Scuola nel verde o nel quartiere? di Lorenzo Del Boca
Scuola nel verde o nel quartiere? Borgosesia; dibattito Scuola nel verde o nel quartiere? Ne hanno discusso sindaci, tecnici e sociologhi • Si vorrebbe creare un cam¬ pus" scolastico che serva l'intera valle r Nostro servizio particolare) Bonrosesia, 5 ottobre. Scuole: non c'è argomento, oggi, di più viva attualità: come e dove costruire ì nuovi istituti che gli allievi in continuo aumento demografico reclamano? Che relazioni devono esistere tra scuola e contesto sociale? Questi problemi sono stati trattati stamane a Borgosesia in un dibattito al Quale hanno preso parte sindaci, ammini strafori e cittadini di Borgosesia, professori universitari ed esperti. Borgosesia ha affrontato il problema con serietà, predisponendosi alla creazione di un «campus» scolastico in grado di servire non solo la città e i comuni vicini ma anche l'intera Valsesia ed, eventualmente, anche la Valsessera. «Si tratta '— ha detto il sindaco Gaudenzio Bucceudni — di partire con le idee chiare. Poi penseremo alla loro realizzazione. Per questo abbiamo invitato ad esporci i loro punti di vista persone che possono insegnarci quali rie dobbiamo percorrere». Sono venuti il professor Luciano Gallino, docente di sociologia dell'Università di To rino, il professor Carlo Peruc ci, docente di pedagogia all'Università di Brescia, l'architetto Ciro Cicconelli ed il prò fessor Gianpiero Vigliano, do cent e di urbanistica al Politecnico di Torino. Carlo Perucci è più che altro preoccupato che l'edilizia scolastica sia varata in funzione dei giovani ai quali si rivolge. «Attenti, amministra tori — ha esclamato — che questa fame di scuole che di rora l'intero nostro Paese non ci conduca a costruire indiscriminatamente». L'ideale sarebbe una «scuola orizzontale», o, com'è stata altrimenti definita, «di stadio», cioè che si rivolge a un gruppo sufficientemente numeroso, di studenti che abbiano la stessa età, gli stessi problemi, lo stesso modo di pensare. Gli istituti devono essere legati al quartiere. Per Perucci sarebbe auspicabile la realizzazione di un campus come quelli che sorgono in Inghilterra: al di fuori dell'abitato in mezzo al verde. Di diverso avviso è invece il professor Gianpiero Vigliano: «Lasciamo gli istituti nell'abitato, adattandoli al centro urbano. Abbiamo bisogno della scuola aperta che non rifugga dal mondo della fabbrica». Anche la sociologia auspica una osmosi tra atenei e il mondo esterno: sia esso rappresentato dalla classe operaia, dal sindacato, dai genitori, troppo spesso solo spettatori, e neppure tanto interessati, del futuro dei figli. «Occorre riformare la mentalità che vuole studenti di età diversa separati fra loro — ha detto il sociologo professor Gallino —. Anzi deve essere viva e fattiva la collaborazione fra i gruppi». L'architetto CiccanceUi ha fatto i conti e i miliardi per realizzare questi progetti si sono sprecati. «Se c'è un settore pregno di interrogativi — ha commentato — è quello degli interventi scolastici nei prossimi anni». Il problema tuttavia è importante e urgente per Borgosesia e l'amministrazione civica è impegnata per risolvere la questione. Per sindaco e assessori si tratta (ma il compito non è così facile» di scegliere tra il progetto di una scuola dentro o fuori la città. Un risultato, e anche di ri¬ levante significato, è comunque stato acquisito: quello deUa scuola, come ogni altro problema, non può essere più dibattuto a livello comunale; ma deve essere trattato nell'ambito del comprensorio (o zona ecologica, come l'ha definito llres nei suoi studi) perché soltanto tenendo presente le reciproche possibilità e i rispettivi bisogni non si rischino doppioni mutili, o, peggio, di non realizzare alcuna iniziativa. La scuola di cui si è parlato stamane non sarà solo di Borgosesia, ma dell'in- tera Valsesia. Lorenzo Del Boca
Luoghi citati: Borgosesia, Inghilterra, Torino
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