Gli angeli custodi degli alpinisti si sono ritrovati all'Alpe Veglia

Gli angeli custodi degli alpinisti si sono ritrovati all'Alpe Veglia Festeggiamenti per le venti guide in servizio nell'Ossola Gli angeli custodi degli alpinisti si sono ritrovati all'Alpe Veglia Sono stati discussi i problemi della categoria i giovani sono sempre più restii a intraprendere questo pericoloso mestiere - Un premio al più anziano, Beniamino Vairoli, di Trasquera (Dal nostro corrispondente) Vano, 20 settembre. Le guide alpine dell'Ossola si sono riunite all'Alpe Veglia per U loro appuntamento- annuale. Per festeggiarle, sono arrivati alpinisti da tutto il Piemonte e dalla Lombardia; c'erano, fra gli altri, anche il sindaco di Varzo Umberto Ragni e la squadra del soccorso alpino della Guardia di «"■■>»« con un ufficiale. La collaborazione fra le guide ossolane e le «Fiamme gialle» del soccorso alpino ha infatti portato ad ottimi risultati in molte operazioni di salvataggio. Le guide alpine nell'Ossola sono circa una ventina. Gente che ha passato gran parte della sua vita in montagna. Con la loro esperienza e perizia, le guide danno sicurezza alle cordate che si avventurano nelle più impegnative ascensioni. Sempre pronte, notte e giorno, a rispondere agli appelli degli alpinisti in difficoltà, le guide ossolane si sono conquistate una giusta considerazione neU'alpinismo riazionale. Alcune di loro hanno anche compiuto imprese eccezionali. Luciano Bettineschi. ad esempio, si è guadagnato la fama di «gatto del Rosa» per le sbalorditive «prime», che ha portato a termine sulle più difficili cime, dalla Nord end al Grand Fillar, del celebre massiccio alpino. Diventare guida non è facile. Non bastano la volontà e U coraggio, ci vuole anche una solida preparazione. Superando un apposito esame di soccorso su roccia o neve si consegue la qualifica di «portatore-aspirante guida» del Cai. Dopo due anni di «praticaniato» c'è un altro esame, più selettivo del primo, dal quale escono le guide. Oltre alle prove pratiche, che sono difficilissime, bisogna superare anche quelle teoriche che vanno dalle nozioni del pronto soccorso alla climatologia. Anche le guide hanno i loro problemi, di cui si è parlato al raduno dell'Alpe Veglia. ■Dopo gli esami — dice Betti- rieschi — ciascuno va pratica- mente per la sua strada. Non esistiamo come categoria. Ab- biamo enormi responsabilità ne! confronti degli alpinisti che accompagniamo nelle ascensioni ma dobbiamo prò-vedere noi a stipulare assicu-razioni che ci coprano i ri- < seni». Secondo Bettineschi la { j funzione della guida alpina : dovrebbe assumere un carat- te re più professionale. «Se no — spiega — sarà sempre più ■ difficile trovare giovani che 1 vogliano prendere il nostro 1 posto». All'Alpe Veglia, dopo la | messa, gli attrezzi delle guide i ossolane sono stati benedetti | da padre Sala, rettore del coL j legio «Rosmini» di Domodossola. Hanno parlato l'inge[ gner Giovanni Bertoglio, pre-; si dente del Consorzio mudo- ! naie guide, e Silvio Borsetti, i capo delle guide ossolane, che I hanno poi consegnato un ri1 conoscimento al collega più ! anziano, la guida Beniamino I Vairoli di Trasquera, che ha ] 72 anni. a. v. Vano. Le guide alpine dell'Ossola si sono ritrovate all'Alpe Veglia per il loro annuale appuntamento (Foto Falciola)

Persone citate: Beniamino Vairoli, Betti, Bettineschi, Foto Falciola, Giovanni Bertoglio, Luciano Bettineschi, Rosmini, Silvio Borsetti, Vairoli, Vano

Luoghi citati: Domodossola, Lombardia, Ossola, Piemonte, Trasquera, Varzo