Da Domodossola a Lima per conquistare le vette

Da Domodossola a Lima per conquistare le vette Da Domodossola a Lima per conquistare le vette - La sezione Cai peruviana è intitolata a un ossolano, la guida Eugenio Margaroli - In questi giorni è tornata una spedizione dalle Ande <Dal nostro corrispondente) Domodossola. 3 settembre, E' rientrata in questi giorni una spedizione che ha com piuto una serie di ascensioni sulla Cordigliere delle Ande peruviane, Ne facevano parte l'avvoca to Fabio Masciadri di Como ! accademico del Cai e istrutto^; re nazionale, con la moglie: Mariola, l'avvocato Gian Car- • lo Delzotto, presidente del j Cai di Pordenone, la guida al- pina Giuseppe Cazzaniga di Vereno Brianza, Celso Salve:-! ti e Italo Valmaggia di Domo- ; dossola che sono i soci fonda- tori della sezione del Club al- '< pino italiano di Lima n Club i è intitolato a un ossolano. la ! guida alpina Eugenio Marga roli morto in Perii in una ' sciagura sul lavoro insieme con Secondo Marchioni, pure di Domodossola. Alla sezione «Eugenio Mar garoli» di lama si sono iscrit- j ti e continuano ad iscriversi; numerosi alpinisti ossolani. si è cosi creato un legame ideale fra l'Ossola e il Perù, che ha già portato numerose spedizioni novaresi sulla Cor djgiiera delle Ande Itaj0 valmaggia, dipenden-: te delle ferrovie svizzere alla, stazione mtemazionale di Do- : modossola, ha compiuto negli ultimi anni frequenti viaggi m peru u gruppo di alpinisti ' ^i cui faceva parte quest'anno I e tornato con cinque nomi sulla bandiera che ricordano le ascensioni compiute sulle' Ande: Ne va do Cai Lima (51601 metri di quota). Punta Vera-, no 15190 metri); Millpo Chico ; i5280i; Nevado Jaucacuta • 5390 metri); Punta Mariolita « 5160 >. Sono tutte vette inviolate: alcune sono state «battezzate» dagli stessi componenti della spedizione. «A Lima — racconta Val-i maggia — siamo stati accolti ! festosamente dai dirigenti del i Club alpino locale. 'Abbiamo assoldato una guida con una i cinquantina di "lama", per il i trasporto del materiale e. do- \ po un paio di giorni di accli-l matamento. abbiamo installato il campo base a 4800 metri di quota. L'altitudine ci ha giocato i soliti scherzi: fiato grosso e pesantezza alle gambe per i primi morni». «Prima a- cominciare le scalate — continua Valmaggia — abbiamo compiuto numeróse esplorazioni nella zo-na che è ancora completamente vergine e selvaggia. Cisono bellissimi laghi di origi, ne glaciale. Poi abbiamo attaccato la prima "parete" e abbiamo compiuto cinque ascensioni in sei giorni: ci fermavamo solo la notte. Il capo della spedizione e i miei compagni di cordata sono sta- ' ti dei veri maestri: ogni movimento era calcolato al mille- simo. Abbiamo superato pareti di ghiaccio vivo, usando chiodi lunghi più d'un 'metro ma non ci siamo mai trovati in serie difficoltà. Negli ultimi giorni Ita cominciato a nevacare in quota e abbiamo dovuto rientrare a Lima». Per salire al «Millpo Chi- co», la spedizione ha attraver-sato la «Valle dei fossili», do- ve ci sono conchiglie e fram- jmenti che ricordano la pre- jsenza del mare, alcuni milioni |di anni fa. Valmaggia ne ha portato qualcuno in Italia e lo donerà alla Fondazione Galletti che lo esporrà nel museo di storia naturale che già pos- siede una ricca collezione mi- neralogica. Adriano Velli