Due giovani donne fanno crollare il mito dei maitres con la cravatta
Due giovani donne fanno crollare il mito dei maitres con la cravatta Nel Cusio si moltiplicano i "comandanti,; in gonnella, Due giovani donne fanno crollare il mito dei maitres con la cravatta Maria e Luisa Bertinotti lavorano al "Pinocchio" di Borgomanero - Sono state nominate daU'Amira, la associazione di categoria - Hanno una concezione nuova del mestiere: consigliare il cliente sorridendo (Dal nostro corrispondente) Borgomanero. 5 ottobre. Continua l'avanzata della donna alla conquista dei posti di potere e di prestigio. A Borgomanero, tanto per portare qualche esempio, l'ufficiale sanitario è una donna; a Soriso. una signora ricopre l'incarico di giudice conciliatore, a Madonna del Sasso c'è un sindaco in gonnella, la farmacia di Briga è in mani femminili. Invorio ha una presidentessa dell'Eco, Gravellona una donna-notaio. Ad Oleggio Castello e Paruzzaro. Ameno e Miasino. a Borgoticino e in tanti altri comuni, chi cerca del segretario comunale si trova di fronte ad una giovane laureata. Persino quelle cariche che sembravano restare in saldo possesso degli uomini sono «minacciate» dall'intrapren- denza del sesso gentile. Così, per la. prima volta nella storia della professione alberghiera, abbiamo due donne maitre d'hotel. Sono borgomaneresi: Maria e Luisa Bertinotti, 28 e 30 anni (due figli la prima, tre l'altra). Maria è la figlia di Giovanni Bertinotti, il fondatore del «Pinocchio); Luisa è la nuora, moglie di Piero, chef del ristorante. Nelle gerarchie dei grandi hotels, il grado di maitre ha sempre goduto, e forse gode tuttora, di un fascino particolare. 1 giovani lavoratori ■della mensa che partecipano dai paesi del lago d'Orla per prestare la loro opera negli alberghi di tutto il mondo, quando sceglievano la «carriera della sala» (in contrapposizione a quella della cucina, poiché cuochi e camerieri non sono mai andati d'accordo) sognavano in cuor loro la cravatta nera del maitre. Al culmine di una carriera lunga e sudata da commfc a chef de rang, e via via attraverso le varie distinzioni, c'era, per pochi, la promozione e. maestro. Occorrevano anni e anni di lavóro, di serie applicazioni, di studio: galateo, arte culinaria, lingue. Soprattutto la conoscenza delle lingue principali pareva indispensabile per chi doveva trattare con un pubblico internazionale. Che cosa ne penseranno adesso i vecchi maitres di Armeno della nomina di Luisa e Maria Bertinotti? L'elezione ha tutti i crismi dell'ufficialità. Viene daU'Amira, l'associazione naziona¬ le dei maitres d'hotel d'Italia, la quale ha fatto le cose con estrema serietà. Innanzitutto, la pratica di adesione delle due signore ha dovuto registrare il suo annetto di anticamera. Mentre il dossier contenente la documentazione delle benemerenze delle Bertinotti sembrava dormire nei cassetti dell'Amila, gli esperti indagavano. Il segretario stesso del consesso degli arbitri della tavola. U maitre del milanese «Savim». Mario VUlata, si recava «in incognito» (così, almeno, assicurano i cronisti specializzati) al «Pinocchio), per sottoporre al «più difficile esame della loro carriera» le due postulanti. Prova che le signore Maria e Luisa devono aver evidentemente superato con onore, se l'Amira, rompendo ogni indugio e forzando (anzi, modificando, nel senso letterale del termine) lo statuto, ha deliberato di accoglierle fra le cravatte nere. «Naturalmente — precisano i due nuovi maitres d'hotel — noi non abbiamo intenzione di metterci cravatte di alcun colore, e tanto meno lo smoking. Noi, osiamo dire, starno maitre di una nuova scuola. Se è il caso, ci sediamo a tavola con i clienti. Certo, non ce ne stiamo impalate come manichini dietro le sedie degli ospiti. Preferiamo consigliare ed eventualmente discutere con il cliente sui nostri piatti e sui vini, che sono quasi tutti di carattere regionale, e quindi quasi sempre "da scoprire", anche da parte del gourmet più raffinato. Gli habitués U consideriamo poi persone di famiglia». Il «Pinocchio», vincitore della 'prima edizione di sPiemonte ghiotto», U concorso gastronomico de La Stampa - Cronache del Novarese, è del resto un locale a conduzione familiare. Costruito, diremmo meglio montato, nel giro di tre settimane nel novembre del 1962, era sembrato allora al perbenismo locale come la stravagante trovata di uno «strascé», il piccolo industriale Giovanni Bertinotti, di Cureggio, U quale fino ad allora si era sempre occupato solo di sfilacciatura degli stracci. In realtà, invece, l'ex sfilacdatore, che aveva importato a Borgomanero l'editido esposto pochi mesi prima atta mostra del prefabbricato a Milano, aveva visto bene. Trasferendo nella nuova iniziativa tutta la sua abilità imprenditoriale, Bertinotti, con il valido aiuto della moglie (che è forse il personaggio più determinante di tutta la vicenda), è riusdto a fare del «Pinocchio» un'istituzione di Borgomanero. Qualcosa come la «Sdora Togna» e il «Tapulon», con in più un marchio di signorilità che lo ha reso celebre molto al di fuori dei confini provinciali. f. a. j i Borgomanero. La famiglia Bertinotti al completo: in primo piano Maria, il nuovo maitre in gonnella del Pinocchio
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