. Ai quattro figli che già ave\va. se ne sono aggiunti altri \ cinque e dal podere che ave vano affittato a Landiona si ! sono trasferiti a Mosezzo. Il j presidente della trifond. Feli| ce Rossi, è entusiasta dei que i sto «clan» di oriundi veneti: i papà, mamma, nove figli. j nuore e generi e già qualche '• nipote, al lavoro da mane a J sera. In otto.anni. da quando j i Bertoldo'hanno preso a conI durla. l'azienda è stata tra1 sformata: oggi è una dette più ! moderne e meccanizzate del j Piemonte con dieci trattori. ! due mietitrebbie, due mezzi i semoventi e un'altra dozzina di macchine d'ogni genere. Il prodotto principe è il risone: 12 mila quintali all'anno ma sessanta ettari sono investiti a mais e per il foraggio onde ; alimentare 320 capi di bestùx■ me. un centinaio dei quali, mucche che danno quasi seimila ettolitri di latte ogni anno. Dal 1968 a Oggi sono stati . realizzati parecchi migliora| menti fondiari, è stato costruito un essiccatoio per il ; risone e una nuova stalla per la stabulizzazione libera Meccanizzazione e raziona- i J«l Nhhm ************ lizzazione del lavoro consen tono di mandare avanti Va : zienda con soli quattro addetti alla staila e due trattoristi. Lavorano, però, come abbiamo detto, tutti i Bertoldo compreso il ragioniere. Uno dei figli di «papà Ninin» si è infatti diplomato ma quello stesso giorno ha ripreso il j suo posto nei campi. Gente infaticabile che non conosce) festività: per loro Natale o • Pasqua sono giorni come gli altri. La visita al cascinale ha ' permesso di constatare che oggi in campagna si vive come in città: case confortevoli con tutti i servizi, strade asfaltate. La stagione è quella i del raccolto del riso (oggi era ; l'ultimo giorno) e l'annata è i stata buona. La possente mac] china vista in azione ha mie, tuto oggi su cento pertiche e : a mano a mano che il riso ve\ niva raccolto, un trasportatore lo trasferiva nell'essicca\ toio della capacità di 36 quin! tali l'ora. Al centro del cascinale la stulla a stabulizzazione libera: un centinaio di animali se. lezionati che si ritirano al coperto solo se lo vogliono. Su un lato la stalla a stabulazio. ne fissa per le mucche da latte, e accanto, la maternità, un I locale dove vengono ricovera| te le partorienti. Più in là i ! tori da riproduzione con il ca¬ postipite. il famoso canadese : Eperor. Ma per la riproduzio j ne Sj ia ricorso anche alla fe • condazione artificiale Un ve terinario controlla periodica-1 ; mente tutto il bestiame che. ' . essendo tutto selezionato, è : immune da malattie. 1 Un bicchiere di latte appe■ na munto conclude la visita. \ | «E' un mondo assai diverso i da come ce l'eravamo imma- ! I g3^ è stata la | i Pie-o Barbe { j IH | * i i j '• J jI 1!j! i ; ■ . | ; Mosezzo. Le donne della famiglia con Mamma Angiolina che ha avuto nove figli : j • ' i ; i ] , Mosezzo. L'assessore Carlo Botando (a sinistra), che ha ristrutturato la tenuta "facendone una delle più moderne del Piemonte, con Angelo Bertoldo, "papà Ninin'* ■ i i i ) [ , \ Mosezzo. Un gruppo di visitalrici venute da Torino in virata alle stalle all'aperto della fattoria Bertoldo (Foto Ciovetti)