Le bianche casacche di Fara di Lorenzo Del Boca

 Le bianche casacche di Fara Alla scoperta delle giovanissime squadre di provincia Le bianche casacche di Fara Giocano su un Campetto sino a poco tempo fa coltivato a granoturco - Di sera il terreno é illuminato a metà: "Senza soldi, dice il presidente Calcagni, siamo costretti ad usare solo due lampioni" - La squadra ha anche due "mascotte" (Nostro servizio particolare) Fara. 4 aprile. A Fara, le sedute del Consiglio comunale sono quasi sempre deserte. Si animano, improvvisamente, quando gli amministratori discutono del piano regolatore. In quelle occasioni sono presenti infatti tutti i giocatori della locale squadra di calcio, direttamente interessati alla legge urbanistica che prevede per Fara, tra l'altro. la creazione di due I aree verdi, una delle quali de¬ stinata ad ospitare il nuovo stadio calcistico. Fino ad oggi la compagine del Fara che milita nel torneo di seconda categoria dilettanti ha disputato le partite di campionato adattandosi alla meno peggio su due campi coltivati, in precedenza, a granoturco. «n terreno ci costa 300 mila lire di affitto — precisa il presidente della società sportiva Luigi Calcagni — abbiamo seminato l'erba, recintato il campo ed abbiamo adattato una catapecchia disabitata ricavandovi due spogliatoi per le squadre». Sono stati anche acquistati due riflettori per illuminare il campo di sera e dare la possibilità ai calciatori di sostenere gli allenamenti in notturna. «Per la maggior parte — continua Calcagni — i nostri ragazzi sono di Fara ma di giorno lavorano fuori paese e possono trovare qualche ora da dedicare allo sport soltanto dopo cena». Fino a pochi mesi fa Ut compagine farese si allenava sui campi di Sizzano odi Carpignano, ma le trasferte pesavano troppo sul bilancio della società che, a conti fatti, ha preferito affrontare la spesa dei rifletto ri. «n campo — spiega il presidente — è illuminato solo per metà; non avevamo i soldi per altri lampioni e ci dobbiamo accontentare ». Luigi Calcagni è alla guida del sodalizio sportivo da cinque anta, dopo essere stato promotore e presidente per 15 anni del Moto Club Fara, una delle società più blasonate in provincia. E' anche assessore anziano in Comune e per allenare la sua squadra ha invitato il primo cittadino di San Nazzaro Dante Marchetti, geometra dell'Est Sesto, che dopo avere calcato con successo i campi di Oleggio ed anche di Fara, termina la sua carriera sportiva dirigendo le partite delle «bian che casacche» dalla panchina. Nell'ultima partita del giro ne di andata ha aggredito l'arbitro che. secondo lui, favoriva gli avversari e si è buscato una squalifica di quattro mesi. Il suo posto lo ha preso Riccardo Manzini, il capitano della squadra che oltre ad essere un ottimo regista in cam po si è rivelato anche un buon preparatore atletico. I calciatori lo seguono e nelle partite si impegnano fino allo stremo delle forze. In difesa svetta Mario Portigliotti. appena ventunenne, che lavora a Milano atta Cge, studia fisica all'Università e gioca con buoni ristatati al pallone. Lo affianca un altro studente, Piérdamiano Spagnolini, 20 anni, e Claudio Pittorello, un operaio di Novara di 27 anni. All'attacco ha esordito quest'anno Sandro Mossetti, studente di 19 anni, figlio del proprietario del ristorante «Tre Re». Il nonno, un [arzillo vecchietto ultrasettan¬ tenne è il suo più acceso sostenitore. Sul campo, anche in trasferta il posto d'onore è a suo e. nonostante gli anni, la sua voce è la più potente. Qualche volta quando la squadra gioca in trasferta si fa accompagnare in auto dal cuoco del ristorante Vincenzo Dadardo. Il Fara è una squadra particolarmente seguita dai tifosi del paese. Ai bordi del terreno di gioco si incontrano le vecchie glorie: Walter Cavallini e Pieraugusto Cavallini per il quale i tecnici prevedevano una brillante carriera ma che ha dovuto abbandonare il calcio dopo essersi sfasciato il menisco. C'è poi il capo dei tifosi Armando Potetti prestigioso giocatore degli Anni 50 soprannominato «goleador». Accanto a lui con una bandiera in mano prendono posto le due mascotte della squadra Silvia Spagnolini, 11 anni, figlia del vicepresidente e Raffaello Baccalaro, 13 anni, figlia del cassiere. ■Abbiamo incominciato a seguire il Fara per accontentare i genitori che non ci volevano lasciare a casa sole,— affermano — poi il calcio ci ha appassionate ed ora non perdiamo neppure una partita». Pensano addirittura tra qualche anno di costituire una squadra femminile avvalendosi dell'esperienza di Enrica Spagnolini, una ragazzina tutto pepe che milita in una compagine novarese. Ogni calciatore del Fara ha il suo nomignolo. Lidio Migliorini, un tapezziere di Briona è «caviglia di ferro», famoso per i tornei notturni disputati negli Anni 60. Franco Belardinelli. giovane operaio della «Sant'Andrea» è invece il «piccolo Furino» del Fara, grintoso e combattivo come il più fumo so giocatore iuventino. Ci sono Carmelo Ardizzoia. 26 anni, impiegato a Ghemme e Giorgio Codini, universitario di Fara. «Giochiamo — avvertono — per il gusto di praticare uno sport: non ci interessa il risultato e non lo facciamo neppure per essere pagati». Domenica sono stati sconfitti per due reti a zero dal Bellinzago ed in classifica generale sono rimasti a quota 24 ma gli undici faresi non se la sono per nulla presa. Lorenzo Del Boca Fara. 1 tifosi con la bandiera e due mascotte: Raffaella Baccolaro, 13 anni, e Silvia Spagnolini, 11 anni (Foto Negri)

Luoghi citati: Briona, Ghemme, Milano, Novara, Oleggio, San Nazzaro, Sant'andrea, Sizzano