I cacciatori ossolani chiedono una più efficace sorveglianza

I cacciatori ossolani chiedono una più efficace sorveglianza Bracconieri in agguato per uccidere camosci? I cacciatori ossolani chiedono una più efficace sorveglianza Nella zona i guardacaccia sono solo 8: pochi - L'Alpe Veglia è ora una riserva - Polemica col Comitato caccia che non calcola a fine stagione il numero delle vittime (Dal nostro corrispondente) Domodossola. 19 settembre. Il giudice istruttore ha con-' cesso oggi la libertà provvisoria a Ivo GhivareUi, di 33 anni, di Pieve Vergonte, U presunto bracconiere che la notte deU'll agosto scorso aveva forzato un posto di blocco dei carabinieri sulla statale di VaUe Anzasca. Il GhivareUi, che aveva speronato con la sua «Giulia» un'auto dei carabinieri e si era poi dato alla fuga assieme a un complice, era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Sul sedile della sua auto, i carabinieri avevano trovato tracce di sangue fresche che erano state inviate al laboratorio provinciale di analisi. L'auto del GhivareUi era stata infatti vista quella stessa notte aggirarsi in una «zona di rifugio» nei pressi di Macugnaga dove vivono Uberamente branchi di camosci. Il mattino successivo i guardacaccia avevano trovato nella zona le interiora di un camoscio ucciso. Ora. l'esame di laboratorio dovrà dire se le tracce di sangue trovate sull'auto del GhivareUi appartenevano a un camoscio oppure no. Se le accuse fossero provate, U presunto bracconiere rischia pesanti multe (possono superare il milione) per aver cacciato di notte, in una zona e in un periodo non consentiti. Un'altra inchiesta è in corso per un grave episodio in valle Antrona prima che fosse aperta la caccia nell "Ossola Una guardia ha infatti fermato due giovani custodi di bacini idroelettrici (non sono stati resi noti i loro nomi; si sa solo che uno sarebbe residente ad Antrona e l'altro a Mon tee restese) che si aggiravano in zona di rifugio imbracciando un fucUe a palla, particolarmente idoneo alla caccia ai camosci. Fortunatamente, la guardia sarebbe intervenuta prima che i due cominciassero a sparare. Questi episodi hanno messo a rumore gti ambienti venatori ossolani che chiedono una maggiore protezione e tutela del patrimonio faunistico, cacciatori ossolani sostengono da anni la necessità di una più vasta ed efficace azione di sorveglianza e sono entrati in polemica con il Comitato provinciale che ha adibito un guardacaccia a mansioni impiegatizie neUa locale segrete ria. «Vedere un - guardacaccia dietro la scrivania — ha detto U presidente della sezione cacciatori Domodossola, Beuta e Trontano. Paolo Manara — conoscendo il bisogno di vigilanza che c'è in montagna ci fa rizzare i capelli». I guardacaccia della provincia che operano neU'Ossola sono otto, oltre, naturalmente, a quelU volontari. «Il territorio — fanno osservare i cac¬ ciatori locali — è vastissimo, interamente 'montagnoso. Il numero dei guardacaccia è assolutamente insufficiente». Oltretutto, quest'anno nell'Ossola sono aumentate le «zone di rifugio», le oasi di protezione per gli animali. Sono ora una quarantina con¬ tro le sette del Verbano e le cinque del Cusio. Quella di maggiore interesse è forse l'Alpe Veglia che. per la prima volta, quest'anno, è stata chiusa completamente alla caccia con un decreto della Regione. AU'Alpe Veglia vivono camosci, galU di monte, marmotte, martore e molti altri esemplari di fauna alpina che stanno diventando sempre più rari. Ci sono aquile e altri rapaci. Si teme che, senza una adeguata protezione, l'Alpe Veglia finisca per diventare una specie di paradiso'dei bracconieri, allettati dall'abbondanza di selvaggina che dovrebbe essere «protetta». «Stórno decisi a far rispettare ad ogni costo il decreto detta Regione — aveva dichiarato il sindaco di Varzo, Umberto Ragni — e a impedire l'ingresso delle "doppiette" nell'alpe. Se sarà necessario. mobiliteremo anche (e guardie comunali». E' ancora troppo presto per dire se l'obiettivo sarà raggiunto o se si rimarrà nel campo deUe buone intenzioni. Bisognerà attendere i primi bilanci della stagione venatoria, i primi rapporti dei guar dacaccia. Le «doppiette» scese in campo per l'apertura della caccia neU'Ossola dovrebbero essere circa 1100. Ma se ne devono aggiungere altre 800 dei cacciatoli «forestieri». I locali parlano di «invasione» che mette in pericolo U patrimonio faunistico. QueUo che invece non si riuscirà mai a sapere è U numero deUe perdite di animali. Il Comitato provinciale delta caccia rifiuto infatti di riti rare al termine della stagione venatoria i tesserini sui quali ciascun cacciatore deve obbhgatoriamente annotare U numero dei capi abbattuti. a. v. Borgomanero. Nella parata della vendemmia che si è svolta a Borgomanero, vivo successo hanno avuto le majorettes di Gozzano, guidate da questa bella capitana (La Stampa)

Persone citate: Paolo Manara, Umberto Ragni