"Campiglia,, il vino che nasce dai vigneti del Lago Maggiore
"Campiglia,, il vino che nasce dai vigneti del Lago Maggiore 11 "paniere d'oro,, si è fermato sui colli del Vergante "Campiglia,, il vino che nasce dai vigneti del Lago Maggiore La produzione è limitata, ma i consumatori che lo richiedono sono molti - Dalla piccola fattoria nascosta fra Nebbiuno e Massino Visconti partono ogni giorno bottiglie per tutta l'Italia settentrionale - Un vitigno fatto di Nebbiolo, Freisa e Dolcetto (Nostro servizio particolare i Nebbiuno, 9 settembre. La collina novarese che si snoda appena fuori Novara sino alle montagne della Valsesia e che in questi ultimi anni decisamente ha rilanciato il suo prodotto, il vino, sta tremando. Dalle sponde del Lago Maggiore, a mezza costa sugli altipiani del Vergante, grazie al nostro concorso dedicato al pane, formaggio e vino, ab- biamo scoperto il «Campi- glia», un buon bicchiere prò- dotto nel territorio del comu-ne di Nebbiuno, nella tenuta che dà il nome al prodotto: Campiglio. Una scoperta a suon di tagliandi in quanto la nostra attenzione è stata ri- chiamata dall'arrivo in redo- zione dei foglietti ritagliati dal giornale con la scritta de-dicata a questo vino. Per laverità lo scorso anno, durantela serata di «Piemonte ghiot-to» al ristorante Apollo di Pi- sano avevamo assaggiato il «Campiglio» trovandolo otti- mo e gradevole. Ci voleva ii nostro concorso per la definitiva scoperta. Ci siamo recati a Campiglia, subito fuori Nebbiuno verso Massino Visconti, fermandoci davanti ad una villa con fattoria. Attualmente ne è proprietaria la signora Ricca donna vedova Calliano. una torinese, che trascorre in questo incantevole angolo del Novarese tre-quattro mesi al l'anno con qualcuna delle sue cinque figlie, i rispettivi gene ri e le nipotine. Chi s'interessa del vino è il fattore Antonio Metelli: «Non so chi abbia mandato i ta gliandi — afferma — in quan to non siamo dei veri produt tori ma dei semplici contadi- ni che cercano di fare tutto come una volta». Subito a raggiunge la gra ziosa figlia Laura con le chia vi della cantina che si trova nella parte vecchia della villa dove s'intersecano portichetti e vicoletti che farebbero la gioia di un pittore. Il signori Antonio, mostrandoci alcune botti vuote, ci dice: «Prima la produzione era molto supe riore. sino a duemila brente per 900 quintali di vino. Nel 1971 ne abbiamo fatte 400 per 200 quintali e l'anno scorso soltanto 60 quintali. Il nostro, infatti, è un vitigno "compo sto" fatto di Nebbiolo. Freisa e Dolcetto e quindi facilmente deteriorabile. Quest'anno c'è stata la grandine che ci ha di strutto il raccolto di mele: speriamo che i vigneti non ; siano stati toccati». Ci portiamo in fondo all giardino e il nostro sguardo ! spazia verso il lago: sotto i vi- j gneti ben curati stanno go- ; dendosi il sole. «Imbottiglia- ! mo solo le annate buone — I afferma il signor Antonio — e j ora stiamo esaurendo il 1971. j Poi passeremo al 1973 con le j uniche due botti prodotte». Assaggiamo il «Campiglùi»\ che possiamo definire il vino | dei Lago Maggiore. L'etichet-' ta semplice non reca nessun nome della proprietà ma soltanto le indicazioni obbligatorie di legge. «Siamo i soli in questa zona — afferma il fattore — e quindi il nome del produttore non serve. Abbiamo dei clienti fedeli sin nel Veneto e quindi non ci pos- siamo lamentare. Del resto la tenuta è grossa e non c'è solo il vino: Anch'io quando sono arrivato qui non mi immagi- navo di trovare dei vigneti cosi ben curati. Ho solo cercato di migliorare la produzione con vitigni selezionati. Anche a scapito della quantità)». Come nelle cantine specializzate il «Campiglio» è l'unico vino della tenuta: un prodotto che racchiude in sé il profumo dell'Alto Vergante e i colori dello stupendo golfo Borromeo che fa da cornice ai vigneti. 1. |. i ; ■ | 1 , ! ' j ' ; i . ' j Nebbiuno. Nelle vigne in riva al Lago Maggiore dove il vino « Cam piglia »: un piccolo eden (foto Ciovetti) Antonio Metello nella cantina del vino Campiglia
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