Grignasco ha scelto i vini migliori fermentati nelle cantine novaresi

Grignasco ha scelto i vini migliori fermentati nelle cantine novaresi Produttori premiati alla rassegna dei colli del Sesia Grignasco ha scelto i vini migliori fermentati nelle cantine novaresi Per il Sizzano, medaglia d'oro a Francesco Fontana; per il Fara a Luigi Prolo; per il Boca a Gian Piero Conti - Il Ghemme era presentato da un sizzanese, Giuseppe Bianchi - Più viva che mai è infatti la polemica di campanile che si lega alla contrastata enoteca provinciale: in che Comune sorgerà? (Nostro servizio particolare) Romagnano, 28 dicembre, (l.d.b.) Quando Cavour scriveva che il «Sizzano» «possiede in alto grado ciò che fa il pregio dei vini di Francia», aveva ragione. In una lettera indirizzata a Giovannetti lo statista aggiunge: «Possiede il bouquet del Borgogna e per trionfare nella lotta è solo necessario che i proprietari diligentino la fabbricazione dei vini e che eleganti ghiottoni ne stabiliscano la reputazione». Oggi a Grignasco c'erano gli uni e gli altri: Francesco Fontana, che si è accaparrato l'«enologo» Cavour, diventandone per così dire un nipote d'adozione ed i giovani dell'Arnàa che, per lanciare i vini nostrani, hanno organizzato una gara di degustazione. La manifestazione è stata inserita nel calendario della mostra enologica denominata «Prima rassegna dei vini dei colli del Sesia». I «vinai» hanno presentato Jle loro bottiglie etichettate ! con il marchio di origine controllata e per ognuno dei quattro vino Doc è stato scelto il migliore'produttore che è stato premiato con medaglia d'oro. La giuria, presieduta da Roberto Biasiol, collaboratore de «La Stampa», era composta anche dai tastevin Giovanni Zuin di Momo. Franco Alais di Avigliana e Laura Pesce di Nizza Monferrato, una delle poche donne che fanno il sommelier. Francesco Fontana (Cavour ne sarebbe orgoglioso) è stato giudicato il migliore produttore di Sizzano. E' stato prescelto fra il produttore Giuseppe Bianchi e la ditta Ponti, Vinicola Baraggiola. Per il Fara Doc, le operazioni di assaggio sono state piuttosto laboriose e impegnative. Tutti i tipi di vino erano squisiti ed hanno messo nell'ime barazzo la pur valente giuria. La degustazione di un vino J non è infatti cosa facile come ! un profano potrebbe credere. C'è un rituale tutto particola re da seguire che garantisce un giudizzio il più obiettivo possibile. Innanzitutto il bicchiere deve essere chiaro e trasparente: dev'essere agitato perché il vino sprigioni tutto il suo aroma. Prima con una narice, poi con l'altra, dev'essere annusato e solo allora lo si può assaggiare. Un segreto è poi il modo di agitarselo in bocca: con decisione, ma senza eccessiva violenza. Poi gli intenditori sono in grado di sciorinare una dopo l'altra tutte le caratteristiche della bevanda: dalla limpidezza al colore, dal sapore al bouquet, ai caratteri di tipicità. • Questa mattina i sommeliers hanno applicato il metodo Senargiotto, che prevede un punteggio da uno a trenta. Dopo ponderate libagioni alternate da gustosi assaggi di formaggio grana, che ben si sièpPcsctmhlsc sposa, dicono gli esperti, con il vino prodotto nel Novarese, è stato proclamato migliore produttore del Fara Luigi Prolo. Hanno partecipato anche Attilio Rusca, la ditta Desillani ed Antonietta Dellavecchia. La DeUavecchia ha portato una bottiglia del '69, mentre gli altri produttori hanno presentato quello dell'annata '67, ed è rimasta svantaggiata. I giudici hanno comunque apprezzato l'ottimo bouquet e ne hanno particolarmente elogiato il vino. L'affermazione del Prolo è giunta in parte inaspettata ed ora tutti gli chiedono quale sia il segreto del suo successo. «Non c'è alcun segreto — si schernisce il vinaio — c'è solo molto lavoro per seguire la fermentazione dell'uva e bandire le sofisticazioni». Il concorso è stato organizzato dai giovani dell'Arnàa proprio per questo. «Per incitare — spiega il presidente Teruggì — quanti operano nel campo vitivinicolo : raggiungano sempre migliori j risultati ». Scontato era il vincitore per il Boca: Gian Piero Conti, unico partecipante, e per il Ghemme, presentato solo da Giuseppe Bianchi, che è però di Sizzano. I premi verranno distribuiti il 30 dicembre, ultimo giorno di apertura della mostra, ed in quell'occasione si saprà anche qual è il vino «più conosciuto». Con delle cartoline, servendosi della scheda che pubblichiamo a pie di pagina, infatti, ognuno può esprimere la propria preferenza che verrà regolarmente conteggiata e tra i votanti per questo secondo concorso verranno estratti dei premi: pranzi nei migliori ristoranti del paese, coppe e una, medaglia d'oro de «La Stampa». Ghemme, 28 dicembre. (1. d. b.) «Grignasco pensi ai mobili. Al vino sappiamo badare noi». Così Ghemme controbatte, con tono più che mai polemico, alla rassegna enologica organizzata a Grignasco per valorizzare la produzione tipica dei colli del Sesia. La polemica, per la verità, era scoppiata già alcune settimane fa, quando il comitato organizzatore della mostra, invitando tutti i produttori della zona a prendere parte alla rassegna, aveva ricevuto un «gran rifiuto» da parte dei ghemmesi. S'era parlato di boicottaggio, si era sostenuto che Ghemme vuol essere il paese pilota dei vini novaresi. Ora nella diatriba interviene Primo Pariani, consigliere comunale e produttore di Ghemme, spiegando i motivi che avrebbero indotto i ghemmesi a disertare la rassegna di Grignasco. «Il disappunto dei grignaschesi— afferma — causato dall'assenza del vino doc Ghemme si è espresso troppo inopportunamente, con aggettivi negativi al cento per cento, offensivi direi ». . I grignaschesi, come è noto, avevano accusato i produttori Ghemme di presa di posizione, per rivendicare ancora una volta il diritto ad avere l'enoteca, la dibattuta realizzazione che ha diviso i paesi della fascia collinare su opposti fronti. Risponde Pariani: «Noi desideriamo soprattutto che questo complesso sia veramente realizzato. Le polemiche non giovano a nessuno né tanto meno all'enoteca. Ancora una volta proponiamo Ghemme come ubicazione, per motivi geografici ed ambientali. Il casello della a i i ù l 0 a e a e 7 - . co" ! struendo autostrada Voltri - ISempwne verrà a trovarsi j proprio nei pressi del paese,, inoltre disponiamo di caratte-1 ristiehe costruzioni che potrebbero degnamente ospitare una enoteca. Vedi, ad esempio, il castello di Cavenago, un vecchio maniero semiabbandonato sulla collina che ' potrebbe essere valorizzato da un'iniziativa del genere». Le divergenze sorte attorno : ] ; ' ! ) I all'ubicazione dell'enoteca del Novarese sarebbero, quindi, alla base del rifiuto dei ghem- o o mesi a partecipare alla rasse- ! glia del vino di Grignasco. ! «Le mostre — dice Pariani — | lasciamole a chi sa organizzarle. Come reagirebbe Grignasco se ai ghemmesi venisse l'infelice idea di allestire rassegne di mobili, sculture lignee, gallerie d'arte e d'antiquariato? ». La polemica è più che mai aperta. Il contrasto fra i centri produttori del vino sembra insanabile. «Siamo i primi — afferma Pariani — a sostenere che è più che mai necessario giungere ad un accordo. Perché non organizzare una tavola rotonda fra amministratori e produttori dei centri interessati? Una volta per tutte si chiarirebbe la situazione». " . I mi Grignasco. Gli esperti della giuria (Laura Pesce, Roberto Biasiol e Giovanni Zuin di Momo) degustano i vini (f. Negri)