Nasce dai pascoli del Mottarone il formaggio naturale dell'alpe

Nasce dai pascoli del Mottarone il formaggio naturale dell'alpe 11 concorso gastronomico "Paniere d'oro,, Nasce dai pascoli del Mottarone il formaggio naturale dell'alpe E' prodotto da Mario Cereda di Armeno, un pastore che conduce una vita d'altri tempi (Nostro servizio particolare) : Armeno. 26 settembre. /.' «trittico gastronomico» riserrato ai produttori di pane. formaggio e vino del No- '. varese ha portato a diverse scoperte. Nel Vergante sono. venuti alla luce il vino «Campiglio» ed il fornaio che serve tutta la sona: i ristoratori si sono buttati anima e corpo nella creazione di nuovi piatti legati ai tre prolotti in una gara di emulazione che si con-, eluderà con una ulteriore sfi-ì lata dei dieci ristoranti me-' glio piazzati. Tra le migliaia di segnalazioni riguardanti il formaggio ne è stato citato uno che ai più era sconosciuto. E' ricava- ; ì ' to dal latte degli alpeggi del Mottarone e si chiama «for-' maggio naturale dell'alpe». La i produzione è limitata e non si l può pensare ch'e questo formaggio-possa invadere il mer- ; cato. Lo stesso produttore. ! Mario Eugenio Cereda, obi-' tante ad Armeno, è rimasto stupito quando siamo andati \a trovarlo mentre stava par' tendo per il pascolo sulle pendici del Mottarone. «La mia produzione — afferma — è ridottissima e non so come mai è diventata nota al punto di essere citata nei tagliandi del vostro concorso. II mio formaggio è fatto direttamente negli alpeggi. Sto dirigendomi con il bestiame al "Capezzone" dove si trovano circa 120 giovenche che tuttavia non mi permetteran! no di continuare a produrre con il ritmo degli scorsi anni». Per alcuni mesi Eugenio Cereda resta fuori Armeno spingendosi con il suo bestutme sulle pendici del Mottarone sino a Gignese. La mungitura, come è stato detto, viene eseguita sul posto ed anche la preparazione del formaggio. «Ne riesco a fare dal 12 ai 15 chilogrammi al giorno — spiega Cereda — è un prodotto che si avvicina al taleggio , tanto per intenderci. Non ha ! un nome e quindi tutti lo chiamano "formaggio natura- ! le dell'alpe". Perché lo faccio? ! Trovandomi sui monti non! posso certo dare al latte ricavato dalla mungitura altra destinazione. D'altra parte anche potendolo vendere il prezzo sarebbe tale da non ricavare - nemmeno le spese. Quindi mi : sono deciso a fare le cagliate • e produrre il formaggio. Quest'anno ho rinnovato tutto il bestiame e con le mucche giovani non è possibile avere lat; te a sufficienza per continua i re a sfornare i 15 chilogram; mi al giorno. Farò qualcosa ! con le mucche rimaste nella : stalla di Armeno». «Qui siamo rimasti fedeli 1 alla natura — afferma — e : cerchiamo ancora di tenerci i legati il più possibile al passato, confezionando un prodot: to die non conosce sofisticazione e proprio per questo i scarso sotto il profilo della Quantità». Mentre parliamo il folto : gruppo di ammali sta salendo j verso il «Capezzone» lascian- f^m^tt^^t^ ^'voltata di I Armen%. Eugeni? Cereda ci ! xnhitn r xnle mila motoretta 1 cnegU oonsenUrà durante la permanenza sull'alpe di fare ! ^^^T^Jti^n^JT^n ! «amene capo I -Z^rAìinrZ rnitm h»<«/>nw Una vita dura rimasta legata ai vecchi tempi, non ancora inquinata dal progresso. 1.1. Armeno. Mario Cereda nella sulla della sua piccola fattoria (foto Ciovetti)

Luoghi citati: Armeno, Gignese