"Non vogliamo che nuove industrie possano rovinare le nostre risaie,, di Gianfranco Quaglia

"Non vogliamo che nuove industrie possano rovinare le nostre risaie,, Battaglia ecologica e agricola nella Bassa novarese "Non vogliamo che nuove industrie possano rovinare le nostre risaie,, Uno stabilimento farmaceutico (400 dipendenti) dovrebbe sorgere a Vespolate arrestando l'emorragia di popolazione • Ancora prima dell'inizio dei lavori l'iniziativa suscita polemiche - Gli agricoltori temono che la fabbrica inquinerà le campagne - Dopo un'interpellanza alla Regione, intervengono i sindaci della zona i Dal nostro inviato speciale) ] «Vespolate. 6 luglio. Vespolate, 2400 abitanti, centro risicolo della Bassa novarese, vive da trent'anni nella speranza di ottenere una fabbrica cbe risollevi le sorti di un comune economicamente depresso. Adesso cbe il sogno si è avverato, gli amministratori rischiano di vederlo svanire per una polemica che. come abbiamo pubblicato, è stata anche oggetto di un'interpellanza presentata giovedì al Consiglio regionale dal consigliere Dino Sanlorenzo. Si teme, in sostanza, che la nuova industria possa essere fonte d'inquinamento per tutta la vasta plaga risicola che dal capoluogo si estende sino alla Lomellina. La fabbrica, la Ankerfarm, darebbe lavoro a 400 persone, ma proprio per il timore che possa sconvolgere l'equilibrio naturale e agricolo era già stata respinta dall'amministrazione comunale di Cinisello Balsamo, in Lombardia. La Ankerfarm è un'industria di prodotti farmaceutici con un ciclo di lavorazione subordinato alla realizzazione di impianti di scarico, depuratori, e al reimpiego di una notevole quantità d'acqua. Sono questi particolari tecnici che fanno insorgere perplessità tra quanti si schierano a favore del patrimonio naturale. La Regione, in ogni caso, non ha poteri per impedire la realizzazione dello stabilimento, ma può intervenire per dare o meno il suo benestare se il progetto non ha re-1 quisiti necessari a garantirei la salvaguardia dell'ambiente, i Di questo è competente ras-; sesso rato all'ecologia. «Per il nostro paese — dicono senza mezzi termini gli amministratori vespolatesi — lo stabilimento farmaceutico rappresenta l'ultima occasione di un insediamento industriale». Vespolate sino a un decennio fa era considerata, non solo per posizione geografica, la capitale della Bassa. Il paese, grazie a un'agricoltura fiorente basata sulla risicoltura, era in continuo! sviluppo. Poi, a poco a poco, i I giovani hanno cominciato a lasciare la campagna. «Uno spopolamento inarrestabile j — ricorda il sindaco Domeni- ■ co Piana — ogni giorno sono j costretto a firmare decine di ' trasferimenti dì residenza» Al contrario, in tutti gli altri comuni della Bassa si è as sistito a una trasformazione imponente: miriadi di piccole ùbv : he sono sorte ad integrare i redditi agricoli. Sol tanto in questi ultimi anni Vespolate ha deciso di prendere parte, quasi con disperazione, alla corsa all'industria. L'ha fatto costituendo una commissione, di cui è presidente l'assessore Giovanni Bazzani: «Tre mesi fa — dice — siamo riusciti ad avere contatti con i dirigenti della Ankerfarm ed alla fine abbiamo convinto i proprietari di un vasto appezzamento di terreno, circa 80 mila metri quadrati, a vendere». L'industria dovrebbe sorgere alla periferia del paese, proprio in mezzo alle risaie, a fianco della provinciale per Tomaco. La polemica scoppiata attorno al grosso stabilimento è vivace e chiama direttamente in causa motivi campanilistici. Non è la prima volta che nel Basso Novarese si assiste a una vera e propria crociata contro l'industria. Lo! scorso anno era stata messa sotto accusa l'amministrazione comunale di Borgolavezzaro, un centro a cinque chilometri da Vespolate. Tra le risaie si voleva insediare una fonderia di piombo e in quell'occasione fu proprio Vespolate, con altri centri della zona, a prendere posizione, in¬ qcnoal«aCviando sottoscrizioni e peti-izioni alle autorità regionali affinché il nuo\u stabilimento non fosse realizzato. Si minacciò anche una marcia di protesta e alla fine il complesso industriale preferi soprassedere all'insediamento. «Allora — dice con tono polemico il sindaco di Borgolavezzaro, Luigi Radice — fui accusato di non aver fatto molto per evitare l'arrivo di una fonderia di piombo. Ora è proprio Vespolate a riproporre il problema della salvaguardia dell'ambiente agricolo, con un complesso di vaste proporzioni». Industria si, ma che non cambi l'economia della zona. «Per questo — continua Radice — la fabbrica a Borgolavezzaro è stata bocciata, la regola deve valere anche per Vespolate. Tanto più che gli eventuali scarichi graverebbero soprattutto su Borgolavezzaro. che si trova a Sud». Nei prossimi giorni Radice convocherà una riunione di sindaci Por esaminare la situazione: «Se l'industria non avrà i re- quisiti previsti dalle leggi combatteremo con tutte le nostre forze perché non sor- oa». L'interpellanza presentata alla Regione ha scatenato po- lemiche anche a Vespolate. «Da tempo — affermano gli agricoltori — sapevamo che il Comune stava accordandosi con alcuni industriali ma a nessuno di noi era stato detto che il complesso sarebbe sta to di così vaste proporzioni, Siamo preoccupati per la pro- dazione risicola». In questo paese il contrasto agricoltura-industria è sem pre stato stridente. In più di un'occasione i risicoltori hanno sottoscritto petizioni per scoraggiare eventuali insedia- ;menti. Sulla questione il sin- idaco tergiversa: «In questolcaso la mia responsabilità è !limitata. Il futuro insedia- '■mento della Ankerfarm è do- \tufo a un'azione portata avan- fi dalla commissione all indù- istria. Non conosco i portico- !lari. Sino a questo momento. !comunque, io non ho ancorai di rilasciato nessuna licenza costruzione». Da una parte un'ammini- strazione comunale che si batte per salvare il paese [ con l'industria, dall'altra agri- ' coltoli e abitanti che voglio- no mantenere inalterate tra-; dizioni e ambiente. E' una sfi- da aperta. | Gianfranco Quaglia ; Vespolate. Da sinistra: Domenico Piana, sindaco di Vespolate e Luigi Radice, sindaco di Borgolavezzaro; Giovanni Bazzani, assessore all'industria e il consigliere regionale Dino Sanlorenzo che ha sollevato la questione (Foto Giovetti)