Nacque in riva al lago d'Orta la prima Resistenza novarese

Nacque in riva al lago d'Orta la prima Resistenza novarese Omegna: conferenza di un capo partigiano Nacque in riva al lago d'Orta la prima Resistenza novarese Nel quadro delle manifestazioni per l'adozione del gonfalone, Enrico Massara ha parlato delle prime formazioni che operarono nella zona (Nostro servizio particolare/ Pettenasco. 1 giugno. Ha origini lontane la Resistenza nel Cusio. terra di antifascisti che fu teatro di luminosi episodi dell'epopea partigiana. Nacque sui monti sopra Omegna la «leggenda» del capitano Filippo Beltrami, ca mltSGmmp«ddlgpprfvneGcLpcrFpnvaliere senza macchia e senza | spaura, ammirato dagli stessi tnemici tedeschi e repubblichi- sni: ma. assai prima della lotta aarmata, durante il* ventennio, eOmegna fu una centrale dell'antifascismo. «Resistenza unita», l'organo dell'istituto storico per la Resistenza in provincia di Novara ed in Valsesia, ricorda in uno degli ultimi numeri che «Omegna merita senz'altro la palma di cittadella operaia del novarese». Fu ai circolo operaio di Omegna che nel 1925, in aperta sfida al regime. 300 lavoratori festeggiarono il 1- maggio. Un falegname comunista di Omegna. Pippo Coppo, divenuto famoso comandante partigiano e primo sindaco della città dopo la Liberazione, dirigeva negli anni Trenta l'organizzazione clandestina di tutto l'Alto Novarese. Il falegname omegnese fu poi il principale promotore degU scioperi del marzo 1943 e della primavera 1944 nelle fabbriche cusiane. La recente pubblicazione di «Riservato a Mussolini» (editore Feltrinelli), un grosso volume comprendente i notiziari giornalieri della guardia nazionale repubblicana nel periodo che va dal novembre 1943 al giugno 1944. documenta da fonte insospettabile, la partecipazione delle popolazioni locali alla lotta contro U fascismo e Io st ramerò invare, so re. registrati gli scioperi locali del trimestre marzo-giugno 1944: queUo nelle fabbriche di Ornavasso del 19 marzo 1944, lo sciopero dei 900 della Furter di Gravellona Toce, il 1" maggio di Omegna e Crusinallo (nove stabilimenti chiusi), lo sciopero totale per gli eccidi di Forno e di Chesio. «Oltre 500 cittadini Omegnesi — ricorda "Resistenza Unita" — furono inquadrati nelle divisioni Beltrami. Redi e Valtoce: ma non è esagerato pcprsssi : dire che tutta la popolazione idi Omegna partecipò alla Re-1 sistenza. se si pensa che in I piena guerra oOOO persone j presero parte ad un funerale \ partigiano». : «La Resistenza sul lago e nelle valli» è stato il tema svolto ieri sera a Pettenasco in una conferenza tenuta dal- : l'ex comandante partigiano | Enrico Massara. attuale presi- j dente dell'istituto autonomo! per la case popolari di Nova ' ra. L'iniziativa ( è stato proiet- i tato anche un interessante do- cumentario di Giuseppe Fusi ) ! rientrava nel programma di : manifestazioni comunali per ■ l'adozione dello stemma e del igonfalone, che si concluderan-1no domani con la cerimonia |di inaugurazione del vessillo ' , municipale, un discorso dell'onorevole VittorelU e la visi-1 ta alla tomba del patrono Sant'Audenzio aU'isola di S.lGiuUo. ! Presentato dal sindaco, fàfo nro^nis^ri' I tato protagonista di pri-, mo piano di quegU avverti menti. Sottotenente di com plemento. aveva raggiunto il «gruppo Qua ma» già ai primi dell'ottobre 1943. Catturato ; durante la battaglia di Megole, era riuscito a fuggire; se- : guendo poi Alfredo Di Dio nel primo gruppo Ossola e neUa! prima Valtoce, fino alla Ube-i razione di Domodossola, dove ! fu comandante di presidio.; Massara conobbe quindi da vicino U leggendario «capitano», lo vide morire nel massa- j ero di Megolo, insieme con1 Gianni Citterio e gli altri. Ri- ■ corda: «Era un gran signore, j La sua fama — dice — si era \ presto diffusa, e persino Con-i ceffo Peffinafo. il giornalista* repubblichino, ebbe per lui] Franco Fornara, Massara hai parlato delle prime formazio- ni partigiane che operarono [ suUe montagne attorno all'Or- : ta. L'oratore, che per mode- stia non ha voluto accennare | alla era stato patole di ammirazione». Ricorda Citterio. severo, tutto i preso dai suoi ideali, e Gaspa-1 re Pajetta. giovanissimo e sempre allegro. «Era tanto simpatico, e per questo. cre-\ do. la sua immagine è rima-; sta cosi bene impressa nella mia memoria. Allora, io non ' sapevo nulla della sua famiglia». Con questi ed altri partigian> deUa prima ora (alcuni dei quali, come Rutto, il capitano Bruno e Alfredo Di Dio. divenuti celebri), l'architetto Filippo Beltrami era saUto a ji Quanta subito dopo l'armistizio del 1943. Teenente di complemento, sfuggito ai tedeschi dopo un tentativo di resistenza a Baggio, si era prima recato a Cireggio, e qui lo avevano cercato un gruppo di an- ! tifascisti offrendogli il comando della prima banda partigiana del Iago d'Orta. Capitano per elezione popo- : lare, Beltrami era destinato ad entrare nel mito come il simbolo dei patrioti del secondo Risrogimento. Le sue alti doti di generosità e di sin- icero entusiasmo rappresenta- 1 vano forse anche i suoi limiti I in una guerra ser^ quartiere j come quella partigiana, li \ «capitano» non conosceva te : regole della strategia della guerriglia ricordate da Sec- chia e MoscateUi ne «Il Mon- te Rosa è sceso a Milano»: : «Se il nemico avanza ci riti | riamo, se fugge lo molestia- j mo. se si ritira noi lo incalzai- ! mo. e quando è stanco lo at- ' tocchiamo». i Per ouesto forse, la mattina del 13 febbraio 1944, il «capi ! tano» anziché «ritirarsi» co- : me la tattica partigiana poter ■ va suggerire, accettò lo scon i tro frontale, spalleggiato fino -1 all'ultimo dai suoi uomini, | Mori con il giovane Pajetta. ' che sotto la blusa nascondeva , «Stato e Rivoluzione» di Le 1 nin, e con altri oscuri eroi co- me Carlo Antibo di Briga, unlunule operaio che. dopo aver! combattuto come soldato , semplice su tutti "i fronti, era I ™'™™™ di Strami, sorse Ja divisione comandata da Rutto, mentre Alfreda Di Dio «che a Megolo aveva perso il fratello Antonio! fondava la Valtoce. La Resistenza nel disio continuava. ; i andato a morire per la liber tà. [ i nazifascisti che avevano : ucciso l'architetto Filiopo Beltrami non potevano però | uccidere il mito del «capita Francesco Allegra j \ i * ] i 1 \ ; ' j Enrico Massara, ora presidente dell'Istituto autonomo per le case popolari