La collina novarese sta morendo L'agricoltura non è incoraggiata di Francesco Allegra

La collina novarese sta morendo L'agricoltura non è incoraggiata Conferenza agraria indetta dall'amministrazione provinciale La collina novarese sta morendo L'agricoltura non è incoraggiata La manodopera, assottigliata negli ultimi anni, è praticamente scomparsa - Il direttore della Coldiretti: "Occorre puntare sul bestiame delle nostre stalle" - Chiesto lo sviluppo delle associazioni e delle cooperative ! fascia centrale ! eia? A questa (Dal nostro corrispondente) ; Borgomanero. 22 marzo. ] Come va l'agricoltura nella ] della provindomanda ha cercato di fornire una risposta la conferenza agraria della collina novarese, voluta dall'amministrazione provinciale e tenutasi stamane a \ Borgomanero nel salone del '•collegio salesiano «Don BoIseo» con la partecipazione di iure centinaio di coltivatori e \ allevatori, di sindacalisti, esponenti di organizzazioni cooperativistiche, di sindaci e altre personalità della provincia e detta Regione. ■L'esame della situazione — ha concluso l'assessore provinciale all'agricoltura. Del Ponte — ha messo in evidenza la condizione di crisi dell'agricoltura della collina novarese. Essa va soprattutto attribuita alle gravi carenze delle strutture aziendali, che, venutesi a creare in una situazione di agricoltura di sussistenza, non hanno poi subito alcun sostanziale mutamento con l'espansione dello sviluppo industriale, che ha investito in misura considerevole e in modo diretto la zona in esame, producendo mutamenti nelle strutture territoriali e nelle caratteristiche sociologiche che vanno considerati ormai definitivi». Fausto Del Ponte ha presentato il rapporto del suo assessorato sulle condizioni di un territorio agricolo appartenente ad una cinquantina di Comuni, e comprendente la zona frutticola del Vergante, le colline viticole e gli allevamenti del Borgomanerese. la zona tra Agogna e Terdoppio. i colli del Sesia, le zone piano-collinari del Ticino e di Barengo. In tutto, si tratta di quasi sessantamila ettari, quarantamila dei quali costituiscono la superficie delle aziende agricole. In questo comprensorio, abitato da 135 mila persone, con una densità di 231 abitanti per chilometro quadrato (i centri più popolosi sono Borgomanero e Arona). vi sono oltre dodicimila aziende: solo il 4 per cento di esse superano i dieci ettari di superficie, ricoprendo il 31 per cento del territorio. Pochissime le aziende di oltre cinquanta ettari (lo 0.3 per cento del numero totale). L'ampiezza media aziendale nella zona colli nare novarese è di appena tre ettari. «si tratta — ha affermato \ u relatore — di dimensioni ; molto modetse, che possono | essere considerate inadeguate < rispettò' ad una razionale ge stione aziendale», Per quanto riguarda la ma- no d'opera, l'assessore ha ricordato che nel 1951 gli attivi in agricoltura erano 18 mila. 'che dieci anni dopo si erano già ridotti a 11 mila, mentre ora risultano meno di 5 mila. Secondo una recente indagine campionaria, il 66 per cento degli attivi supera i 45 anni di età: l'invecchiamento della mano d'opera è particolar mente avvertito nel Vergante. -SiKif°\ f 't^JA 1 stale anni costituiscono il 74 per cento della popolazione agricola attiva. I La relazione di Del Ponte è | sfata preceduta dal discorso \ introduttivo del vicepresidente della Provincia, Peppino Cerutti. che ha diretto l'assemblea. L'assessore omunale Pennaglia ha portato il saluto del sindaco di Borgomanero. Il consigliere regionale Vittorio Beltrami è intervenuto per illustrare i recenti provvedimenti della Regione in materia, annunciando l'approvazione dell'atteso Ente di sviluppo agricolo, che dovrebbe coordinare tutte le iniziative che vengono assunte per il settore nell'ambito regionale. Erano presenti il direttoredell'Ispettorato agricoltura, Bertini. il viceispettore fore-Macco, il veterinario provinciale Mena, l'assessoreprovinciale Colombo, il consi- gliere Borgna, il conte Cicogna, presidente regionale degli allevatori. Cicogna ha parlato delle possibilità di sviluppo- anche nella nostra provincia di iniziative agro-turistiche: «Nel Trentino • Alto Adige — ha ricordato — la Regione offre mezzo milione per ogni posto-letto istituito in cascina per i turisti». Nel suo intervento il direttore della Federazione provinciale dei Coltivatori diretti. Bermond. ha dichiarato: «Mentre si spendono miliardi per importare carne dall'estero, il bestiame delle nostre stalle rimane invenduto». Bermond ha accennato alla subordinazione dell'agricoltura agli interessi industriali: «Per esportare i manufatti, si importa la carne». Sul problema det~ credito agli agricoltori, ha portato una testimonùmza personale Luigina Bernadele. battagliera coltivatrice diretta: «Vengo dal Bresciano — ha raccontato — e vivo da undici anni in una cascina di Agrate Conturbia. Mio marito ed io abbiamo incominciato con due mucche, ed ora ne abbiamo quarantacinque, più due trattori. Sono una affittavola, e quando sono andata ad informarmi se c'era la possibilità di ottenere un prestito per acquistare la terra, mi hanno subito chiesto che cosa possedessi. Non bastava quello che avevo saputo fare in undici anni. Eppure, se avessi avuto la terra, non avrei avuto necessità di comperarla». Il presidente dell'Alleanza Contadini. Eugenio Pescio. ha affermato la necessità di un riaccorpamento del tessuto fondiario, dell'estensione dell'irrigazione alle zone adatte, della riforma dei mercati, del- la costituzione e dello sviluppo di associazioni, consorzi, cooperative per la commercializzazione dei prodotti ! agricoli. Francesco Allegra ! j Borgomanero. Un momento dei lavori della conferenza agraria (Foto Valsesia) mq

Luoghi citati: Agrate Conturbia, Barengo, Borgomanero, Trentino • Alto Adige