Armeno insorge e fa trasferire il "padrino" vigilato speciale di Gianfranco Quaglia

Armeno insorge e fa trasferire il "padrino" vigilato speciale Da un comune all'altro, nessuno lo vuole Armeno insorge e fa trasferire il "padrino" vigilato speciale Giuseppe Mangione, 32 anni, di Ragusa, baffi e portamento fiero, nega qualsiasi legame con la mafia • "Ho cercato di rifarmi una vita, ma tutti mi respingono" - Ora è finito a Oleggio (Dal nostro inviato speciale) ! Armeno. 12 marzo. Nessun paese vuole dare ospitalità a Giuseppe Man- ! gione. 32 anni, pregiudicato, j mandato in sorveglianza spe- ! ciale in provincia di Novara. Da Crodo. dove è stato in . domicilio coatto per alcuni i mesi, è stato trasferito ad Armeno, sul lago d'Orta. ma anche qui la popolazione e j insorta e il Mangione starnane ha dovuto fare le valigie, t Adesso è stato sistemato ad Oleggio. Personaggio «scomodo». \ con la sua presenza ha messo in subbuglio Armeno, il ì piccolo centro del Cusio me- t ta dì villeggianti, sulle falde del Mottarone. «Non ha mai fatto mente di male — affer- m u sindaco Giuseppe Cavi- gioii — ma è bastata la sua permanenza per suscitare il ; malcontento generale. Ho dovuto farmi portavoce presso le autorità competenti, insistere perché lo man- ; dassero via. Ogni giorno ri- | cevevo telefonate e proteste ■ da parte dei cittadini: quassù non lo volevano». Vedendolo partire, la gente di Armeno ha respirato di sollievo: «Finalmente — ha esclamato — di mafiosi in casa propria non ne abbiamo bisogno ». «E' stato qui poco più di un mese e mezzo, dal 2 genl naio a metà febbraio — ri¬ |j prende il sindaco — ma è bastato che la voce si spargesse in tutto il lago d'Orta e nel Novarese: Armeno era diventata "terra di mafiosi". | Una etichetta che ben diffij cilmente avremmo potuto 1 toglierci, tanto che negli alj berghi e nelle case che soli; tamente sono affittate per la ; villeggiatura estiva sono sta! te disdette le prenotazioni. I Una cosa da non credere». «Io mafioso? — afferma il : Mangione — non facciamo j ridere. Ad Armeno non sani no neppure chi siano i ma; fiosi. Quella è gente che non ! scherza, non come me. Io ; me ne sono stato sempre quieto, ho rispettato tutti, [ ho cercato di rifarmi una vita ma il paese mi ha chiuso le porte in faccia. Hanno detto che per me non'c'era casa, ma di case vuote ne ho viste tante ». i ; i Ad Armeno la gente s'è Ipresa la briga di sfogliare il :codice penale e di apprende- ;re che al capitolo «misure di <i o o a i n n - n i i . n é n- i r aoa z prerenrione» si dice testimi- mente: «Nei casi di partico- jlare pericolosità può essere ' imposto l'obbligo di soggior- | no in un determinato comu- ! ne». Le disposizioni, aggiunte al timore e a qualche fantasioso racconto del MangioI ne. hanno spinto gli armenej si a credere di avere in casa l ! un « padrino ». «Non ho mai sospettato ! niente di tutto ciò — affer- '■ ma il sindaco — ma sta di fatto che non siamo riusciti ; a trovargli un alloggio. Così, quando è arrivato il 2 gen- ! naio, ho dovuto indirizzarlo provvisoriamente all'albergo "Il Mottarone" sperando di trovargli una sistemazione definitiva». Non è stato così. «Per un mese e mezzo — afferma Virginia De Gaudenzi. che gestisce l'albergo — abbiamo dovuto dargli ospitalità. Non a lui solo: dal Sud è arrivata anche una donna, non era sua moglie, ma una gio- vane con la quale il Mangione conviveva. Per noi è stato un personaggio scomodo in tutti i sensi». Interviene il fi- glio dell'albergatrice. Giù- seppe Morganti: «Abbiamo perso tutti i clienti, neppure una camera prenotata. Quando s'è sparsa voce che il nostro albergo ospitava un "mafioso" nessuno ha più voluto venirci. Nemmeno quelli del paese, i pensionati che solitamente trascorrono il pomeriggio a giocare a carte». Ribatte la De Gaudenzi: crii risultato di tutto ciò è che il Mangione e la sua amica hanno vissuto a nostre spese per un mese e mezzo: 300 mila Ure di conto. Chi ci rimborserà?». Il sindaco: «Quando abbiamo visto che la cosa stava prendendo una brutta piega ho avvisato la questura. Non è stato facile ottenere il trasferimento ma alla fine si è capito che la presenza del Mangione avrebbe creato un danno economicc al paese, soprattutto sotto l'aspetto , turistico. Era mutile insiste re: il comune non avrebbe mai potuto obbligare un proprietario a cedere la casa per risolvere il problema. Del resto avevamo cercato di venire incontro al Mangio ne in tutti i modi, persino trovandogli un lavoro alle dipendenze di un'impresa ! : : : ! edile locale. Dopo quindici ! giorni non si è più presenta- i to in cantiere». Adesso il «vigilato» è ad j Oleggio e sino a questo mo- ì mento nessuno ha sollevato proteste. Ma ad Armeno il i ncaso Mangione» non è chiuso. I gestori dell'albergo «Il Mottarone» reclamano presso le autorità il rimborso delle spese dì soggiorno dell'uomo e della sua amica. «Ci è stato risposto che ben difficilmente potrà essere liquidato il conto della donna sua sponsindaco: «In linea di massima il comune è propenso a pagare per una quindicina di giorni». Su questo caso e per decidere in merito nelle prossime settimane sarà convocato il consiglio comunale. Gianfranco Quaglia . quidato il conto del I poiché è venuta di : | tanea volontà». Il | .I|r di Armeno. Giuseppe Mangione il «vigilato » allontanato (a sinistra) e il sindaco Giovanni Cavigioti (foto Morea)