Fermato dopo vent'anni lo spopolamento in val Cannobina, cenerentola piemontese di Gianfranco Quaglia

Fermato dopo vent'anni lo spopolamento in val Cannobina, cenerentola piemontese Fermato dopo vent'anni lo spopolamento in val Cannobina, cenerentola piemontese Per la prima volta il bilancio demografico di Cavaglio Spoccia, Falmenta, Cursolo Orasso, Gurro segna un attivo di 14 unità -1 giovani hanno deciso di stringere i denti e rimanere con i vecchi a lavorare per la ripresa (Dal nostro inviato speciale) Cannobio. 21 marzo. Forse si è arrestato lo spopolamento in Valle Cannobina. una delle zone più «cenerentole» del Piemonte. Per la prima volta, dopo vent'anni, la bilancia demografica di quattro comuni (Cavaglio Spoccia. Falmenta, Cursolo Orasso. Gurro) si è chiusa in attico: 14 abitanti in più rispetto al dicembre 1972. E' un dato importante: significa che una delle valli più dimenticate d'Italia sta uscendo do una condizione di povertà che l'ha caratterizzata dall'inizio del dopoguerra sino a oggi. blemi della valle, «Non sono tanto i Era nuova Il professor Aquilino Zammaretti, uno storico novarese che da quasi cinquantanni si è appassionato ai proafferma: 14 abitanti in più che ci riempiono di soddisfazione, quanto la certezza che sta per cominciare una nuova era». Cavaglio Spoccia, Falmen- ai. Cursolo Orasso. Gurro. i hanno complessivamente 1223 abitanti. Gli ultimi rimasti, quelli che hanno resistito al miraggio della città. I più anziani si sono accontentati della pastorizia, i più giovani hanno accettato di diventare «frontalieri», recandosi ogni giorno nei cantieri della vicina Svizzera: viaggi quotidiani ed estenuanti, compiuti con mezzi di fortuna. «A volte, specie in inverno — dice un operaio —, non riusciamo neppure a raggiungere il posto di lavoro. Ci bloccano la neve e le slavine». Si deve alla tenacia di questi giovani se si è arrestata l'emorragia di popolazione. Molti, quasi tutti muratori, si sono fatti la casa, hanno sposato le poche ragazze rimaste. «Pochi — afferma il professor Zammaretti — sono stati gli aiuti delle autori- tà e degli enti. Si è parlato tanto della Valle Cannobina | ma in vent'anni gli interventi si contano sulla punta delle dita di una mano». Per la verità l'amministrazione provinciale di Novara è in¬ ferrenufa cercando di risol- cere il problèma delle comunicazioni, al quale è legato il futuro della zona, ma la buona volontà non è stata sorretta dai finanziamenti. La strada di fondovalle. che dovrebbe aprire interessanti prospettive turistiche, collegando la Valle Cannobina con la Val Vigezzo, è stata realizzata soltanto a metà «In vent'anni — osservano gli amministratori della zona — sono stati sistemati soltanto otto chilometri. Un record che nessuno ci invidia». Per fendere la roccia sono occorsi circa 900 milioni. Un altro miliardo occorre per completare l'opera, ancora pochi chilometri. Il problema dello spopolamento in montagna, generale in tutta Italia, qui si è fatto sentire in modo particolare, tanto che in questi quattro comuni, quelli che fanno parte dell'alta Valle Canno- bina, è difficile trovare un medico. I concorsi per le condotte mediche comunali sono quasi sempre deserti. Nessuno vuole sobbarcarsi il disagio, isolarsi per 'mesi senza possibilità di rapporti con il mondo. Le amministrazioni sono costrette a cons-retare i servizi sanitari ma anche cosi non si riesce a risolvere il problema. «Si può morire da un momento all'altro — dicono gli abitanti — senza che nessuno ci venga in aiuto». / medici vengono di tanto in tanto da Cannobio. in estate più spesso, in inverno quando possono. Allora i parroci dei villaggi suonano le campane a stormo per avvisare la popolazione di recarsi agli ambulatori. Sacrifìci «Soltanto un profondo attaccamento per la loro montagna — osserva Zammaretti — spinge la gente a rimanere. E' sorprendente come i pochi rimasti abbiano saputo reagire all'indifferenza della autorità ma lo fanno a prezzo di grossi sacrifici». Esiste il problèma della frequenza scolastica che è addirittura paradossale. A Cavaglio Spoccia, Cursolo Orasso, Falmenta, Gurro, un centinaio di ragazzi dovrebbe frequentare la scuola media di Cannobio. Partono al¬ le 7 del mattino e rincasano alie 18 di sera, per quattro ore di lezione. A volte non possono arrivare perché gli autisti dei pullman rifiutano di proseguire, per l'impraticabilità della strada. Molti genitori preferiscono tenere a casa i loro figli e incorrere nelle sanzioni previste dalla legge piuttosto che mandarli allo sbaraglio sulle mulattiere, col pericolo della slavine. Altri sono ricorsi a uno stratagemma: fanno sì che i loro figli sumo respinti per più anni in quinta elementare sino al raggiungimento dell'età lavorativa. Un sistema per ovviare ai disagi derivanti dalla frequenza della media dell'obbligo. A denti stretti Nonostante questa situazione disastrosa, nella valle novarese si è convinti che è giunto il momento di una ripresa. «Anni fa i giovani hanno abbandonato disperati la montagna — dice lo Zammaretti —, adesso hanno* deciso di stringere i denti e salvarla. Sono circa 250 quelli che lavorano in Svizzera e che non sono emigrati definitivamente. Hanno messo da parte qualche soldo, hanno in mente iniziative ambiziose». A Cursolo Orasso l'unione sportiva parla già di piscina (13 milioni) e di altri progetti collaterali. Cursolo Orasso è un comune forse unico in Italia: i suoi abitanti, 327 in tutto, godono di un fenomeno curioso, favorito dalla particolare inclinazione della montagna sovrastante: le due albe e i due tramonti del sole. Avviene tre mesi all anno, in inverno, quando il sole, proprio per una particolare disposizione dei rilievi montagnosi, scompare e riappare due volte. L'arresto dell'emorragia di popolazione è stato il primo passo verso un «futuro» della valle. Adesso si guarda alle possibilità che potranno | derivare dalla costituzione ! di un nuovo organismo, la i «comunità montana», che ! nel Cannobina è presieduta I dal professor Guido Fumagalli. «La risalita dovrà avvenire progressivamente — afferma il presidente —. Il primo problema da risolvere è quello della strada che colle i ga la. Valle Vigezzo. Poi do¬ vremo rilanciare l'agricoltura sotto l'aspetto zootecnico. Infine non sono escluse prospettive turistiche: abbiamo in mente di realizzare funivie e campi da sci». Gianfranco Quaglia

Persone citate: Aquilino Zammaretti, Cannobina, Fumagalli, Zammaretti